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Nuove prospettive per l’export dei prodotti della salumeria italiana in USA: un primo passo verso il via libera anche a salami, coppe, pancette, speck

Le Autorità statunitensi di APHIS (Animal and Plant Health Inspection Service) hanno ufficialmente riconosciuto l’indennità di Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e delle Province autonome di Trento e Bolzano dalla Malattia Vescicolare del suino.

Questo tanto atteso riconoscimento rappresenta un primo, fondamentale passo verso l’apertura del mercato degli Stati Uniti d’America ai prodotti della salumeria italiana a breve stagionatura (salami, coppe, pancette, speck). Ricordiamo che al momento negli Stati Uniti è ammesso l’invio dei prodotti cotti come la mortadella e il prosciutto cotto, e dei prosciutti crudi stagionati oltre 400 giorni, a partire dai Prosciutti Dop come il Prosciutto di Parma e il Prosciutto di San Daniele.

“ASSICA può affermare con orgoglio di aver lavorato attivamente per anni, al fianco delle Autorità sanitarie italiane e della Commissione europea, al fine di consentire alle aziende italiane di esportare negli USA tutta la gamma dei prodotti della salumeria e di aver senz’altro contribuito al raggiungimento di questo storico risultato.

La prima richiesta di riconoscimento di indennità da Malattia vescicolare presentata alle Autorità americane risale al 1997; purtroppo la complessità delle procedure statunitensi per l’attuazione di modifiche normative e il ripetersi di focolai di Malattia Vescicolare suina, peraltro esistente solo in piccoli focolai di alcune regioni in Italia, hanno posticipato fino ad oggi la decisione di APHIS” ha dichiarato Lisa Ferrarini, Presidente di Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria).

“E’ da tempo che come Associazione ci battiamo affinché vengano messe in atto efficaci soluzioni per risolvere problemi di limitazioni all’export dei salumi, della carne suina e degli altri prodotti freschi, che ci provocano danni ogni anno per 250 milioni di Euro. La mancata vendita stimata è, solo per gli USA, di circa 2.000 tonnellate, con un danno per le imprese di trasformazione che può essere quantificato in circa 18 milioni di euro ogni anno” ha continuato Lisa Ferrarini.

APHIS ufficialmente ha dichiarato di aver valutato il rischio derivante dall’importazione di prodotti a base di carne suina a breve stagionatura dall’Italia e di aver ritenuto che le misure di sorveglianza, prevenzione e controllo attuate dall’Italia nelle quattro regioni e due province autonome in esame sono soddisfacenti per autorizzare l’importazione negli Stati Uniti dei salumi italiani.

“Affinché possano partire i primi prodotti occorrerà aspettare la conclusione dell’iter procedurale, che salvo complicazioni, potrebbe avvenire entro giugno 2013” ha concluso la Presidente.

















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