premetto che, malgrado le distanze politiche, io sono tra quegli italiani che sperano realmente nel rinnovamento e che antepongono gli interessi della Nazione a quelli, ormai marci, dei partiti politici. E’ con grande sorpresa che ieri ho appreso dai mezzi di informazione che anche il Tuo Governo ha dovuto varare il famigerato decreto “salva Roma”, destinando al buco nero della Capitale ben 570 milioni di euro.
Sinceramente non me lo aspettavo.
Innanzitutto per il metodo: un Sindaco (Marino, ma poteva esser un altro) minaccia di “bloccare la città” se i soldi non arriveranno e improvvisamente i denari arrivano in quantità. E se lo facessimo tutti? Forse non avremmo lo stesso impatto mediatico, ma Ti assicuro che la tentazione mi è venuta e, come a me, è venuta anche a tanti altri Sindaci italiani.
Poi per il merito: non starò a citare parabole come quella del figliol prodigo, ma è certo che di vitelli grassi – per Roma – ne abbiamo uccisi a volontà, ma nulla è cambiato. Si continua a spendere e spandere, si continuano a mantenere migliaia di dipendenti pubblici in decine di aziende dissestate. E, a differenza degli altri Sindaci, quello di Roma può sempre dormire sonni tranquilli, perché tanto arriva – ineluttabile e preciso come un Eurostar – il decretone di salvataggio. E così si va avanti, di anno in anno.
“Le tasse dei romani devono rimanere a Roma” ha tuonato Marino.
Bè, Matteo, anche quelle dei sassolesi. Che sono di sicuro meno, che non rappresentano la Capitale, che non hanno il Colosseo, ma che con le loro tasse foraggiano questo sistema e mantengono anche Roma da sempre. E che di soldi che ritornassero a Sassuolo ne hanno visti ben pochi, visto che aspettano 12 km di autostrada da 40 anni.
Senza contare che Sassuolo rappresenta una di quelle piccole Capitali economiche, motore del nostro Paese.
Noi qui abbiamo una società simile a quelle decine che ogni anno vengono salvate a Roma: qualcuno l’ha creata, qualcuno l’ha indebitata, qualcuno ha assunto un sacco di gente (la maggior parte senza concorso) e poi l’ha lasciata in eredità ai sassolesi. Una delle tante aziende pubbliche dissestate nate ai tempi delle “vacche grasse”, che poi forse tanto grasse non erano.
Però, a differenza di Roma, nessuno qui è venuto a salvarci.
Ci hanno detto di arrangiarci e ci siamo arrangiati, come sempre, magari non dormendo la notte.
E ce la faremo, da soli. Come sempre.
Ma non è giusto, Matteo, per nulla giusto.
Forse anche Tu, da piccolo, volevi essere Robin Hood. Io sì, ma poi, da grande, mi sono trovato, per legge, a fare lo Sceriffo di Nottingham; l’esattore delle tasse per conto di Governi che hanno spremuto come limoni cittadini e imprese. Che ci hanno messo in ginocchio e ne vogliono ancora, sempre mio tramite; e io ci metto la faccia e anche qualcos’altro.
E così, mentre Roma è salva, io e altri 8.500 Sindaci italiani ci ritroviamo a spiegare alla gente perché lo Stato ci spreme e il Comune deve limare su tutto, servizi compresi.
E comunque ringraziamo sempre e comunque, perché rispetto ad altri nostri concittadini modenesi, siamo sempre fortunati. Sì, perché con 570 milioni avresti di colpo risolto il problema della ricostruzione (per nulla finito, come Ti fanno credere) e degli alluvionati, sempre nella Bassa Modenese. E io avrei firmato per loro.
Dunque, per non tediarTi oltre, pensa a come dimostrare che davvero si “cambia verso”; pensa a come dare una mano a tutti i Comuni e alle imprese di questa nostra terra, pensa a come non premiare sempre i peggiori.
Ci basterebbe avere piena autonomia finanziaria e non dovere fare i conti con i tagli statali e con i trasferimenti che ogni anno i sassolesi inviano a Roma, come ai tempi dell’Impero.
Perché, Roma o non Roma, siamo tutti uguali, e spetta a Te, ora, dimostrarcelo.
Con grande stima. E stavolta rispondimi….
Luca Caselli
Sindaco di Sassuolo