Si è svolta, nella mattinata di lunedì 21 gennaio, una nuova visita della delegazione composta da Cgil, Pd, Sel e rete Primo Marzo, al Cie di Modena. Presenti alla visita le parlamentari Pd Manuela Ghizzoni e Mariangela Bastico, assieme alla candidata alla Camera e portavoce nazionale della rete Primo marzo, Cécile Kyenge, a Paola Manzini di Sel, Fiorella Prodi, Cgil e Fatima Hasani, Cls-Cgil. Il sindacato di categoria della Cgil si prepara, tra l’altro, ad uno sciopero con presidio in Prefettura per il 25 gennaio.
Al Centro di identificazione ed espulsione di Modena, attualmente, vi sono 38 trattenuti, con un tempo medio di permanenza di 25 giorni, provenienti prevalentemente da Marocco e Tunisia “di cui almeno cinque con problemi di tossicodipendenza: un dato che indica alcune criticità in tema di diritto alla salute, garanzia di cure adeguate e compatibilità con il trattenimento. Sarebbero anche da perfezionare gli accordi fra Ausl e il consorzio Oasi per garantire le prestazioni in tempi più celeri” – ha dichiarato Cécile Kyenge. Il numero di coloro che arrivano dal carcere resta una percentuale ancora elevata “non si comprende perché non siano rimpatriate persone già in possesso di documenti identificativi” ha detto Fatima Hasani, Cls-Cgil, che, a seguito del suo primo ingresso al Cie, ha voluto lanciare un appello ai Consolati per il disbrigo delle pratiche. “Non tutti i trattenuti al Cie vengono direttamente rimpatriati: alcuni sono indirizzati ad altri Cie, qualcuno a Trapani per i colloqui con il console di riferimento, perciò riteniamo importante l’intensificazione dei rapporti diplomatici con i paesi d’origine in modo da rendere più tempestivi i tempi d’identificazione ed eventuale rimpatrio – ha commentato Manuela Ghizzoni – Questa ennesima visita costringe a riprendere valutazioni più complessive già fatte in precedenza sulla funzione di strutture nate con altra missione, poi disattesa da molti punti di vista. La prossima legislatura dovrà quindi assumersi l’impegno di ripensare completamente la funzione di queste strutture e, più in generale, dovrà affrontare il tema dell’immigrazione a partire dal diritto di cittadinanza per chi è nato in Italia: anche oggi abbiamo incontrato chi vi è trattenuto per irregolarità amministrative, ma che vive in Italia da vent’anni”. Dal punto di vista dei diritti resta sospeso l’avvio dello sportello legale richiesto anche dalla garante Desi Bruno “è confermato e pare d’imminente apertura ma deve essere formalizzato l’accordo fra Prefettura e Ministero: auspichiamo che giunga in tempi brevi per garantire ai trattenuti una maggiore conoscenza legale sulla loro condizione” ha spiegato Paola Manzini di Sel. Caldo anche il punto relativo al mancato pagamento dei salari dei lavoratori dell’Oasi verificatosi a Modena e, recentemente, anche in altre strutture gestite dal Consorzio. Secondo Mariangela Bastico “Il Ministero non paga le fatture da sei mesi e conseguentemente le Prefetture non stanno rispettando i tempi di pagamento al Consorzio: porremo al prefetto il problema della mancanza di stipendio per i lavoratori. Così come troppo lente sono le risposte della Prefettura per consentire alcune attività ai trattenuti: piccoli lavori, come tinteggiare le pareti, e corsi di lingua italiana per ridurre il grande vuoto nel quale vivono”. La Cgil, che in mattinata ha avuto accesso agli atti relativi alla convenzione tra Prefettura di Modena e consorzio Oasi, da mesi ha sollevato il problema dei lavoratori. “I dipendenti del Cie di Modena, 25 persone impiegate a diverso titolo e professionalità, sono fermi allo stipendio di ottobre. La SP-Cgil lancia uno sciopero con presidio dei lavoratori davanti alla Prefettura di Modena nella mattinata del 25 gennaio prossimo per rivendicare il regolare pagamento degli stipendi”.