“Il costo di un modulo abitativo medio, di una dimensione tra i 45 e i 60 metri quadri, corrisponde a circa 26 mila euro, ma le imprese fornitrici hanno sottoscritto una clausola che prevede che dopo due anni dovranno riacquisirli, restituendo per ognuno circa 6 mila euro. Quindi la spesa reale per ogni modulo sarà di circa 20 mila euro, a cui si deve aggiungere una somma corrispondente per i costi di acquisizione e urbanizzazione delle aree in cui sono stati collocati. Le aree urbanizzate, una volta finita l’emergenza, saranno liberate dai moduli e rimarranno nella disponibilità delle amministrazioni locali come aree di protezione civile. Il ricorso ai moduli è stato necessario in alcuni Comuni, dove danni molto estesi hanno reso impossibile reperire abitazioni ordinarie”.
E’ la precisazione che arriva dalla Struttura commissariale per la ricostruzione delle aree dell’Emilia colpite dal terremoto del maggio scorso, a proposito di alcune notizie di stampa sul tema dei costi dei moduli abitativi d’emergenza.
“La soluzione dei moduli abitativi è stata inoltre una scelta obbligata – si chiarisce – La legge 134/2012 consente di utilizzare i fondi stanziati unicamente per l’emergenza e per la realizzazione di soluzioni temporanee e rimovibili, così come il fondo di solidarietà costituito dall’Unione Europea. La Regione Emilia-Romagna, infatti, per l’acquisto di alloggi pronti, ha dovuto destinare tutte le risorse disponibili del proprio bilancio, circa 25 milioni di euro”.
La Struttura commissariale, prima di adottare la soluzione dei moduli temporanei, ha verificato se ci fosse la possibilità di percorrere strade alternative. “In tutta l’area terremotata i moduli sono solo 750, a cui vanno aggiunte le strutture rurali – si aggiunge – Questa soluzione è stata adottata soltanto in 7 Comuni su 57, Novi, Cavezzo, S. Felice, S. Possidonio, Concordia, Mirandola e Cento. Si è resa necessaria per garantire continuità alla vita di comunità, anche nelle zone in cui la seconda scossa è stata di tale intensità che l’alto livello di danneggiamento ha reso impossibile reperire abitazioni ordinarie”.
Per quanto riguarda l’unico lotto che non è ancora completato e che registra un significativo ritardo nella consegna, la Struttura commissariale insieme al sindaco di San Felice Alberto Silvestri ha incontrato l’impresa questa mattina a Bologna. “Abbiamo chiesto all’impresa di intensificare al massimo i lavori per recuperare il ritardo, dovuto a problemi aziendali, e per consentirci di consegnare gli alloggi entro febbraio – si conclude – L’impresa si è impegnata a riformulare insieme alle amministrazioni locali il calendario delle consegne”.