Ieri sera ha fatto tappa all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno una delle ultime date dell'”Amo tour” la fortunata tournée che Renato Zero porta in giro per l’Italia da più di un anno. Un giro interminabile di date spesso “sold out” che ha determinato l’ennesimo successo dell’artista romano. Un doppio cd uscito in due parti che ha dato una buona mano alla riuscita e soprattutto alla longevità di questo evento. Un allestimento colossal, da gran teatro, insolitamente elegante per un palasport, un’orchestra di una ventina di elementi magistralmente diretta dallo storico maestro Renato Serio, un corpo di ballo di dodici elementi diretto da Bill Goodson, luci da gran soirée. Tutto perfetto. Un repertorio lungo quarant’anni snocciolato in tre ore di canzoni e di battute “alla Renato” che ancora una volta non si è risparmiato nel ricordare i suoi esordi difficili e i suoi primi successi raccolti proprio nei locali dell’Emilia Romagna, Modena in primis. Pubblico di ogni età dai 2 anni ai settanta. Omaggi a Lucio Dalla e Giancarlo Bigazzi ma non solo, durante il brano “il carrozzone” (metafora della vita e della morte) scorrevano sullo schermo i nomi di tutti quegli Artisti italiani che ci hanno lasciato troppo presto, da Battisti a Mia Martini a De Andrè.
Chiusura con “Il cielo” (come da copione) e ringraziamenti lasciando intendere che Renato presto tornerà a farsi vedere sui muri della vostra città (intanto la chiusura di questo tour è prevista per il 21 Febbraio al Palabam di Mantova). Ma prima di andarsene del tutto Renato vuole salutare Gianni Morandi presente in sala e chiama invece sul palco Marco Travaglio (seduto in prima fila) che dichiara apertamente di essere affetto da “zerofobia” acuta.
Allora alla prossima Renato.