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Carceri: la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo distribuita negli istituti di pena

I diritti portati dentro le carceri, nella Giornata della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, lunedì 10 dicembre. Oggi, infatti, in tutti gli istituti di pena dell’Emilia-Romagna, oltre a una serie di iniziative volte alla riflessione sul contenuto della Dichiarazione, quest’ultima viene distribuita (tradotta in più lingue) ai detenuti dalla ‘Conferenza regionale volontariato giustizia’.

L’iniziativa nasce da un progetto ideato proprio dalla Conferenza regionale volontariato giustizia e accolto dalla Garante delle persone private della libertà personale della Regione Emilia-Romagna, Desi Bruno. L’obiettivo è quello di celebrare il tema dei diritti umani nelle carceri per promuovere una crescita civile e culturale delle persone detenute insieme a tutto l’universo che ruota attorno al mondo dell’esecuzione penale.

Appare di vitale importanza che le persone ristrette da un lato coltivino la consapevolezza di essere portatrici di diritti di cittadinanza pur avendo perso la propria libertà, dall’altro che sappiano riconoscere e rispettare i diritti degli altri.

Oggi il volontariato attivo all’interno dei vari istituti della regione organizza in contemporanea una serie di momenti di conoscenza e riflessione ispirati al contenuto della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che viene appunto distribuita alle persone detenute.

Letture comuni, lezioni magistrali, drammatizzazioni, dibattiti diventano il modo per conoscere un pezzo di storia della nostra civiltà, per riflettere su valori, ideali, impegni che dovrebbero fare parte della nostra cultura, del nostro essere cittadini del mondo, così come furono per chi 63 anni fa scrisse quella Carta con un carico di speranze e attese per un mondo migliore.

Per tenere fede a questo impegno di crescita comune, dentro e fuori gli istituti di pena, i volontari sono sui territori insieme alla Garante regionale dei detenuti per richiamare l’attenzione sull’importanza di riconoscere dignità anche a chi si è autoescluso. Le iniziative sono state presentate oggi in una conferenza stampa Modena, dalla Garante, Desi Bruno, da Paola Cigarini, presidente della Conferenza regionale del volontariato giustizia, poi Enrico Fontana, presidente delle Camere penali di Modena, Daniele Lugli, Difensore civico della Regione Emilia-Romagna, Francesca Maletti, assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena, Teresa Marzocchi, assessore Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna.

“È stato finalmente sottoscritto dal Governo italiano il Protocollo alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumane o degradanti- afferma Desi Bruno-. È un fatto molto positivo, anche perché questa firma fa obbligo agli Stati, entro un anno dalla ratifica, avvenuta il 20 novembre 2012, a dotarsi di organismi indipendenti di controllo e ispezione sui luoghi di detenzione, in grado di verificare l’effettivo rispetto della Convenzione Onu. I Garanti regionali vengono valorizzati e traggono una legittimazione ulteriore, ma si può sperare che si apra la strada alla nomina di una figura di garanzia sul piano nazionale”.

“Il Protocollo appena ratificato dall’Italia – prosegue- sancisce che per privazione della libertà s’intenda qualsiasi forma di detenzione o d’incarcerazione, sia il collocamento di una persona in uno stabilimento di sorveglianza pubblico o privato dal quale essa non è autorizzata a uscire liberamente, ordinato da un’autorità giudiziaria o amministrativa o da qualsiasi altra autorità pubblica. L’istituzione di un Garante nazionale, oltre all’assolvimento di obblighi di carattere internazionale, sarebbe il naturale coronamento del percorso intrapreso in via sperimentale con i Garanti locali”.

















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