È una serata da non perdere quella che si annuncia per giovedì 13 giugno, a Novi di Modena, uno dei comuni più colpiti dal terremoto dello scorso anno. Arti Vive Festival arriva in paese, nel parco della Resistenza, con un paio di spettacoli, ad ingresso gratuito, a partire dalle ore 21: il “Best of” del grande clown spagnolo Leo Bassi e i Tony Clifton Circus, che di Bassi sono considerati i figli putativi.
Già ospiti affezionati di Arti Vive Festival in precedenti edizioni, i Tony Clifton Circus (che si autodefiniscono come i clown più odiati dalle mamme italiane) tornano col il loro spettacolo di culto: “Rubbish rabbit”. In scena due clowns acidi e un musicista, che si abbandonano alle loro fantasie ludiche, non meno che al loro istinto nero. Alla base c’è l’irrazionale godimento che nasce dal mettere in scena tutto quello che avrebbero voluto fare quando erano bambini e non gli è stato concesso di fare. Ne viene fuori un disordinato mosaico di libertà e frustrazione, risate viscerali e pugni allo stomaco, poesia tramutata in sangue e stupidità estremizzata fino a divenire pensiero. Lo spettacolo si snoda attraverso provocazioni verbali e azioni apparentemente assurde con lo scopo di creare una situazione progressivamente sempre più disarmante e iperreale, tanto da poter indurre nel pubblico uno stato di coinvolgimento tale da fargli credere che tutto, nel teatro come nella vita, è possibile.
Leo Bassi è un personaggio eclettico e sorprendente, i suoi spettacoli sono sempre cangianti, al servizio dello spettatore, forse proprio questa è la chiave del suo successo mondiale. Erede di una stirpe di clown che ha fatto della risata un’arma pacifica per il cambiamento, recupera i momenti più divertenti di tutti i suoi spettacoli. Si tratta di un lavoro personale e intimo nel quale tornare a incontrarsi con le proprie creazioni.
Anni fa venne definito come il “buffone più pericoloso di Spagna”. Del resto i poteri forti sono da sempre il bersaglio preferito dei suoi spettacoli corrosivi e scorretti. “Per me, oggi, il mio lavoro”, spiega Bassi, “serve a contrastare una deriva di crisi che riguarda il mondo occidentale. Preso in questa accezione, il lavoro dei teatranti è molto vicino ad esempio a quello di gruppi di hacker come Anonymous, informatici che non vogliono piegarsi allo strapotere dei banchieri. Abbiamo possibilità di vincere? Se l’unità di misura temporale sono i secoli, sono molto ottimista. Ma parlando del prossimo futuro, vedo le cose sempre più difficili”.
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