Il Consiglio comunale di Modena chiede di fare una vasta campagna di corretta informazione sulla importanza, per i singoli e per la collettività, della vaccinazione.
Lo fa attraverso l’approvazione, nella seduta di giovedì 14 gennaio, di un ordine del giorno di Pd, Sel, Per me Modena e Futuro a sinistra, illustrato dal capogruppo Pd Paolo Trande, volto a “recuperare una completa ed efficiente copertura vaccinale della popolazione modenese”. Si sono espressi a favore Pd, Sel, Futuro a sinistra, Area popolare, Per me Modena, CambiaModena e FI, contro il Movimento 5 stelle, che in merito aveva proposto un emendamento respinto dall’Aula.
Respinto anche un altro ordine del giorno presentato sempre dal M5s e illustrato da Mario Bussetti che sollecitava maggiore informazione alle famiglie su malattie, vaccini e reazioni avverse, e l’avvio di un percorso legislativo “che porti alla realizzazione di un sistema di tutela preventiva della salute pubblica imperniato sulle caratteristiche specifiche e personali dei singoli bambini”. In questo caso si è espresso a favore il gruppo proponente, astenuto Area popolare e hanno votato contro Pd, Sel, Futuro a sinistra, Per me Modena, CambiaModena e FI.
L’ordine del giorno approvato chiede alla Giunta “di suggerire e stimolare in maniera decisa, attraverso la Conferenza territoriale socio-sanitaria, una immediata attivazione delle Aziende sanitarie locali”, e di costruire, insieme alle stesse Aziende sanitarie locali, una campagna di informazione e sensibilizzazione all’interno delle scuole cittadine, sino alle secondarie di I grado, sulla pericolosità delle malattie dalle quali bisogna immunizzarsi e sul buon profilo di sicurezza dei vaccini, con l’obiettivo di coinvolgere efficacemente alunni e genitori. Il documento chiede inoltre a tutti i consiglieri regionali modenesi di ripristinare “l’obbligatorietà della presentazione a scuola della certificazione vaccinale”, e ai parlamentari modenesi “di sostenere un nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale per potenziare la info-sensibilizzazione e uniformare i programmi di vaccinazioni, attualmente diversi da Regione a Regione”.
Il documento denuncia il calo di copertura vaccinale sotto la soglia minima di sicurezza del 95 per cento, anche se di poco, in Italia, in Emilia-Romagna e nella provincia di Modena (una recente indagine ha rilevato che nel 1997 era vaccinato il 98% della popolazione, nel 2014 il 94.7% con un calo del 3.3%, in particolare dell’ 1% dal 2013 al 2014). La mozione evidenzia come molte malattie per le quali sono state condotte vaccinazioni di massa siano pressoché eliminate o ridotte ad un’incidenza molto bassa. La vaccinazione rappresenta “uno degli interventi più efficaci e sicuri a disposizione della sanità pubblica per prevenire malattie gravi che possono causare morte, complicanze e invalidità”, e comporta “benefici non solo per effetto diretto sui soggetti vaccinati, ma anche in modo indiretto, inducendo protezione ai soggetti non vaccinati”.
L’ordine del giorno respinto, pur definendo “indiscutibile” il ruolo dei vaccini “nel ridurre drasticamente i danni di diverse malattie un tempo presenti in maniera significativa e oggi ridotte a rare casistiche”, evidenzia che “ogni bambino differisce dagli altri per caratteristiche genetiche ma anche per elementi della propria storia e del proprio percorso di vita che possono avere ricadute del tutto specifiche sul suo sistema immunitario. La manifestazione delle reazioni avverse di ogni singolo vaccino – si legge nel documento – varia da soggetto a soggetto ma anche a seconda del produttore del vaccino suddetto, come segnalato annualmente dalle ASL della Regione Emilia-Romagna”. La mozione chiedeva quindi “la rapida realizzazione di modalità di raccolta del consenso informato, relativamente a tutte le vaccinazioni nell’infanzia e nell’adolescenza”, in modo da dare ai genitori “l’effettiva possibilità di prendere una decisione consapevole, ad esempio inviando una documentazione completa riguardante la composizione dei vaccini, descrizione e modalità di contagio delle malattie, reazioni avverse ed effetti collaterali legati alla somministrazione del singolo vaccino, nel momento in cui viene segnalata la necessità od opportunità di prenotare la vaccinazione”. L’odg chiedeva, tra l’altro, di “somministrare i soli vaccini obbligatori a livello nazionale, rendere disponibili i singoli vaccini monovalenti pediatrici, somministrare i diversi vaccini non contemporaneamente, valutare quale sia l’età migliore per le diverse vaccinazioni, tenendo conto degli effettivi rischi di contrarre certe malattie per bambini molto piccoli, valutare se il bambino risulti già immunizzato mediante screening ed analisi anticorpale individualizzata”. Sollecitava inoltre la realizzazione di momenti formativi istituzionali aperti alla cittadinanza con il coinvolgimento anche di “quei soggetti che, in forma riconoscibile e nel rispetto di metodologie scientifiche, avanzano proposte alternative o correttive rispetto alle pratiche attualmente vigenti delle vaccinazioni”.