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Il credito alle imprese artigiane nel 2012, Confartigianato: raro e costoso

euro-denaro“Il quadro generale è quello di una perdurante recessione che periodicamente sposta sempre in avanti l’uscita dal tunnel della crisi – spiega il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna e Vice Presidente Nazionale Marco Granelli – in queste condizioni l’accesso al credito resta l’esigenza primaria delle imprese artigiane. Purtroppo le imprese artigiane incontrano sempre maggiori difficoltà nel reperimento dei finanziamenti, fondamentali per la liquidità aziendale e per gli investimenti, anche a causa dei noti punti di debolezza del nostro settore: bassa capitalizzazione, eccessivo indebitamento a breve, maggior fragilità finanziaria nelle fasi recessive del cielo economico, scarsa diversificazione verso forme innovative di finanziamento”.

Andamento generale

I dati di Banca Italia ad agosto 2012 indicano uno stock di 882,3 miliardi di euro di finanziamenti concessi al totale delle imprese con un calo del 4,5% rispetto ad agosto 2011; l’Emilia-Romagna con 97,96 miliardi di euro segna un calo del 4,3%, se però consideriamo le imprese con meno di 20 addetti il calo nel periodo sale al 4,9%. Permane, infatti, il forte squilibrio nell’erogazione del credito tra piccole imprese ed aziende medio-grandi: le prime rappresentano il 97% del totale ma ricevono solo il 18% dei finanziamenti, al restante 3% va oltre l’80% del credito. La distribuzione del credito a livello regionale appare marcatamente polarizzata considerato che le prime sei Regioni assorbono quasi tre quarti (74,5%) del totale dei finanziamenti erogati: la Lombardia assorbe il 27,8% del credito, il Lazio l’11,6% l’Emilia Romagna l’11,1%, il Veneto il 10,8% la Toscana il 7% e il Piemonte il 6,3%.

Nel terzo trimestre del 2012 la percentuale delle piccole imprese che si sono rivolte alle banche per richiedere un nuovo prestito o la rinegoziazione di un prestito preesistente è scesa, a livello nazionale, al 15,4% rispetto a 21,7%. Tale dinamica trova conferma anche per le imprese artigiane, arrivate al 13,1% rispetto al 19,2%. Inoltre, il 30,8% delle piccole imprese ha ottenuto un ammontare pari o superiore rispetto a quello richiesto, contro il 36,5% del trimestre precedente. Il 13,7% ha ottenuto un ammontare inferiore rispetto a quello richiesto, contro il precedente 25,3%. Il 22,1% (rispetto al precedente 11,1%) ha visto rifiutata la propria domanda di credito.

“Le criticità emergono anche quando si analizza la finalità con la quale un’azienda richiede un finanziamento – prosegue Marco Granelli – purtroppo cresce l’esigenze di coprire la liquidità e cassa da un lato e di ristrutturare il debito dall’altro, a scapito delle esigenze di investimento. Insomma le aziende non chiedono soldi per crescere ma per rimanere a galla! In questo contesto è conseguentemente peggiorata la capacità degli operatori di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario, ossia sono aumentate le imprese in difficoltà nell’effettuare i propri pagamenti”.

Andamento territoriale

In Emilia Romagna i prestiti alle imprese con le relative variazioni e incidenze al 30 giugno 2012 rispetto ad un anno prima, registrano scostamenti anche significativi nell’articolazione delle singole Province ma con un denominatore: tutte sono in territorio negativo. Il calo maggiore si registra in provincia di Rimini dove la variazione dei prestiti concessi da giugno 2011 a giugno 2012 è di – 10,9%, segue Piacenza con -10,2%, Ferrara con 9,4%, Modena con -9,1%, Bologna -8,9%, Forlì-Cesena -8,8%, Ravenna -7,5%, Reggio Emilia -6,9%, Parma -4,9%.

Il costo del credito

Le fiammate sui tassi di interesse sul mercato di titoli di stato hanno mantenuto una pressione verso l’alto dei costi sul mercato del credito al sistema produttivo. I tassi pagati dalle imprese hanno iniziato a crescere velocemente nella seconda metà del 2010 mentre il sentiero di rientro appare molto più lento. A settembre 2012 il tasso medio per le società non finanziarie – escluse le famiglie produttrici – sui nuovi finanziamenti di qualsiasi importo è del 3,46%. Nel dettaglio i finanziamenti fino ad 1 milione di euro mostrano un tasso del 4,42%, più alto di 26 punti base rispetto ad un anno prima e infine i tassi sui prestiti fino a 250.000 euro arrivano al 4,86%, 35 punti base in più rispetto ad un anno prima, confermandosi come la tipologia di finanziamento più costosa e quella che mostra il maggiore aumento nel corso dell’ultimo anno. I dati sul costo del credito a livello territoriale forniti da Banca Italia al 30 giugno 2012, evidenziano rispetto ad un anno prima variazioni in aumento per il sistema delle imprese. In Emilia-Romagna si registrano scostamenti anche significativi tra le nove province di una Regione ove i tassi sono più contenuti della media nazionale. Tra le più virtuose si segnala Parma al 4° posto dopo Bolzano, Trento e Cuneo. Mentre i tassi più elevati sono a Ferrara al 41° posto nella classifica tra le 110 province.

Il credito all’artigianato

Per quanto riguarda l’artigianato gli ultimi dati di Artigiancassa su fonte Banca d’Italia sono disponibili a giugno 2012 e indicano i prestiti al lordo delle sofferenze: lo stock di finanziamenti concessi al comparto è pari a 53.339 milioni di euro, il 27,5% del totale dei finanziamenti a favore delle piccole imprese. Le prime cinque Regioni assorbono ben oltre la metà (62,7%) di questo stock: un quinto (21,4%) nella Lombardia, il 12,7% nel Veneto, l’11,6% nell’Emilia-Romagna e l’8,5% sia in Piemonte e che in Toscana. La dinamica del credito all’artigianato registra un calo intenso, pari al 7,2% su base annua; a livello regionale solo la Sicilia mostra un aumento, peraltro assai modesto, dello stock di credito all’artigianato, pari al +0,1%, mentre tutte le altre regioni sono in diminuzione: le flessioni più accentuate le registriamo in Veneto a -9,8%, in Lombardia a -9,0%, in Emilia-Romagna a -8,4%, Friuli-Venezia Giulia a -8,3% e Basilicata a -7,7%.

Il Consorzio Unifidi

“Per affrontare l’emergenza credito fondamentale risulta il ruolo dei Confidi – spiega il Presidente di Confartigianato – a supporto delle imprese che non dispongono di sufficienti garanzie reali richieste dal sistema bancario in modo generalizzato e di importi sempre più elevati, a volte anche superiori al finanziamento concesso. In Emilia-Romagna questo ruolo è svolto positivamente da Unifidi, consorzio regionale unitario di Garanzia, costituito anni fa da Confartigianato e CNA che ha raggiunto livelli di operatività tra i primi in Italia e in Europa”.

A fine Novembre di quest’anno sono state approvate 8.711 domande per un importo complessivo di finanziamenti pari a oltre 740 milioni di euro (finanziamenti medio di 85.000 euro e garanzia media del 34,1%). La disaggregazione provinciale vede primeggiare Bologna con il 19,4% delle pratiche seguita da Ravenna con il 15,6%, Modena il 13,1% e Piacenza il 10,4%. Per quanto riguarda le motivazioni dei finanziamenti garantiti da Unifidi il 58% è per investimenti e il 42% per liquidità aziendale. Di particolare rilievo il dato sui nuovi soci del 2012 (3213), che assieme alle integrazioni di capitale consentono di corrispondere alle esigenze di capitalizzazione richieste dalla Vigilanza di Banca Italia.

“Purtroppo questi importantissimi strumenti per favorire l’accesso al credito – chiosa Granelli – negli ultimi tempi non ricevono più quel sostegno delle istituzioni necessario per riaprire i canali dei finanziamenti alle piccole imprese. A Governo e Parlamento chiediamo di potenziare il ruolo dei Confidi attraverso: il rafforzamento patrimoniale dei Consorzi di Garanzia, una semplificazione normativa e l’applicazione di criteri di vigilanza attenuati e meno onerosi. Anche la nostra Regione deve fare uno sforzo straordinario per sostenere la categoria nell’accesso al credito; l’imminente legge di bilancio per il 2013 può essere l’occasione per dare risposte positive ad alcune precise richieste formulate da Confartigianato”.

Un’annotazione infine sugli effetti della pressione fiscale che è aumentata del 22,6% in un anno, specie a causa dell’IMU, rispetto alla richiesta di prestiti bancari e dilazione di pagamenti che hanno interessato il 50% degli intervistati nel sondaggio Confartigianato.

















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