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Coronavirus: la situazione dell’AOU di Modena

Le principali attività organizzative dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena in riferimento al COVID-19.  Tutti gli interventi organizzativi sono effettuati in stretta sinergia con l’Azienda USL di Modena.
 
Il personale impegnato
Tutto il personale che lavora negli Ospedali dell’AOU di Modena è impegnato nella gestione della crisi. Ovviamente i reparti più direttamente coinvolti sono le Malattie Infettive, le Malattie dell’Apparato Respiratorio, i Pronto Soccorsi e le Terapie Intensive. Tutta la struttura, però, è chiamata a collaborare per gestire la situazione, col personale sanitario, tecnico e amministrativo.
L’Azienda Ospedaliero – Universitaria ha previsto l’assunzione di medici per l’UO di malattie infettive, che è stata potenziata anche con l’aggiunta di due reperibilità H24. Una reperibilità aggiuntiva in fascia diurna è stata anche istituita presso l’UO di Malattie dell’Apparato Respiratorio, dove vi è stato un potenziamento dell’organico in servizio.
Negli ultimi 15 giorni sono stati inoltre assunti 52 tra infermieri, OSS, ostetriche e tecnici di radiologia. Le assunzioni continueranno anche nei prossimi giorni in base all’evoluzione della situazione. Questo si aggiunge alla riassegnazione ai reparti più coinvolti dei medici e degli infermieri recuperati a seguito della riduzione dell’attività chirurgica e ambulatoriale.

Al momento sono 9 i sanitari dell’Azienda Ospedaliera che sono risultati positivi, per contatti verosimilmente avuti all’esterno dell’Ospedale.
 

Posti in Terapia Intensiva

L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena ha avviato un programma progressivo di ampliamento dei posti di Terapia Intensiva da dedicare ai pazienti COVID-19 positivi. Al momento al Policlinico, oltre ai 12 letti normalmente dedicati alla Terapia Intensiva, sono stati attivati 9 posti letto al 1° piano nell’area precedentemente occupata dalla Sub-Intensiva pneumologica. Dopo questa prima attivazione, è stata realizzata un’ulteriore espansione utilizzando il Blocco Operatorio del 1° piano, che ha permesso di dedicare altri 13 posti letto per il ricovero di pazienti intensivi.
Presso l’Ospedale Civile, sono stati attivati 6 posti nella Terapia Intensiva dedicati ai pazienti COVID-19: sarà possibile utilizzare se necessario, in modo progressivo e modulare, tutti i 24 posti intensivi per i pazienti COVID-19, mantenendo i posti letto necessari per l’assistenza agli altri pazienti attivando uno specifico settore di 10 posti letto ricavati nella Recovery Room e nelle sale operatorie del comparto operatorio chirurgico del 3 piano.
Quindi, in questo momento sono attivi 22 posti presso il Policlinico più 6 posti all’Ospedale Civile, per un totale di 28 posti intensivi dedicati ai COVID-19. Attualmente sono ricoverati 15 pazienti, tutti in prognosi riservata. Saranno possibili ulteriori attivazioni in altri settori, in base all’evoluzione del quadro epidemiologico.
Settori dedicati ai pazienti COVID positivi e con polmonite

COVID positivi: attualmente in Malattie Infettive al Policlinico c’è la disponibilità di 51 posti letto: domani alle 12 saranno attivi altri 25 posti letto ricavati utilizzando parte di una degenza prima dedicata al settore chirurgico, per un totale di 76. I COVID positivi ora ricoverati in degenza ordinaria presso il Policlinico sono 43.
Per la stessa tipologia di pazienti, presso l’Ospedale Civile di Baggiovara è stato dedicato un settore di 30 posti letto, recuperati per la riduzione dell’attività chirurgica.

POLMONITI: le polmoniti interstiziali in attesa del risultato del tampone vengono concentrate, per quanto riguarda il Policlinico, presso le Malattie dell’apparato Respiratorio con 15 posti letto disponibili, che si potranno ampliare utilizzando parte della degenza di Medicina Interna. All’Ospedale Civile di Baggiovara questi pazienti sono concentrati in un settore apposito presso la Medicina d’Urgenza del Pronto Soccorso.

Tamponi

Da oggi il laboratorio di Virologia dell’Azienda effettuerà direttamente le indagini sui tamponi dei pazienti. Questo consentirà di ridurre notevolmente i tempi di risposta.
 
Terapie

Utilizziamo i protocolli più avanzati. In particolare, utilizziamo un inibitore proteas utilizzato già per l’HIV che ha alcuni enzimi con una struttura simile e, per abbassare la carica virale un farmaco utilizzato in reumatologia a base di idrossiclorochina. Nelle prossime settimane partiranno anche due protocolli di ricerca sui pazienti appena giunti oppure con un’evoluzione molto rapida dei quali sarà dato conto in seguito.
(nella foto la prof. Cristina Mussini, Direttore Malattie Infettive)

















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