Reggia dei duchi di Modena, il Palazzo ducale di Sassuolo conobbe sotto Francesco I d’Este (1610/1658) un’imponente trasformazione voluta per soddisfare le ambizioni e le aspirazioni del duca che, da castello fortificato, già residenza di Nicolò e Borso d’Este e poi dell’antica famiglia Pio di Savoia, volle trasformarla in una prestigiosa sede di delizie campestri. I lavori non annullarono l’assetto più antico, di fatto inglobato all’interno della nuova residenza che oggi ammiriamo.
Grazie ai lavori di recupero, dietro gli appartamenti ducali fastosamente decorati sono stati ritrovati spazi e corridoi utilizzati dalla corte per agevolare le funzioni quotidiane ed ottenuti all’interno di quegli interstizi rimasti tra l’antica struttura castellana e quella seicentesca. Spazi dunque “segreti”, che con le trasformazioni successive rimasero inutilizzati e poi abbandonati e solo di recente sono stati recuperati. Mai aperti al pubblico, costituiscono una straordinaria occasione per osservare parti che si pensava fossero completamente perdute.
Si percorreranno così i corridoi di disimpegno tra l’“Appartamento del duca” e quello “doppio o stuccato” con i suoi specchi segreti (che permettevano di vedere dall’altra parte senza essere riconosciuti), oppure quello accessibile dal “Camerino detto del Moro” che scendendo negli interstizi murari dell’antica struttura permetterà di riconoscere i resti dell’antica torre d’accesso al castello medievale, o le mura castellane con i beccatelli dipinti, gli accessi alla tribuna ducale verso la Cappella Palatina dedicata a San Francesco, fino alla scala a chiocciola che dal giardino si collegava ai sottotetti.
I lavori programmati negli ultimi anni dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e per il Paesaggio dell’Emilia Romagna insieme alla Soprintendenza per i beni architettonici di Bologna e a quella per i beni storico-artistici di Modena, hanno permesso il recupero della parte del piano nobile sino ad oggi non visitabile, che per l’occasione sarà aperta al pubblico assieme all’elegante “Scalone doppio o della duchessa”. In questi nuovi spazi sono stati di recente trasferiti 300 dipinti e 90 sculture di piccole e medie dimensioni appartenenti alle collezioni della Galleria Estense ma finora non esposti e collocati nei depositi. Si tratta di opere d’arte per la maggior parte ignote al grande pubblico, che sono state allestite secondo un percorso cronologico che va dall’Antico all’Ottocento. L’evento costituisce un’eccezionale anteprima dell’effettiva apertura al pubblico delle nuove sale, resa possibile grazie ad una straordinaria collaborazione con i funzionari e il personale della Soprintendenza di Modena e della Galleria Estense.
Nell’immagine: la delegazione Fai di Modena (2° a destra Teresa Panini, 2° da sinistra Laura Bedini, responsabile Palazzo Ducale di Sassuolo) davanti al trenino Breda del 1932 sul quale sabato e domenica potranno salire i visitatori