È un ritorno alle origini quello che vede Odo Camillo Turrini, maestro e ambasciatore della scultura ceramica e Raku, presentare una nuova personale d’arte proprio nel cuore del distretto ceramico, in concomitanza con l’avvio del Cersaie 2013. Un ritorno che, con un intenzionale collegamento logico, proporrà al pubblico il ciclo di sculture che ha inaugurato la ricerca artistica di Turrini. “Percorsi di solitudine”, questo il titolo della mostra e della serie esposta, si terrà dal 24 settembre, per quattro weekend, nella splendida cornice settecentesca di Villa Giacobazzi, presso il parco Vistarino di Sassuolo.
L’inaugurazione è prevista martedì 24 settembre alle ore 18.00, all’interno della Sala dei delfini e della Sala dei gigli dell’antica dimora storica, recentemente recuperata e restaurata al fine di condividere con i cittadini molteplici eventi artistici e culturali. Patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Sassuolo, l’esposizione si protrarrà in Villa fino a domenica 20 ottobre e sarà aperta al pubblico il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
«È una sorta di ricerca antologica, quella dei ‘Percorsi di solitudine’ – chiarisce Odo Camillo Turrini –, attraverso la quale ho voluto studiare un’evoluzione e un divenire che abbracciano il grande mistero della vita, dal concepimento alla morte, attraverso le tante tappe che caratterizzano il nostro passaggio terreno». Un messaggio che rappresenta un invito alla riflessione sull’esistenza e sul suo significato più profondo, sull’individualità e sulla solitudine di ogni essere umano, perché, anche se è essere sociale per eccellenza, e si muove in contesti identificati e identificabili, «l’uomo ha questa eterna percezione di solitudine che lo condiziona al cospetto dell’esistenza e del suo essere parte di un insieme infinitamente più grande».
Ad accompagnare questo ciclo di opere d’arte ceramica saranno le forme armoniose e i moderni lineamenti della serie ‘Gli Abbracci’, l’ultima fatica, in ordine temporale, dell’artista emiliano, che così, quasi a chiudere un cerchio, suggerisce il modo forse più semplice per porre fine al percorso di solitudine di ciascuno: «In un’epoca contraddistinta dalla materialità, dalla frenesia e dall’individualismo, solo la condivisione e l’incontro autentico con chi cammina al nostro fianco possono portarci al raggiungimento di quella serenità che si sprigiona ogni qualvolta abbiamo la possibilità di sperimentare e vivere la potenza e la bellezza di un Abbraccio vero».
Odo Camillo Turrini, biografia in breve:
Odo Camillo Turrini nasce il 16 luglio 1954 a Gombola di Polinago (Mo). Concluso il periodo di studi tecnici a Modena, entra subito in contatto con la realtà ceramica del territorio e ne fa il suo punto di riferimento, che, nel tempo, si trasforma in una vera e propria vocazione artistica personale. Dopo un’esperienza di oltre 30 anni come professionista creativo nel comparto della ceramica industriale, nel 2004 Turrini decide di sviluppare a tempo pieno la sua inclinazione all’arte e la sua evidente manualità.
Inizia così il suo percorso artistico, caratterizzato da contatti con le più importanti scuole italiane di ceramica, la partecipazione a numerosi eventi pubblici ed esposizioni personali e collettive che gli valgono ampi consensi, dapprima in Emilia-Romagna, quindi in gallerie e sedi istituzionali collocate in tutta Italia.
In questi anni Turrini ha affinato il suo talento attraverso lo studio e l’esperienza, ritagliandosi uno spazio di tutto rispetto nel panorama artistico nazionale, complice anche un approccio quasi filosofico alla scultura. Il suo interesse è catturato dal mistero della vita dell’uomo, nelle sue sofferenze e nelle sue sfaccettature, così come nelle sue trasformazioni ed evoluzioni. Gradualmente, dal connubio tra tecnica manuale ed espressività estetica, si è sviluppato il suo stile, in principio figurativo, poi, via via, più astratto, contribuendo a delineare una figura di scultore tradizionale e moderna al tempo stesso.