La bocciatura della Direttiva sulla data Retention deve essere risuonata nelle orecchie degli internauti come un “Via libera a molestatori e pedofili”: già, poiché se era prevedibile che una tale materia avesse riscontro immediato su internet, di certo non era immaginabile che suscitasse un tale vespaio. La notizia, pubblicata dall’onorevole Tiziano Motti, politico-simbolo al Parlamento Europeo della lotta alla pedopornografia online e della tutela dei minori e delle donne, sul suo profilo pubblico Facebook, ha registrato, in poche ore oltre 240mila visualizzazioni. Ripetiamo: duecentoquarantamila!. Inevitabili le prese di posizione a favore e contro la decisione della Corte di Giustizia Europea. Sintomatico del fatto che il tema affrontato dall’eurodeputato reggiano, tocca nel vivo la libertà e la sicurezza dei cittadini.
Tirato in causa dai tantissimi commenti lasciati sul suo post, l’eurodeputato Tiziano Motti ha risposto così: “Beh dai… Chi si lamenta della possibile violazione della privacy dovrebbe anche pensare che nel momento stesso che postiamo immagini e commenti su facebook stiamo cedendo tutto ciò, per sempre, a terzi, i quali risiedono in una diversa giurisdizione che è quella degli Stati Uniti (dove si fanno meno problemi nell’analizzare i dati, confrontarli, trarne profili di ogni genere e mettere tutto ciò al servizio della sicurezza nazionale). Quindi c’è molra meno privacy in queste pagine che in tutto il resto del mondo.Vi va bene la giungla? Ognuno diffami liberamente chi vuole? Ognuno adeschi, minacci, sbatta le vostre foto private nel web e quelle dei vostri bambini? Prenda la vostra vita e ne faccia l’uso che crede? Si finga un ragazzino di 12 anni e si faccia inviare immagini, informazioni private, l’indirizzo del vostro bimbo o bimba di 11 anni per poi tentare una “visitina” dal vivo e suggerire un giretto in macchina?
Sarà tutto più facile, perché le info immesse in internet tramite i social forum e le chat, ma anche le chiamate dal cellulare e le mail, saranno presto prive di targa di riconoscimento. Viva la privacy ad ogni costo e finalmente saremo al riparo dall’occhio indiscreto dei Governi e di questi politici cattivi sempre pronti a tentare un golpe. Ragazzi miei: c’è chi usa la “scusa” della pedofilia per fare la propria battaglia, a volte certamente forzosa, contro la rete libera ad ogni costo e chi usa la “scusa” della privacy per tutelare, anche se a volte inconsapevolmente, le lobbies che traggono vergognosi vantaggi dall’uso illegale della rete, perpetrando reati che rovinano per sempre la vita di bambini e adulti. Se vi sta a cuore continuare a scaricare film pornografici da internet non abbiate timore: non è questa libertà che era messa a rischio dalla Direttiva che è stata bocciata dalla Corte di Giustizia europea. Amo la mia privacy come chiunque altro e rispetto quella altrui, però quando prendo un aereo, continuo a non lamentarmi se mi perquisiscono il bagaglio perché so che in gioco c’è la sicurezza di tutti i passeggeri del volo, compresa la mia…”