Domani, 22 marzo, si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), la ricorrenza annuale istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 prevista all’interno delle direttive dell’Agenda 21 frutto della conferenza di Rio. L’obiettivo della giornata è sensibilizzare Istituzioni mondiali e opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco di acqua e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico: il tema di quest’anno è il legame tra acqua e cambiamenti climatici.
L’Italia è il Paese europeo che presenta il maggior prelievo di acqua potabile, in crescente crescita, con 237 litri/giorno per abitante di consumi diretti e 419 litri/giorno di consumi globali (dato 2018-2019). A livello nazionale la percentuale media di perdite si attesta attorno al 40%, ma sale ad oltre il 50% proprio nelle aree soggette a siccità e scarsità idrica.
Secondo stime di Utilitalia, gli investimenti necessari solo per contrastare i fenomeni di siccità sono pari a 50 euro per abitante l’anno per un periodo di 4 anni, attraverso invasi e serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti, sistemi di dissalazione (tenendo sotto controllo possibili rischi ambientali e consumi energetici).
IRETI, società del gruppo Iren, è il terzo operatore in Italia nel settore idrico con 274 milioni di metri cubi immessi in rete e perdite idriche nette di rete che sono ampiamente migliori del dato nazionale e si attestano a valori inferiori al 29%.
IRETI serve circa 2,5 milioni di abitanti distribuiti in 4 Regioni,10 Province e 240 comuni. Un territorio complessivo di 8.500 kmq servito da 20.000 km di reti acquedottistiche. L’acqua distribuita viene captata da 522 pozzi, 1.536 sorgenti e 88 captazioni superficiali e, ove necessario, viene trattata da 68 impianti di potabilizzazione e 730 impianti di disinfezione. Sono 2.592 i serbatoi in esercizio e 7 solo le dighe dalle quali viene derivata l’acqua distribuita.
IRETI gestisce anche le acque reflue in 3 Regioni, 8 Province, 174 comuni assicurando la depurazione a territori di complessivi 8.000 kmq dove vivono circa 1,8 milioni di abitanti gestendo 10.200 km di reti fognarie. La restituzione all’ambiente naturale delle acque avviene attraverso 284 impianti di depurazione, 836 fosse di trattamenrto liquami, 658 sollevamenti di acque nere o miste e 125 sollevamenti di acque meteoriche. Una parte delle acque depurate, attraverso un sistema di trattamento terziario, viene direttamente utilizzato in agricoltura nell’impianto di Mancasale (RE), che quindi è stato trasformato in fonte di approvvigionamento idrico per le attività agricolturali locali.
In particolare, sulla provincia di Reggio Emilia l’azienda gestisce le reti di Reggio e di altri 40 Comuni della provincia, per un totale di 5.000 chilometri di rete di acquedotto, 3.600 km di fognature e circa 480.000 mila abitanti serviti. L’acqua distribuita viene captata da 96 pozzi e, ove necessario, trattata in 6 impianti di potabilizzazione. Nella gestione delle acque reflue, la restituzione all’ambiente naturale delle acque avviene attraverso 78 impianti di depurazione, 140 fosse per il trattamento dei liquami e 241 impianti per il sollevamento fognario. Infine la capacità di immissione in rete della multiutility è di circa 45 milioni di metri cubi all’anno di acqua.
La rete idrica gestita da IRETI può vantare già oggi diverse aree di eccellenza: nel territorio della città di Reggio Emilia, infatti, il livello di perdite idriche è pari al circa il 22%, dato tra i più bassi a livello nazionale, dove la media si attesta oltre il 40%. Anche la qualità dell’acqua erogata ai cittadini ha da sempre mantenuto classificazioni d’eccellenza: un servizio realizzato nei Laboratori del Gruppo Iren, dove vengono effettuati ogni anno oltre 2.000 campionamenti che devono attestare la qualità e la sicurezza dell’acqua di rete. Anche le acque reflue sono sottoposte a rigidi controlli: ogni anno vengono esaminati 1173 campioni, per un totale di circa 24.500 parametri analitici.
Il recente piano industriale Iren, per la prima volta esteso a 10 anni, prevede consistenti interventi nelle reti, con circa 2,5 miliardi di euro di investimenti previsti entro il 2030 per il servizio idrico integrato, in particolare per il potenziamento e l’incremento della resilienza della rete, lo sviluppo degli impianti di depurazione, la crescita inorganica tramite il consolidamento delle partecipazioni di minoranza e la partecipazione a gare idriche in ATO sinergici. In particolare per Reggio Emilia sono previsti circa 120 milioni € afferenti il sistema acquedottistico per la costruzione della rete, 55 milioni € in revamping impianti di depurazione e circa 50 milioni € per costruzione e rinnovo di impianti di fognatura e reti.
Per Iren è fondamentale assumere una parte attiva anche in rapporto ai mutamenti climatici, trasponendo le proprie conoscenze per raggiungere obiettivi sostenibili intrinsecamente legati all’acqua e ai cambiamenti climatici: una migliore gestione delle risorse idriche è una componente essenziale per il successo della mitigazione del clima e delle strategie di adattamento. La corretta gestione delle risorse idriche contribuisce ad aumentare la resistenza alle variabili climatiche, migliora lo stato degli ecosistemi ed è un fondamentale supporto per valorizzare i risultati dello sviluppo sostenibile.