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Un weekend nel nome di Matilde: Premio 2013 e abbattimento dell’ecomostro di Canossa

premio-matilde-ecomostroUn fine settimana dedicato a Matilde di Canossa con una serie di iniziative, promosse dalla Provincia di Reggio Emilia, legate al nome della grande contessa: l’assegnazione del Premio Matilde 2013 a una donna distintasi nell’ambito della cultura, dell’azione politica o sociale e l’avvio dell’abbattimento della porcilaia di Canossa, l’ecomostro che deturpa un paesaggio di indubbia bellezza e di grande valore storico, quello dominato dalla Rupe e dal Castello. Entrambe le iniziative sono state presentate questa mattina in Provincia dalla presidente Sonia Masini, dal sindaco di Canossa Enzo Musi e dal vicesindaco di Quattro Castella Alberto Olmi insieme al presidente del Grade Paolo Avanzini. Anche l’edizione 2013 del Premio Matilde confermerà infatti il felice connubio con il mondo del volontariato, in particolare con il Gruppo amici dell’ematologia che sta raccogliendo fondi per il nuovo polo oncoematologico del Santa Maria Nuova. Presente anche il sindaco di San Benedetto Po (Mantova), Marco Giavazzi, in quanto le iniziative rappresentano di fatto l’avvio di un cammino comune che – insieme anche alla Provincia di Mantova – porterà i territori reggiani e mantovani a celebrare insieme nel 2015 i 900 anni dalla scomparsa di Matilde di Canossa.

Sarà la consegna del Premio Matilde 2013, venerdì 20 settembre (ore 18.30), ad aprire il weekend dedicato alla contessa. La cerimonia si terrà Chiesa di Sant’Antonino di Quattro Castella e sarà allietata da spettacoli medioevali delle contrade della Corte, Monticelli e Maestà della Battaglia e da un concerto di Micrologus Ensemble. Al termine della consegna del Premio Matilde (ore 21 circa, agriturismo di Montebaducco) si terrà una cena di solidarietà a favore del Grade (costo 35 euro, info e prenotazioni: Provincia di Reggio Emilia, tel. 0522.444145 oppure 0522.444159, mail: f.correggi@provincia.re.it – Grade Onlus, tel. 0522.296888, mail: roberto.abati@asmn.re.it). “Siamo davvero grati alla Provincia per l’attenzione che da tempo mostra nei nostri confronti” ha detto il presidente del Gruppo amici dell’ematologia, Paolo Avanzini, annunciando che “i lavori di costruzione del polo oncoematologico stanno procedendo e speriamo di avere come regalo di Natale per il 2014 questa nuova struttura che permetterà alla nostra città un piccolo salto di qualità grazie a un luogo in cui sarà riunita tutta la fase di assistenza e di ricerca per pazienti con malattie del sangue”.

La giornata di domenica 22 settembre (dalle 15.30 a sera) sarà invece dedicata all’atteso avvio dell’abbattimento della porcilaia di Canossa, l’ecomostro di Canossa che da troppi anni deturpa uno dei più bei paesaggi italiani, dominato dalla Rupe del Castello, testimone di un avvenimento storico senza precedenti: i tre giorni al freddo e al gelo dell’imperatore Enrico IV di Germania in attesa del perdono dal Papa. Così come avvenuto nel maggio del 2006 con la spettacolare implosione dell’ecomostro di Castelnovo Monti, il famigerato “albergo dei polli” di Felina, anche per la distruzione della porcilaia di Canossa la Provincia, coinvolgendo associazioni ambientaliste e culturali , promuoverà una vera e propria festa popolare, con musiche ed eventi che accompagneranno ai piedi del castello, che potrà ovviamente essere visitato. A differenza di quanto avvenne a Felina, in considerazione della sensibilità geologica dell’area l’abbattimento non potrà essere altrettanto…esplosivo, ma l’avvio dei lavori che nelle prossime settimane vedranno ruspe e bulldozer impegnati nella demolizione della porcilaia sarà ugualmente spettacolare e suggestivo. La festa per l’avvio dell’abbattimento dell’ecomostro sarà preceduta, venerdì 20 (ore 10), da un incontro riservato alle scuole: ai piedi del Castello, saranno il professor Paolo Golinelli e l’architetto Walter Baricchi ad illustrare ai ragazzi rispettivamente il valore storico e quello paesaggistico del territorio canossano.

“L’abbattimento dell’ecomostro di Canossa chiude simbolicamente il lungo e proficuo lavoro che la Provincia di Reggio Emilia ha condotto durante gli ultimi due mandati amministrativi a favore della salvaguardia e della promozione del nostro territorio, a partire dalla bellezza di un paesaggio così carico anche di storia, come appunto le terre di Canossa, ma purtroppo così troppo spesso violato – ha sottolineato la presidente Sonia Masini – Un’ampia strategia che ha prodotto risultati importanti ed eclatanti come appunto l’implosione dell’ecomostro di Felina nel 2006, la grande mostra “Matilde e il tesoro dei Canossa, tra castelli e città” e l’apertura del nuovo casello autostradale “Terre di Canossa” nel 2008, che la scorsa primavera, al termine di un lavoro di squadra che ha saputo coinvolgere tutte le realtà reggiane, ci ha permesso di valorizzare le nostre eccellenze enogastronomiche e non solo attraverso i quattro giorni di “InFormaRe” e che ci porterà tra pochi giorni ad abbattere l’ecomostro di Canossa e nei prossimi mesi a celebrare il Novecentenario della morte di Matilde nel 2015. E sempre a questo nostro impegno a favore della sensibilizzazione e valorizzazione del territorio reggiano si deve tutto il fondamentale lavoro svolto attraverso il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) approvato nel 2010. Un lavoro magari più ‘tecnico’ e dunque più nascosto, ma fondamentale per far sì che il nostro paesaggio non debba più subire quell’aggressione indiscriminata che nei decenni passati ne ha compromesso il volto e per promuovere una politica di maggior tutela che sappia integrare in modo avveduto le esigenze di sviluppo, abbandonando uno sbagliato e superato approccio culturale all’edilizia nell’auspicio che, in futuro, di ecomostri non ne nascano più e non se ne debbano più abbattere”.

La soddisfazione dei sindaci

“Siamo davvero felici di arrivare in fondo a un progetto così ambizioso, iniziato dal Comune nel 2003 – ha commentato il sindaco di Canossa Enzo Musi – Da soli non ce l’avremmo fatta. Oggi grazie alla collaborazione di Provincia e Regione abbiamo raggiunto l’obiettivo di abbattere la porcilaia e valorizzare un paesaggio davvero unico”.

“Quest’anno la chiesa di Sant’Antonino, riportata alla sua bellezza grazie a un intervento di restauro, farà da cornice al Premio Matilde. Un appuntamento che non è solo una riflessione sul passato, attraverso una figura femminile importante della nostra storia, ma anche sul futuro. E’ un momento di imprenditoria sociale e culturale, con la raccolta fondi per il polo oncoematologico e le contrade, e di imprenditoria turistica che l’esperienza dell’agriturismo di Montebaducco ben rappresenta”, ha aggiunto il vicesindaco di Quattro Castella Alberto Olmi.

Con Mantova verso Expo 2015

Presente alla conferenza stampa anche il sindaco di San Benedetto Po (Mantova), Marco Giavazzi, che presiede l’unione di una ventina di comuni mantovani legati all’impronta indelebile lasciata da Matilde di Canossa attraverso le pievi. “Province e Comuni di Reggio Emilia e Mantova – hanno detto Giavazzi e la presidente Masini – intendono infatti proseguire la collaborazione avviata negli anni sul finire del secolo scorso con il Premio Matilde e continuata con le mostre del 2008 per celebrare insieme il Novecentenario della morte della contessa nel 2015, anno dell’Expo a Milano che porterà milioni di visitatori anche in Emilia-Romagna. Questi luoghi bellissimi e ricchi di storia non possono farci cogliere impreparati ma, anzi, devono rappresentare anche dal punto di vista economico ed occupazionale una opportunità per i nostri territori, a partire dai giovani”.

Scheda/La storia di Canossa e del suo ecomostro

L’ecomostro di Canossa da anni deturpa uno dei più bei paesaggi italiani, testimone di un avvenimento storico senza precedenti: i tre giorni al freddo e al gelo dell’imperatore Enrico IV di Germania in attesa del perdono dal Papa. In quei lontani giorni il destino dell’Imperatore è in mano ad una donna, la Gran Contessa Matilde di Canossa, che domina sulla Toscana, su parte dell’Emilia Occidentale e della Lombardia, ed è alleata del Papa contro l’Imperatore. Per raggiungere il sud e Roma, l’Imperatore – che è stato scomunicato da Gregorio VII- deve passare l’Appennino, ma i Castelli di Matilde dominano i passi e sono imprendibili: per questo nel 1077 Enrico IV è costretto a umiliarsi e a chiedere perdono.

Proprio nella suggestiva vallata ai piedi di un Castello così carico di storia, nei primi anni Sessanta venne costruita la tristemente nota porcilaia di Canossa: un massiccio fabbricato di ben 12.000 metri cubi di volumetria utilizzato per l’allevamento di suini, ma da diversi anni abbandonato. Da tempo la Provincia di Reggio Emilia, in particolare nell’ambito della Biennale del Paesaggio avviata nel 2005 e patrocinata tra gli altri dal Ministero dei Beni culturali, ha tra gli obiettivi del proprio mandato la demolizione di questo ecomostro, al quale in passato aveva provato a provvedere anche il Comune di Canossa. Per il suo impatto paesaggistico fortemente negativo rispetto ad una zona di così notevole interesse pubblico ai sensi dell’articolo 136 del Codice dei beni culturali, tanto per la Provincia quanto per il Comune di Canossa la porcilaia ha infatti tutte le caratteristiche per essere dichiarata opera incongrua sulla base della Legge regionale 16/2002 e la sua distruzione è stata prevista anche dal Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) approvato dal Consiglio provinciale nel 2010.

Per l’abbattimento dell’ecomostro e il ripristino naturalistico dell’area è prevista una spesa di 900.000 euro, 600.000 dei quali coperti da risorse regionali che la Provincia di Reggio Emilia ha ottenuto attraverso il Programma attuativo regionale del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013, così come previsto dall’Intesa per l’integrazione delle politiche territoriali sottoscritta lo scorso 18 luglio a Palazzo Allende.

Albo d’oro Premio Matilde

1985 – Rita Levi-Montalcini, scienziata

1986 – Adriana Zarri ,teologa

1988 – Piera degli Esposti, attrice

1991 – Margherita Hack, astrofisica

2008 – Maria Nowak, economista francese di origine polacca

2010 – Marguerite Barankitse, volontaria nota come l’Angelo del Burundi

2011 – Alessandra Ferrajoli, ricercatrice (edizione speciale 150° Unità d’Italia)

















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