“Dopo la firma dell’accordo tra Comune e Unimore per la realizzazione di uno studentato negli edifici Bonacorsa e San Barnaba, sono in corso valutazioni per riutilizzare a fini universitari altri immobili del centro, già sede di istituti ma al momento inutilizzati, come quelli in zona via Sgarzeria o ex sedi del Ministero della Difesa, quali Sant’Eufemia e le caserme Fanti e Garibaldi; mentre sono in fase di ultimazione 46 nuovi alloggi destinati a studenti universitari al comparto R-Nord. Più in generale, quello della Città universitaria è un processo in corso che si sviluppa negli anni, una scelta assunta dall’amministrazione, inserita nel Pug e nel Pums, per attrarre ragazzi che vogliono costruirsi un percorso di studio e poi di lavoro, quindi di vita, a Modena”.
Lo ha affermato l’assessore a Cultura e Città universitaria Andrea Bortolamasi durante il Consiglio comunale di giovedì 16 dicembre rispondendo a un’interrogazione del Pd sull’accoglienza degli studenti fuori sede, illustrata da Federica Venturelli. L’istanza, a un anno dal rinnovo dell’accordo quadro per Modena città universitaria, chiedeva “se si prevedono collaborazioni con altre istituzioni pubbliche e private al fine di individuare soluzioni per favorire lo sviluppo di Modena città universitaria; cosa è stato fatto e quali sono i risultati conseguiti nei dodici ambiti dell’accordo; se sono stati individuati nuovi spazi per residenze universitarie e se sia stata anche valutata la possibilità di utilizzare uffici adatti per rispondere all’emergenza”.
Ribadendo che “l’idea stessa di città che troverà esemplificazione nel prossimo Pug vede nella città universitaria uno dei suoi assi di sviluppo”, Bortolamasi ha sottolineato due ulteriori aspetti importanti. “Uno riguarda la cooperazione e la collaborazione continua che prevede anche l’inclusione, in un tavolo tecnico, dei rappresentanti degli studenti: quindi – ha precisato – il confronto è condiviso non solo con l’Ateneo, ma anche con gli studenti. Un ulteriore aspetto significativo è che, al di là di scelte di natura strutturale (nuovi spazi per abitare e per la didattica), abbiamo mantenuto un focus sulla parte ‘software’ come avviene, per esempio, attraverso l’azione dell’Osservatorio congiunto sulle politiche pubbliche, che intende assicurare lo scambio di reciproche competenze per insistere sulla visione di crescita della città universitaria nel contesto dell’accordo”.
L’assessore ha passato quindi in rassegna ogni ambito dell’accordo. Innanzitutto, dopo i “luoghi dell’abitare”, rispetto ai quali, oltre a quanto affermato, auspica che nei prossimi mesi si possano individuare nuovi spazi, anche i “luoghi dello studio” che vedono il Comune collaborare con l’Ateneo per agevolare la riqualificazione del patrimonio esistente, migliorare la qualità e l’efficienza delle strutture per didattica, ricerca e servizi; mentre è già stato definito il protocollo d’intesa tra Comune e Unimore per la concessione in comodato d’uso gratuito dell’auditorium Beccaria in via Razzaboni.
Per quanto riguarda “i luoghi della cultura”, l’assessore ha evidenziato come Comune e Ateneo siano impegnati a collaborare con la Fondazione di Modena per la realizzazione del Polo culturale S. Agostino che dovrà “coniugare innovazione e valorizzazione dei giacimenti culturali della città, anche attraverso la ridefinizione di funzioni e strutture universitarie da collocarvi. Analogo impegno è riservato allo sviluppo del Polo della creatività all’ex Amcm”, ha sottolineato citando inoltre “l’attività del Laboratorio aperto e gli spazi dedicati alla didattica, come il progetto Clap, programma di innovazione nel settore delle industrie culturali e creative, nato dalla collaborazione tra Centro Interdipartimentale di Digital Humanities, Laboratorio aperto e Comune”.
Ha quindi ricordato l’impegno dell’amministrazione comunale per integrare l’offerta sportiva anche nei parchi cittadini con nuovi poli (percorsi fitness, campi da calcio, aree per la corsa); l’istituzione del Tavolo tecnico sui trasporti con particolare attenzione a strategie di mobilità sostenibile, trasporti integrati regionali e collegamenti alle sedi Unimore; il progetto sull’offerta formativa e orientamento che ha visto, tra l’altro, l’attivazione di diversi tirocini in Comune e, per l’ambito comunicazione e informazione, la realizzazione, con il coinvolgimento degli studenti, del nuovo portale ‘Modena città universitaria’ prossimamente on line.
Dopo la trasformazione in interpellanza, per Fratelli d’Italia–Popolo della famiglia, Elisa Rossini ha richiamato l’amministrazione a “maggiore concretezza sul tema degli alloggi: al di là dei tavoli tecnici, rimane il problema della disponibilità di appartamenti per gli studenti, soprattutto per i fuori sede” e ha ribadito perplessità sulla scelta di destinare alloggi dell’R-Nord che non ritiene “un luogo ospitale per i giovani, meglio sarebbe stato risolvere prima i problemi dell’immobile”.
Per Alberto Bignardi (Pd) si tratta invece di una “scelta che contribuirà a migliorare l’area: i giovani ‘vivono’ i luoghi”, ha detto spiegando anche un nuovo fenomeno che si sta verificando in città: “A causa delle scarsità di alloggi in affitto, le famiglie più abbienti degli studenti fuori sede procedono all’acquisto; questo comporta costi molto alti, non alla portata di tutti, per accedere alla città”. In sede di replica, la consigliera Venturelli ha giudicato “positivo” il percorso intrapreso, a partire dall’attenzione al tema degli alloggi: “su cui tutti devono fare la propria parte, anche i privati, perché la mancanza di appartamenti disincentiva i giovani a scegliere Modena. Altri punti importanti del progetto Città universitaria – ha affermato – sono quelli che riguardano “le azioni in corso sui luoghi della cultura, sugli spazi per l’aggregazione e per lo sport, e a favore dei trasporti”.