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Scandiano: Tares, Mammi chiede fronte comune con le associazioni datoriali per togliere almeno l’addizionale

La legge di stabilità, approvata il 21 dicembre scorso, ha contribuito a meglio definire la nuova Tares, il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi che ha sostituito le tariffe TIA 1 e TIA 2  e la vecchia tassa sui rifiuti Tarsu, già contestualmente soppresse a partire dal 1 gennaio.

Il nuovo tributo comunale (che verrà riscosso per il 2013 tramite Iren in tempi non ancora definiti) sarà finalizzato alla copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento: i Comuni ancora una volta sono chiamati a fungere da esattori, poiché i corrispettivi introitati tramite Tares saranno poi tagliati dallo Stato in termini di riduzione dei trasferimenti agli Enti Locali.

Non è ancora possibile dire concretamente di quanto cambierà l’importo da pagare: quel che è certo è che la Tares prevede anche un’addizionale decida dallo Stato pari a 30 centesimi di euro per ogni metro di superficie assoggettato a tassa. Questa addizionale andrà ai comuni, che però vedranno contestualmente ridotti i trasferimenti di pari importo. Anche per il comune di Scandiano, i coefficienti e le metodologie di calcolo saranno le medesime del 2012, con una quota fissa ed una variabile, commisurate ai mq di produzione del rifiuto ed al numero di componenti della famiglia per le utenze domestiche. Per le utenze non domestiche invece, il calcolo è riferito alle quantità e tipologie medie di rifiuto prodotto, così come in passato, ma la formulazione per l’identificazione delle superfici è diversa e comprende superficie occupata e aree scoperte pertinenziali.

E’ inoltre importante ricordare che a Scandiano la determinazione della scadenza delle rate è stata rinviata dal Consiglio comunale a data da definire, e comunque non prima di aprile.

“E’ vero – ricorda il Sindaco Alessio Mammi – la Tares ha il pregio di superare l’attuale pluralità di dispositivi (di tipo tributario e patrimoniale), ma si rende urgente un intervento concertato di revisione normativa, e come richiesto dall’ANCI si potrebbe rendere necessaria una congrua proroga dell’entrata in vigore del nuovo tributo. Resta evidente che ancora una volta a pagare sono i cittadini e le imprese, già al limite dell’imposizione fiscale e tributaria: con la Tares arriva un’altra pesante stangata, che va soprattutto ad aggravare la pressione finanziaria sulle famiglie più numerose. Ad oggi non abbiamo ancora il quadro dei potenziali pagamenti ai quali saranno sottoposti gli scandianesi, ma quel che è certo è che alla fine a risparmiare saranno purtroppo in pochi, e questo aspetto in un momento così difficile per l’economia nazionale e locale, aggrava ancora di più una situazione già pesante. Di certo non ci guadagna il Comune, chiamato ancora una volta a fare da esattore per conto dello Stato, per un’imposizione fiscale che nulla lascia sul territorio. Ritengo sia un metodo non corretto per determinare la tassazione, perché improntato su quel centralismo che gli enti locali continuano giustamente a contrastare e combattere, nel tentativo di preservare almeno una minima autonomia sui territori. Sono d’accordo con quanto le associazioni datoriali e di categoria hanno dichiarato in questi giorni a proposito della Tares, e penso che occorra fare fronte comune per chiedere al prossimo governo che si insedierà dopo le elezioni, di rivedere profondamente questa decisione, e soprattutto togliere il balzello di 30 centesimi dell’addizionale, profondamente ingiusto e iniquo”.

















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