L’innovazione e la creatività sono le leve strategiche fondamentali sulle quali le aziende del futuro poggieranno le azioni per definire e sostenere le loro strategie di business. In questo momento del tempo, dove l’individuo vive il presente al futuro e le aziende sono costantemente concentrate a realizzare prodotti e servizi innovativi da immettere sul mercato per attrarre un crescente numero di clienti e consumatori finali, la conoscenza condivisa è un tema che deve essere entrare a pieno titolo nella coscienza delle imprese.
L’intento principale è stimolare le aziende a creare un modello organizzativo declinato sull’ascolto delle persone, al di là dei singoli ruoli, viverle ogni giorno accanto, ascoltarle, per conoscere i loro vissuti, le loro esperienze personali e professionali dalle quali cogliere quelle opportunità anche nascoste, per iniziare a tracciare un sentiero condiviso che conduca a recuperare la conoscenza tacita attraverso il valore della persona.
Per essere e diventare nel breve e medio periodo una ulteriore eccellenza nel settore di appartenenza, le aziende dovranno prevedere la compresenza di persone in possesso di elevate preparazioni multidisciplinari, capaci di condividere in forma paritetica la conoscenza, adottando comportamenti quotidiani che si ispirano al principio della reciprocità: è un dare senza perdere e un ricevere senza togliere.
La conoscenza condivisa diventa quindi un progetto che trova la sua forza ispiratrice nella condivisione delle esperienze e affonda le sue radici sul principio del bene comune. Questo consentirà di dare la luce ad una nuova identità aziendale, per cultura e senso di appartenenza e agevolerà le persone ad adottare comportamenti partecipativi consapevoli, mettendole nelle condizioni di sentirsi parte attiva del cambiamento.
La condivisione delle esperienze tra le persone dell’azienda, postula momenti strutturati di analisi e di confronto delle differenti prospettive che contribuiscono a creare il capitale degli eventi condivisi rispetto agli obiettivi definiti. Nel delicato gioco di scambio, rinforzano il senso di appartenenza, migliorano le abilità relazionali, premiano le capacità di supporto reciproco, indipendentemente dal ruolo occupato e dalla funzione svolta.
Le aziende devono motivare le persone al fare come bene comune, per il bene comune, agendo sulla disponibilità degli individui a mettere liberamente le proprie idee e le proprie conoscenze al servizio dell’organizzazione per raggiungere un fine comune e evitare il comportamento di coloro che vivono sulle spalle altrui.
In questo modo l’azienda limita nel presente, e argina nel futuro, gli sforzi da destinare alla ricerca di conoscenza esterna all’organizzazione, in possesso di requisiti in grado effettivamente di aiutare e sostenere la capacità di crescita e di sviluppo dell’impresa. L’adozione mirata di questi comportanti incrementa, nel breve e medio periodo, la disponibilità di risorse finanziarie liquide, riducendo nel tempo la possibilità di dissipare inutili energie preziose, a completo vantaggio dell’intero apparato imprenditoriale.
L’obiettivo quindi, è costruire un modello di riferimento di equità relazionale e professionale che motivi le persone al fare per costruire un’identità aziendale nella quale ogni individuo possa identi¬ficarsi e ritrovarsi per cultura e senso di appartenenza. In questo modo le persone saranno motivate a donare la propria conoscenza all’organizzazione.
L’azienda deve quindi dotarsi al proprio interno di strutture organizzative dinamiche che sostengano l’evoluzione concettuale, sostenendo le persone nella delicata fase di creazione del cammino circolare della conoscenza condivisa, che nasce dopo un’attenta verifica delle esperienze e delle competenze, prosegue nella delicata fase di socializzazione delle conoscenze, per raggiungere, attraverso l’interiorizzazione personale, all’adozione concreta del modello del modello teorico, per diventare, nel tempo, pratica comune.
I questo modo la conoscenza tacita prende gradualmente la via verso la conoscenza esplicita, quella personale che le persone rendono disponibili agli altri attraverso la produzioni di documenti e processi e ogni altra manifestazione visibile.
La conoscenza esplicita, personale, se condivisa, diventa sociale. Entra appieno nel mondo delle organizzazioni aziendali contribuendo a migliorare il clima e la cultura organizzativa, a diffondere un senso di ritrovato benessere e a valorizzare l’azienda nel suo difficile compito di fare impresa.
Riferimenti bibliografici: Zaccarelli G. (2012), La conoscenza condivisa, Franco Angeli editore