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Richiedono soldi per “pagare maxi multe di congiunti”. I Carabinieri invitano a non aprire agli estranei

“Sono l’avvocato di sua figlia che è rimasta coinvolta in un incidente stradale, per cui servono i soldi per pagare la multa la macchina non era assicurata”. Per essere più convincente il falso avvocato passa il telefono al complice che spacciandosi per un Maresciallo dei carabinieri conferma la circostanza. Poco dopo alla porta dell’abitazione dell’anziana bussa uno dei due malviventi che, spacciandosi per assistente dell’avvocato, chiede e ottiene soldi e monili in oro dall’anziana.

Si riaffaccia nel reggiano la collaudata “tecnica” architettata da malviventi senza scrupoli che dopo uno studio scrupoloso della vittima agiscono portando a segno la truffa. L’ultimo colpo, in ordine cronologico, ieri pomeriggio Cavriago, ai danni di una 70enne reggiana. La donna riceveva la telefonata da un malvivente che spacciandosi per avvocato riferiva di un incidente in cui era incorso la figlia per cui servivano i soldi per pagare maxi multe alla congiunta, che peraltro non aveva il veicolo assicurato. Il vile tranello prevedeva anche l’intervento, sempre al telefono, di altro malvivente che spacciandosi per Maresciallo dei carabinieri invitava l’anziana a raccogliere tutti i soldi e i preziosi e consegnarli all’assistente dell’avvocato che sarebbe arrivato da li a poco. Dopo qualche minuto alla porta della vittima bussava un giovane dall’aspetto rassicurante (educato, ben vestito e cordiale) che spacciandosi per l’assistente otteneva dall’anziana 2.300 euro in contanti e vari monili in oro con i quali si dileguava. La donna successivamente percepito di essere stata raggirata dava l’allarme ai carabinieri di Cavriago.

Nonostante quindi la forte campagna di sensibilizzazione portata avanti da anni dai carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia con continui inviti a diffidare degli estranei, i malviventi proseguono la vile condotta truffaldina. Per questi motivi i carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, fermo restando le risultanze investigative su questo ennesimo episodio, nell’invitare tutti gli anziani a diffidare dagli estranei e ai familiari degli anziani a ricordare ai loro cari di non aprire agli sconosciuti, rilanciano la campagna “Non aprite quella porta” rivolta proprio agli anziani ricordano loro i consigli che possono, se seguiti, sicuramente aiutare a non “restare vittime” di questi farabutti:

  •  non aprire agli sconosciuti e non farli entrare in casa. Diffidare degli estranei soprattutto se siete soli in casa;
  •  non mandare i bambini ad aprire la porta;
  • prima di aprire la porta, controllare dallo spioncino e, se si ha di fronte uno sconosciuto aprire con la catenella attaccata;
  • in caso di consegna di lettere, pacchi o qualsiasi altra cosa, chiedere che vengano lasciati nella cassetta della posta o sullo zerbino;
  • prima di far entrare estranei, accertarsi della sua identità ed eventualmente farsi mostrare il tesserino di riconoscimento. Prima di farlo entrare comunque telefonate all’ufficio di zona dell’Ente per verificare la veridicità dei controlli da effettuare. Attenzione a non chiamare utenze telefoniche fornite dagli interessati perché dall’altra parte potrebbe esserci un complice;
  • tenere a disposizione, accanto al telefono, un’agenda con i numeri dei servizi di pubblica utilità (Enel, Telecom, Acea, etc.) così da averli a portata di mano in caso di necessità;
  • non dare soldi a sconosciuti che dicono di essere funzionari di Enti pubblici o privati di vario tipo. Utilizzando i bollettini postali avrete un sicuro riscontro del pagamento effettuato;
  • mostrare cautela nell’acquisto di merce venduta porta a porta;
  • se inavvertitamente si apre la porta ad uno sconosciuto non perdere la calma. Invitarlo ad uscire dirigendovi con decisione verso la porta.

 

















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