Nel 2016 gli hacker punteranno sull’Occidente, saranno sempre più nel mirino le transazioni di Borsa, ma anche i Pos e le biglietterie di parcheggi e aeroporti. Aumenteranno anche le frodi ai danni di cittadini con messaggi mascherati da enti e istituzioni governative e verrà messa sempre più a dura prova la sicurezza dei nostri smartphone, delle nostre case e delle auto, che ormai sono sempre più connesse. Ce ne parla Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, citando le previsioni di Raul Chiesa, uno dei maggiori esperti di sicurezza mondiali e membro del Roster of Experts dell’Itu, l’Agenzia delle Nazioni Unite sulle telecomunicazioni. “Quasi il 90% del crimine digitale mondiale ha origine e viene gestito dall’Europa dell’Est e in particolare da Russia, Ucraina e Bielorussia: è il cosiddetto cybercrime d’oltre cortina, composto da un insieme di organizzazioni criminali internazionali che ci derubano ogni anno di oltre 20 miliardi di euro – spiega Raoul Chiesa – Se il 2015 ha visto un focus di queste organizzazioni verso i Paesi emergenti di America Latina, Asia-Pacifico, area del Golfo e Africa, per il 2016 si prevede un ritorno verso l’Occidente, in particolare verso Europa e Usa. La chiave di lettura delle principali minacce portate da queste organizzazioni criminali è molto semplice: vanno dove c’e’ il denaro”. Per quanto riguarda la Borsa, l’esperto dice che esiste molta omertà nel settore e ancora di più che nel mondo bancario”. Oggi alcuni malware altamente specializzati già includono al proprio interno funzionalità dedicate ai sistemi di scambio finanziario. Seppur non scritti per attaccare direttamente le società che gestiscono le Borse opereranno invece contro i clienti dei sistemi di trading. Nel mirino del cybercrime ci saranno sempre di più anche i Pos bancari e i totem, cioè le casse automatiche che tutti noi utilizziamo in parcheggi e aeroporti: “Verranno attaccati da remoto, via Internet, e non più fisicamente ‘sul posto’, come accadeva negli anni precedenti”, dice l’esperto, sottolineando che “questa catena industriale-criminosa sarà ‘automatizzata’, permettendo così la clonazione di migliaia di carte di credito per ogni terminale infettato e compromesso”.
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