Le donne continuano a guadagnare, a parità di lavoro, oltre il 16% in meno rispetto agli uomini. Significa che in tutta Europa lavorano 59 giorni a salario zero. Negli ultimi anni qualche cambiamento c’è stato ma è legato soprattutto alla diminuzione dei salari maschili. In Italia il divario retributivo è fra i più bassi d’Europa – pari al 6,7% – anche se è aumentato negli ultimi anni. Tant’è che l’Unione europea celebra la Giornata per la parità retributiva, scelta non a caso ogni 28 febbraio (che corrisponde al 59° giorno dell’anno) perché sono appunto 59 i giorni che una donna dovrebbe lavorare in più per guadagnare quanto un uomo.
“La giornata europea per la parità retributiva – commenta l’imprenditrice reggiana Stefania Bigliardi – serve a ricordarci le disparità di condizioni retributive che ancora oggi le donne subiscono sul mercato del lavoro. Negli ultimi anni il divario si è ridotto solo in misura marginale. La constatazione più amara è che il lievissimo livellamento cui assistiamo è in buona parte attribuibile a una diminuzione delle retribuzioni maschili, come conseguenza della crisi economica, più che a un aumento di quelle femminili. La parità retributiva per uno stesso lavoro è un principio sancito dai trattati dell’Unione ed è giunto il momento, dopo anni di inazione, di farla diventare una realtà per le donne in Europa. La Commissione europea sta attualmente preparando un’iniziativa volta a favorire il cambiamento, in modo che nel prossimo futuro non ci sia più bisogno di una giornata per la parità retributiva.”