Per ridurre il cuneo fiscale, che pesa sui lavoratori italiani e per ridare fiato alle famiglie, il Governo ha allo studio una serie di misure e provvedimenti che potrebbero vedere la luce già quest’anno, senza aspettare il taglio dell’imposta sui redditi annunciato invece ancora ufficialmente per il 2018. Palazzo Chigi e Tesoro starebbero infatti lavorando da una parte sulla ormai nota riforma della contrattazione aziendale e dall’altra sulla riduzione del carico fiscale sulla previdenza complementare. Ce ne ha parlato Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti. La rimodulazione della tassazione sui fondi pensione implica un costo ancora da definire nei dettagli. Con la manovra 2015, l’aliquota è stata portata al 20% per i fondi (dall’11,5% precedente) e al 26% per le Casse di previdenza (dal 20%). Le percentuali riscendono tuttavia rispettivamente all’11% e al 20% nel caso in cui fondi e Casse investano nell’economia reale. La prospettiva più ampia a cui si sta lavorando è quella di una riduzione strutturale del costo del lavoro, con un taglio degli oneri contributivi che sia però compatibile con prestazioni previdenziali adeguate. A breve l’Inps comincerà ad inviare a domicilio oltre 8 milioni di buste arancioni con i calcoli degli assegni per i pensionati che verranno. Al momento la simulazione riguarda solo il migliore dei casi possibili (crescita costante del Pil all’1,5%, secondo le stime della Ragioneria Generale, e nessuna interruzione del rapporto di lavoro), ma in futuro potrebbe aggiungersi anche uno scenario meno ottimistico.
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