Le vaccinazioni obbligatorie per accedere ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia (nidi e materne) vanno fatte subito, già dall’anno scolastico in corso. Il parere arriva dal Consiglio di Stato, in risposta al quesito posto dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, relativo ai tempi di applicazione per le iscrizioni dei bambini non vaccinati.
E l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, Sergio Venturi, commenta con soddisfazione il parere reso oggi. “Non avevamo dubbi: la serietà e l’impegno per la tutela della salute pubblica, in particolare dei bambini, vengono ribaditi ogni volta che c’è un pronunciamento. E quella di oggi è un’ulteriore conferma che la strada sulle vaccinazioni obbligatorie, che per primi abbiamo imboccato in Italia con la nostra legge regionale, era e rimane quella giusta”.
La risposta del Consiglio di Stato segue alla questione sollevata dal Veneto dopo l’approvazione della legge nazionale sui vaccini. La Regione, dopo aver impugnato a giugno la normativa, decidendo di dare tempo ai genitori fino all’anno scolastico 2019-2020 per presentare la documentazione per l’iscrizione a nidi e materne per i bimbi da 0 a 6 anni, aveva poi deciso di allinearsi alla legge, sospendendo di fatto il decreto di moratoria di due anni. Contemporaneamente aveva chiesto di portare al Consiglio di Stato il quesito relativo ai tempi di applicazione per le iscrizioni dei bambini non vaccinati.
“Avevamo espresso tutta la nostra contrarietà- aggiunge Venturi- di fronte alla decisione della Regione Veneto, incomprensibile e ingiustificata, di far slittare l’obbligo vaccinale di due anni, consentendo ai bambini di frequentare le scuole dell’infanzia senza essere vaccinati. Poi, per fortuna, è arrivato un ripensamento, anche se tardivo. Ora la questione speriamo sia definitivamente chiusa. La legge dello Stato, peraltro discussa e approvata da entrambi i rami del Parlamento e votata anche da gran parte delle opposizioni, era ed è chiarissima, e io, al contrario di quanto sosteneva l’assessore alla Sanità del Veneto, l’avevo letta bene, e con me i componenti il Consiglio di Stato. Anche perché l’Emilia-Romagna è stata la prima Regione a battersi per le vaccinazioni obbligatorie e a trasformare quella battaglia in una legge regionale, approvata ormai quasi un anno fa”.
“Non possiamo che essere contenti, e mi auguro che lo sia anche il Veneto- chiude l’assessore- perché finalmente in Italia si è riusciti a realizzare una grande operazione di salute pubblica a tutela dei più piccoli e della collettività. In un momento, peraltro, in cui la copertura vaccinale è al di sotto della soglia di sicurezza del 95% stabilita dall’Organizzazione mondiale della sanità e stanno tornando malattie che pensavamo debellate da anni. Siamo contenti del lavoro fatto finora nella nostra regione, perché in Emilia-Romagna i dati ci dicono che la copertura vaccinale sta aumentando. La risposta delle famiglie è stata ed è molto positiva. Un ottimo segno, e continueremo a lavorare per convincere i genitori ancora dubbiosi”.