Non ha voluto rinunciare ad assaggiare le eccellenze dell’agroalimentare italiano, Mark Zuckerberg, inventore di Facebook, che nel corso del suo tour italiano ha fatto tappa all’Acetaia di Villa San Donnino a Modena, che fa parte del circuito di vendita diretta di Campagna Amica, per gustare l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.
E’ successo domenica pomeriggio – informa Coldiretti Modena – quando i titolari dell’acetaia, Davide e Cristina Lonardi, hanno visto con enorme stupore entrare nel viale che porta alla monumentale villa in stile liberty sede dell’azienda, l’auto che portava il giovane ideatore del social network più famoso del mondo.
“Dire che siamo stati sorpresi è dire poco – sottolinea Davide – perché nessuno ci aveva avvisati. Ci avevamo chiesto solo la disponibilità ad accogliere un ospite molto famoso ma mai avremmo pensato a Zuckerberg. La visita si è svolta in modo informale: Zuckerberg è stato molto cordiale e si è dimostrati particolarmente colpito dal processo produttivo dell’aceto balsamico tradizionale che necessita di così tanti anni per essere maturo. Ovviamente ha gradito molto anche l’assaggio dell’aceto extravecchio, soprattutto in abbinamento con il gelato alla crema.”
L’Acetaia di Villa San Donnino di Modena – informa Coldiretti Modena – è un’azienda che della tradizione e del legame con il territorio ha saputo fare il suo punto di forza da spendere sul mercato internazionale con l’aceto balsamico tradizionale di Modena esportato in tutta Europa, Russia, Asia attraverso anche i canali on line. Il titolari hanno abbinato alla produzione l’ospitalità di visitatori e turisti nella villa di famiglia in stile Liberty che appare nel celebre film Novecento diretto da Bernardo Bertolucci e dove sono custoditi, tra gli altri, affreschi e decorazioni di Aroldo Bonzagni.
La visita di Zuckerberg – commenta Coldiretti Modena – rappresenta un’ottima occasione per far conoscere al mondo il vero Made in Italy agroalimentare e contrastare l’agropirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. All’estero – stima la Coldiretti – sono falsi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre, con il mercato mondiale delle imitazioni di cibo Made in Italy che vale oltre 60 miliardi di euro e l’aceto balsamico sul podio dei prodotti più taroccati.