“Ennesima tirannia d’orecchi al nostro Paese da parte della Corte di Giustizia europea. Questa volta, sul banco degli imputati, è finita la normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola, contraria al diritto dell’Unione: il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato”. E’ quanto spiega l’onorevole Tiziano Motti (http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/tiziano-motti-elezioni-europee-singolo-2a3c4d15-4387-420e-a778-53015b79401e.html), eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, che aggiunge: “Il bacino degli insegnanti coinvolti nel nostro Paese, per i quali si profila un obbligo di assunzione, è compreso tra i 250 e i 300 mila”.
Questo ennesimo “rinvio a giudizio” nei confronti dell’Italia trova la sua origine nelle cause presentate da un gruppo di lavoratori precari assunti in istituti pubblici come docenti e collaboratori amministrativi in base a contratti di lavoro a tempo determinato stipulati in successione. Questi hanno lavorato durante periodi differenti, fermo restando che non sono mai state impiegati per meno di 45 mesi su un periodo di cinque anni. Sostenendo l’illegittimità di tali contratti, detti lavoratori hanno chiesto giudizialmente la riqualificazione dei loro contratti in rapporto di lavoro a tempo indeterminato, la loro immissione in ruolo, il pagamento degli stipendi corrispondenti ai periodi di interruzione tra i contratti nonché il risarcimento del danno subito.