Potranno tirare un sospiro di sollievo i sostenitori della privacy ma anche i cybercriminali, come pedofili e molestatori sessuali: la Corte di Giustizia europea ha dichiarato invalida la Direttiva europea che disciplina la conservazione dei dati (numero 2006/24) sulle comunicazioni. “Rispettiamo la decisione dei giudici del Lussemburgo” ha dichiarato l’Europarlamentare del Gruppo PPE, Tiziano Motti, “ma non possiamo nascondere la nostra perplessità davanti alla portata ed alle conseguenze della sentenza, poiché riteniamo che la Direttiva sulla conservazione dei dati rappresentasse un utile strumento di lotta alla pedopornografia ed a tutti quei reati legati all’abuso dell’anonimato sul Web”. La Corte ha dichiarato che le misure della Direttiva non rispettano la privacy dei cittadini europei. L’On. Motti, che nel 2010 aveva ottenuto che la maggioranza assoluta dei deputati del Parlamento europeo appoggiasse una sua iniziativa, poi divenuta Risoluzione ufficiale allo scopo di ampliare la Direttiva ai social forum e alle chat per permettere l’accesso ai dati alla Polizia postale per la repressione dei reati di adescamento sessuale dei minori e pedofilia, ha evidenziato che la tutela dei reati che spaziano dai crimini informatici, alla diffamazione fino alla pedofilia sarà resa ancora più complessa dalla sentenza della Corte: “Da una parte le Forze dell’Ordine si trovano a dover tutelare i bambini nel rispetto della direttiva che ha reso reato in tutta Europa l’adescamento di minori tramite il web, dall’altra mancheranno gli strumenti per farlo, perché nel prossimo futuro anche i dati relativi alle email e alla telefonia cellulare potrebbero non essere disponibili a fronte della sentenza”.
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Reg. Trib. di Modena il 30/08/2001
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