L’onorevole Tiziano Motti ha scritto al presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz per far rilevare che, in una notizia sul sito del Parlamento europeo, relativa a un incontro con i due grandi fisici che hanno teorizzato l’esistenza del bosone di Higgs (la famosa “particella di Dio”) è stato scritto “particella di dio” con la “d” minuscola. Solo un errore di battuta, o l’imposizione di un punto di vista, quello di chi ritiene che Dio non esista?
Il particolare non è sfuggito all’onorevole reggiano, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, che ha deciso di segnalare la questione alla presidenza di Strasburgo: «Solo superficialmente la cosa può essere considerata trascurabile – spiega Motti – e sono intervenuto per evitare la creazione di un precedente. Mi auguro che non si voglia, anche con certi mezzucci, imporre a tutti il credo di chi non crede in Dio. La questione riguarda non solo le radici giudaico-cristiane dell’Europa, ma interessa tutti coloro che hanno una fede o comunque una visione del mondo non strettamente materialistica: cioè la stragrande maggioranza degli europei».
Ma ecco la lettera dell’on. Motti (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/27/europee-eletto-udc-non-si-ricandida-e-rinasce-in-versione-rock-terminator/964995/).
«Illustre presidente Schulz, in merito alla notizia pubblicata sul sito del Parlamento europeo europarl.europa.eu, ho notato un presumibile errore di battitura nel testo : “Il Pe riceverà i fisici Peter Higgs e Françoise Englert, teorizzatori del bosone di Higgs, la “particella di dio”.
Come può notare Lei stesso, Presidente, Dio è scritto con la “d” minuscola. In questo caso non ne farei una questione di fede ma di logica. Qui non c’entra l’essere credenti o atei: quando si parla di particella di Dio ci si riferisce per traslato all’evento primordiale, all’atto della creazione, quindi è logico che Dio sia scritto maiuscolo mentre è un errore semantico scriverlo in minuscolo.
Lo è, che ci si creda oppure no: “Dio”, come un cattolico scriverebbe “il Profeta”, con la “P” maiuscola, riferendosi alla religione musulmana, per quello che il termine rappresenta storicamente, al di là che il termine in sé sia un sostantivo comune e non un nome proprio».
Così continua la lettera di Motti: «M’indirizzo quindi a Lei, Stimato Presidente, anche se si potrebbe superficialmente ritenere la cosa in sé trascurabile, per evitare la creazione di un precedente: chi ha scritto la notizia , l’ha ragionata e l’ha approvata, si potrebbe asserire, vuole forse imporre il proprio punto di vista culturale, a costo di passare da ignorante, che è quello di chi ritiene che “dio” non esista, e che quindi non può mai essere scritto con la maiuscola?
La questione riguarda le radici cristiano-giudaiche dell’Europa, ma investe più in generale l’affermazione di una visione del mondo non strettamente materialistica che vale per tutte le confessioni, per le persone nel dubbio e anche per tutti coloro che fondano la loro visione della vita nell’applicazione del principio: “Anche se non credete, comportatevi come se Dio esistesse”.
La ringrazio per la Sua cortese attenzione ed in attesa di un un suo gradito riscontro Le porgo, stimato Presidente, i miei più distinti saluti».
Restiamo in attesa della risposta del Presidente Schulz. Sarà stata solo una svista, oppure il sintomo di una battaglia culturale cominciata con il progetto di costituzione europea e mai conclusa? E nel Parlamento europeo c’è rimasto almeno un posticino per “Dio”, quello con la D maiuscola?