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Turismo: molte presenze in Appennino, male in città. Per Assoturismo “l’impennata dei contagi minaccia ancora una volta il settore”

Le rilevazioni di Assoturismo Confesercenti Modena evidenziano un bilancio positivo per quanto riguarda la stagione turistica in Appennino, dove la maggior parte delle strutture ha registrato il tutto esaurito nel periodo natalizio e vede buone prospettive per il resto della stagione. Male invece in pianura e nelle città, dove l’impennata dei contagi ha frenato bruscamente l’afflusso dei turisti: qui il tasso medio di occupazione delle camere è del 35%

Se l’Appennino può tirare un sospiro di sollievo per quanto riguarda le prenotazioni e l’afflusso di turisti, la stessa situazione purtroppo non si registra in pianura e nelle città dove i contagi da Covid hanno fermato la stagione. A rischio anche la ripartenza.

“Se da una parte registriamo un buon andamento del turismo in Appennino – afferma    Gabriella Gibertini, Presidente Assoturismo Confesercenti Modena – dall’altra purtroppo ci arriva un segnale negativo delle città e dalla pianura. Le ragioni stanno tutte nell’impennata dei contagi: i turisti che giungono in Appennino sono di “prossimità” e si muovono in auto o con mezzi propri mentre per quanto riguarda la pianura e le città qui la situazione è ben diversa. In questo caso, i turisti che giungono per visitare i musei della motor valley e la food valley, provengono quasi tutti da altre regioni o nazioni e spesso si spostano con il treno o l’aereo. Visto la recente impennata dei contagi associata alle norme burocratiche sui tamponi in entrata per i turisti provenienti dall’estero, la situazione è critica. Le stanze degli alberghi in questo momento sono occupate quasi esclusivamente da dipendenti di aziende che hanno cantieri in provincia o da clientela business che si reca presso le aziende del territorio. Non ci sono eventi (tranne Sant’Antonio e San Geminiano) e congressi e meeting si svolgono di nuovo soltanto on line”.

Le strutture alberghiere, che attualmente registrano un 35% di occupazione totale delle camere, devono fare i conti anche con l’aumento dei costi, dovuti alla corsa delle tariffe energetiche.

“L’impatto negativo dello stop ai viaggi è avvertito da tutti i comparti del turismo e degli eventi, dalle agenzie di viaggio, ferme ormai da quasi due anni, ai trasporti turistici, passando per guide e accompagnatori e, con l’ondata Omicron, anche le strutture alberghiere sono tornate in forte sofferenza. Chiediamo che si intervenga al più presto per sostenere un settore fondamentale per l’economia del nostro paese, almeno finché i dati non saranno compatibili con la sostenibilità della gestione delle imprese – conclude Gibertini”.

 

















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