L’intervento di restauro commissionato dalla Fondazione di Vignola per la Rocchetta, e ora portato a compimento, ha come obiettivo sia di consolidare una parte importante della Rocca, ma anche di riaprire al pubblico un’area non conosciuta né accessibile, mediante un servizio di guide organizzato dalla Fondazione.
Il progetto architettonico è stato affidato a Progettisti associati di Sassuolo e il responsabile del progetto è l’architetto Vincenzo Vandelli; il progetto strutturale è stato eseguito dallo Studio tecnico Ing. Roberto Luppi di Vignola; la progettazione degli impianti elettrici e di illuminazione è stata affidata allo Studio associato di tecnica industriale Minghelli, sempre di Vignola, di cui è responsabile Diego Matsechek.
La Rocchetta, posta a nord della Rocca di Vignola, è ben distinguibile dal restante nucleo fortificato ed è costituita da due blocchi a fianco del più antico nucleo castellano. Fu costruita in due fasi: il corpo delle “Munizioni” da Uguccione Contrari tra il 1402 e il 1406; l’innesto di una torre a rondella nella seconda metà del Quattrocento.
Le ricerche storiche portate a termine dal Centro di documentazione della Fondazione di Vignola, hanno confermato come la Rocca, una volta recuperata la propria importanza strategica all’interno della politica degli Este, passata sotto il diretto controllo della famiglia Contrari, sia stata oggetto di una radicale trasformazione. Attorno al nucleo iniziale, contraddistinto dall’alta Torre di Nonantola, i primi ampliamenti videro proprio la costruzione del cosiddetto corpo delle “Munizioni” (toponimo che ne indica immediatamente la funzione originaria a deposito di armi e vettovaglie), posto lungo il versante nord a ridosso delle mura di cinta e del nuovo ingresso fortificato alla stessa Rocca. Il tutto nell’intento di rafforzarne il sistema difensivo.
In aggiunta alle ricerche del Centro di Documentazione, sono seguite le analisi archeologiche condotte dall’Università Cà Foscari di Venezia e delle malte eseguite dal prof. Stefano Lugli dell’Università di Modena e Reggio Emilia su incarico sempre della Fondazione di Vignola. Queste hanno permesso ulteriori approfondimenti, fornendo preziose informazioni non solo sulla storia e l’evoluzione di questo cantiere, ma anche sulle tecniche costruttive e i materiali adottati.
La stato di questa parte del monumento che presentava l’assenza di una copertura in laterizio in alcune delle aperture di maggiore dimensioni, ha causato l’insorgere di stillicidi che hanno compromesso la muratura sottostante e della scarpata castellana.
Lo stillicidio dovuto alle acque provenienti dalla copertura ha inoltre gravemente compromesso lo stato della pavimentazione in laterizio che presentava fratturazioni non sicure al calpestio, distacchi e giunti compromessi. Anche la copertura lignea, dopo specifiche indagini, ha mostrato uno stato di grave e generalizzato degrado, nonché l’utilizzo di materiali non idonei e non congrui con le tecniche costruttive originali, nei lavori di restauro del passato. Per quanto riguarda la copertura esterna in coppi, c’erano elementi fuori posizione, danneggiati o rotti e questo ha favorito infiltrazioni d’acqua all’interno e la caduta di frammenti.
Considerando la fascia dei Camminamenti, anche la muratura perimetrale, i parapetti, i pilastri e gli elementi di sostegno in muratura presentavano segni evidenti di danneggiamento, che hanno necessitato di interventi di consolidamento e ripristino.
Il restauro ha previsto una fase di pulitura e una fase di consolidamento e la filosofia dell’intervento non è stata quella di ricomporre l’integrale continuità del rivestimento, ma quella di bloccare per quanto possibile i processi di degrado. Per le lesioni profonde è stato portato a termine, invece, un puntuale intervento di sigillatura e di stuccatura con malta dalle caratteristiche vicine a quanto esistente.
Nel corso dei restauri sono emerse evidenti tracce di affreschi sui muri perimetrali, a ulteriore conferma del fatto che, in origine, la Rocca era interamente affrescata sia all’interno che all’esterno.
E poi è stata ultimata una pulizia superficiale e un trattamento contro muschi e licheni che dovrà essere ripetuto negli anni a venire; sono state posate idonee ringhiere in ferro per la messa in sicurezza degli sbalzi e sostituiti serramenti e impianti antipiccione.
Si è previsto anche la posa di una nuova illuminazione, realizzazione particolarmente delicata non solo per l’importanza e il carattere architettonico degli spazi, ma anche per l’impatto dell’interno sull’esterno che inevitabilmente si viene a produrre data la presenza delle aperture sulla sommità della Rocchetta e dei camminamenti.
Il restauro ha avuto il costo complessivo di 900.000,00 euro.