Da Bruxelles buone notizie per chi si è visto rifiutare l’apertura di un conto in banca causa reddito troppo basso. Infatti è stata recentemente approvata dal Parlamento europeo, in commissione, una risoluzione con cui gli europarlamentari hanno chiesto alla Commissione europea di definire una legislazione per una normativa comunitaria che aiuti quel 10% di cittadini dell’Ue sprovvisto di un conto corrente. Gli eurodeputati hanno chiesto che le persone senza fissa dimora, i soggetti con redditi molto bassi, gli studenti, i lavoratori espatriati e le persone che non beneficiano di prestiti bancari, carte di credito, mutui, abbiano i mezzi per poter affrontare delle transazioni bancarie.
Eh sì, perché oggi il problema è che i pagamenti in contanti cominciano a scarseggiare e sempre più spesso viene richiesto un conto corrente bancario, per affittare un appartamento per esempio o anche per trovare un lavoro.
In realtà la Commissione europea aveva già cercato di sensibilizzare gli stati membri su questo argomento, emettendo finora delle semplice raccomandazioni, alle quali però la maggior pare degli stati aveva fatto orecchie da mercante.
La risoluzione chiede inoltre che il conto di base sia il meno caro possibile, senza dover pagare commissioni ogni volta che si pagano le fatture.
Insomma le banche non potranno più rifiutarsi di concedere un conto corrente del tipo più semplice a causa di reddito troppo basso, o per una situazione professionale incerta o perché la volta precedente il cliente si era indebitato fino al collo.
Secondo l’onorevole Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, “si tratta di un provvedimento giusto, orientato alla tutela delle persona svantaggiate in quanto dispongono di reddito giudicato troppo basso per interessare il sistema bancario, che tende a concentrarsi sui consumatori “commercialmente più attraenti”, lasciando perdere chi si può permettere solo un piccolo conto di base. Di certo non sarà risolutivo dei difficili rapporti tra cittadini e banche, che hanno ancora molto da dare per riacquistare la fiducia delle famiglie e delle piccole imprese ma sarà, come sempre in questo casi, un passo avanti”.