Il pubblico che sabato mattina è intervenuto a Bologna per incontrare Oscar Giannino, ha assistito alla presentazione del manifesto politico di ‘Fermare il declino’, il movimento che l’ economista ha contribuito a fondare assieme ad altri sei professionisti italiani la scorsa estate e che in pochissimi mesi ha guadagnato la fiducia di 35 mila sottoscrittori e un crescente consenso nei sondaggi.
Giannino illustra senza edulcorazioni il quadro reale dell’economia fornendo i numeri dell’attuale declino italiano: il reddito delle famiglie che nell’ultimo anno è sceso del 3,2% ; la caduta del 3,6% della domanda interna nello stesso periodo; 30 mila aziende italiane che hanno chiuso i battenti e si sono trasferite in Canton Ticino, Carinzia, Slovenia; la caduta della produzione industriale.
“Negli ultimi tre anni in Italia c’è stata una tendenza al declino drammatica”, afferma Giannino, “gli italiani non hanno smesso di fare impresa, di creare reddito, di offrire lavoro ma lo stanno facendo nei mercati in cui ci sono le condizioni che in casa vengono negate. La crisi si sta espandendo nell’economia domestica, ovvero il 75 % del Pil e a farne le spese sono gli artigiani, la piccola impresa, i professionisti, i commercianti”.
Nel riconoscere il merito al presidente del consiglio Mario Monti per aver ridato dignità e credibilità al paese, Giannino afferma però che è tempo di reagire alle politiche pubbliche che soprattutto negli ultimi tre anni hanno caricato i cittadini di un peso fiscale e contributivo non più sostenibile.
“Lo stato in questi ultimi tre anni ha aumentato le imposte dirette (addizionali), le imposte indirette (IVA), le imposte patrimoniali (IMU, tassa su conto titoli, tassazione sulle automobili di grossa cilindrata), ha imposto alle banche italiane l’acquisto di porzioni del debito pubblico facendolo rientrare nelle mani di intermediari nazionali a scapito degli investitori esteri che invece avrebbero potuto attuare strategie di cooperazione con il nostro paese tutelando anche i propri interessi, inoltre non c’è stata trasparenza sui debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni verso le aziende fornitrici”.
La prima soluzione secondo l’economista è che la patrimoniale la paghi lo Stato tramite alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da immobili non vincolati sia da imprese o quote di esse.
In secondo luogo si rende necessario ripensare in modo organico alle grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione, introducendo meccanismi competitivi all’interno di quei settori.
Inoltre obiettivo di Giannino è portare alla riduzione della pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni, dando la priorità alla riduzione delle imposte sul reddito da lavoro e d’impresa. La finalità è semplificare il sistema tributario e combattere l’evasione fiscale destinando il gettito alla riduzione delle imposte.
Infine si deve puntare tutto sulla famiglia, sui giovani, sulle donne, sui disoccupati e sulla piccola impresa: “Bisogna applicare delle agevolazioni fiscali reali e incisive per chi ha famiglia; nel lavoro, chi ha meno anzianità contributiva deve beneficiare di una pressione fiscale e contributiva inferiore di chi ha maggior anzianità; tutte le risorse disponibili devono essere destinate alla piccola impresa favorendo la crescita dimensionale, l’internazionalizzazione e la diminuzione del total tax rate”.