Le donne in gravidanza e senza alcuna complicazione potranno tornare a partorire nei punti nascita montani dell’Emilia-Romagna dove attualmente l’attività è stata sospesa. La Regione ha infatti predisposto un protocollo sperimentale da inviare al ministero della Salute che prevede il rapido avvio di un percorso – protetto e sicuro – per consentire a un largo campione di donne, su base volontaria,dipartorire nei quattro punti nascita di montagna. Il ministero sarà chiamato ad esprimersi entro 60 giorni.
È quanto emerso oggi, durante il primo incontro – dopo il via libera annunciato dal ministro per la Salute – del percorso istituzionale per la riapertura dei punti nascita negli ospedali di Alto Reno Terme (Bo), Pavullo nel Frignano (Mo), Castelnuovo ne’ Monti (Re) e Borgo Val di Taro (Pr). Presenti la sottosegretaria di Stato alla Salute, Sandra Zampa, il presidente della Regione, l’assessore regionale alle Politiche per la salute, e i sindaci dei Comuni interessati: Giuseppe Nanni (Alto Reno Terme), Luciano Biolchini (Pavullo nel Frignano), Enrico Bini (Castelnuovo ne’ Monti), Diego Rossi (Borgo Val di Taro).
Per garantire la sicurezza delle mamme, dei nascituri e degli operatori sanitari, potranno accedere al protocollo donne senza precedenti di gravidanze complicate, gravidanze a rischio, complicanze post partum materno-infantili; donne con gravidanze fisiologiche fino al termine e controlli in gravidanza espletati.
Le donne incinte verranno inserite nel protocollo su base volontaria e saranno assistite nella funzione del parto localmente, nei quattro punti nascita della montagna. Verrà effettuato un confronto costante con i parti espletati in centri tutt’ora in funzione, tenendo come riferimento le partorienti che presentano le stesse caratteristiche descritte per l’inserimento nel protocollo sperimentale.
Condivisione da parte dei sindaci, che hanno espresso soddisfazione per la proposta presentata.