“Dopo il successo di partecipazione registrato gli scorsi anni, riprende il prossimo mese di maggio, nelle domeniche 12 e 19, il ciclo di visite guidate aperte al pubblico al sito archeologico di Montegibbio. Si tratta di un luogo straordinario sotto molteplici punti di vista che non smette mai di sorprendere. Oltre a fornirci uno spaccato sulle caratteristiche degli insediamenti e della cultura di epoca romana, le recenti scoperte degli archeologici, confermano il sito archeologico di Montegibbio come un ‘unicum’ anche sotto il profilo geologico, una sorta di libro aperto sulla storia del nostro territorio e sui drammatici sconvolgimenti geologici, legati a probabili eruzioni di salse ed eventi tellurici, che hanno colpito e plasmato nei secoli non solo l’ambiente ma secoli di vita dei primi abitanti di queste zone. Purtroppo, pur nella sua straordinarietà, questo sito a cielo aperto rischia di essere ricoperto, se non si troveranno risorse e contributi per garantirne una adeguata copertura in grado di proteggerla dagli agenti atmosferici. L’Amministrazione comunale di Sassuolo continuerà a sostenere, pur nei limiti di spesa, ogni azione tesa alla conoscenza e alla valorizzazione del sito di Montegibbio, ma per garantire la sopravvivenza ed un futuro al sito serve il contributo di tutti. Per questo facciamo appello anche ai privati affinché attraverso la partecipazione alle visite o con contributi volontari, aiutino a sostenere le attività di scavo, di studio dei manufatti, e di protezione degli stessi che, ne siamo certi, non mancheranno di riservare altre straordinarie sorprese”.
Lo ha affermato l’Assessore alla cultura Claudio Corrado introducendo la conferenza stampa che si è svolta questa mattina, martedì 30 aprile, in Municipio a Sassuolo, alla presenza dell’archeologa Francesca Guandalini, direttrice degli scavi e Francesco Benassi coordinatore delle attività.
“Il lavoro condotto dagli archeologi e dai geologi durante le ultime campagne di scavo, che hanno messo in luce i resti di una struttura votiva riferibile al tardo periodo repubblicano, probabilmente destinata al culto di Minerva, ed il rinvenimento di una preziosa coppa con l’iscrizione O MINER SVM (Io sono dedicata alla dea Minerva), risalente al II-I secolo a.C, ora custodita al Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena – ha affermato Francesca Guandalini illustrando le immagini del sito rielaborate da Francesco Benassi e Simona Scaruffi per la recente conferenza tenutasi presso il Museo di Modena grazie ad un’originale proposta divulgativa della direttrice dott.sa Ilaria Pulini – stanno permettendo di tracciare e ripercorrere la storia geologica della zona.
Esaminando le torsioni e le deformazioni sia in senso orizzontale che verticale subite dai muri perimetrali e dai pavimenti sia della villa romana sia del vicino luogo di culto, è stato possibile ripercorrere il susseguirsi di eventi geologi drammatici e allo stesso prodigiosi generati dalla Madre Terra, eventi naturali catastrofici confermati anche dalle testimonianze di cronisti che hanno raccontato la storia particolare del territorio di Montegibbio in cui sono documentati sismi locali ed eruzioni di vulcani di fango (le cosidette salse) fino al 1835. Dai dati archeologici del sito di Montegibbio emerge come tali eventi anche in epoca antica abbiano modificato la vita degli antichi abitanti delle zona, spingendo in alcuni casi all’abbandono per decine di anni delle aree stesse.
Nessuno può pensare oggi di conservare alcune abitazioni della zona epicentrale del sisma della Bassa modenese musealizzandole a futura memoria poiché si tratta di strutture vive, in uso. L’opportunità che Montegibbio offre, tra le altre, è invece proprio quella di poter conservare qualcosa del genere, ossia i segni di fenomenologie naturali estreme, fissate in strutture archeologiche che la Storia stessa ha già provveduto a ricoverare fuori dai circuiti d’uso quotidiano”.
La presentazione delle scoperte emerse dagli scavi archeologici è stata accompagnata dalla presentazione del nuovo ciclo di visite guidate aperte al pubblico al sito archeologico, promosso dal servizio attività culturali del Comunale di Sassuolo, e la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, che si svolgeranno nelle domeniche del 12 e del 19 maggio.
In entrambe le giornate saranno due i turni di visita, alle ore 10,30 e alle ore 16,30, con ritrovo presso il parcheggio del castello. Qui i partecipanti percorreranno a piedi il sentiero che conduce alla sede dello scavo dove gli archeologi e gli studenti che in questi anni si sono occupati delle attività di scavo illustreranno sul campo gli sviluppi delle varie campagne di indagine e le linee su cui si muoveranno i prossimi interventi.
A testimonianza della particolarità e dell’importanza rappresentata a livello nazionale, il sito archeologico di Montegibbio sarà al centro di un convegno nazionale di archeosismologia organizzato dalla Direzione Nazionale per l’antichità e la direzione Nazionale dell’INGV, che si svolgerà prossimamente a Bologna, e che avrà proprio nella visita della comunità scientifica-culturale, anche straniera, al sito sassolese, una probabile appendice.
Al termine della conferenza l’Assessore alla cultura Claudio Corrado ha rivolto un ringraziamento alla Soprintendenza, in particolare al dottor Donato Labate, per il lavoro fin qui svolto per la conoscenza, la valorizzazione e la promozione di questo patrimonio archeologico.
Per informazioni e prenotazioni sulle visite del 12 e del 19 maggio
GAM (Gruppo Archeologico di Montegibbio) 3466308488
Pagina facebook “Scavo archeologico di Età Romana a Montegibbio, Sassuolo, Modena”