Con l’approvazione definitiva in Parlamento dell’emendamento sul rimborso dei danni da sisma si è segnato un punto molto importante: è stato affermato, finalmente, il principio del diritto del cittadino colpito dal sisma al risarcimento integrale dei danni all’abitazione principale. È un risultato importante per il quale ci siamo sempre battuti e su cui avanziamo due considerazioni.
La prima, amara, è che ai cittadini della bassa sono voluti 8 mesi, in cui si sono alternate mobilitazione e proteste, per far capire a un governo cieco e sordo al grido di dolore della bassa che il rimborso integrale del danno da sisma non è una concessione ma il riconoscimento di un diritto! E il modo superficiale e offensivo con cui questo governo ci ha trattato (“la ricostruzione dell’Emilia è un lusso che non ci possiamo permettere” diceva un sottosegretario) non potrà mai essere perdonato.
La seconda è che ora la Regione deve rendere facilmente accessibili le risorse a disposizione e procedere velocemente con le ordinanze relative, magari anche semplificandole. Perché è indubbio che a causa dell’inadeguatezza di un governo che ha considerato il terremoto una seccatura economica abbiamo perso mesi preziosi in cui i più deboli economicamente (famiglie e piccole imprese) sono rimasti indietro. Questo nella consapevolezza che le risorse a disposizione non sono in ogni caso sufficienti a coprire l’intero patrimonio immobiliare danneggiato, dal momento che, lo ricordiamo sempre, i conti ci dicono che a fronte di un danno stimato in 13.2 miliardi abbiamo a disposizione 9 miliardi di €.
Il Pd chiama questa strategia la “politica dei piccoli passi”, inevitabile in una vicenda così complessa. Secondo noi se fin dall’inizio fossero state dette con chiarezza quali sono state le gravi responsabilità dell’esecutivo Monti nella gestione del post-sisma forse oggi avremmo fatto qualche passo in più.
(Stefano Lugli – segretario PRC Federazione di Modena, Candidato alla Camera nella lista di Rivoluzione Civile con Ingroia premier)