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Castelfranco Emilia, una nuova convenzione con ERT Fondazione per il rilancio del teatro Dadà

Dopo l’approvazione in Consiglio Comunale, l’Amministrazione comunale di Castelfranco Emilia e Emilia Romagna Teatro fondazione hanno firmato una nuova convenzione per la gestione del teatro Dadà valida fino al 2028. La cooperazione tra i due enti per i prossimi cinque anni è stata sottoscritta per avviare un rilancio delle attività, sia nell’ottica di attrarre sempre nuovi spettacoli per l’affezionato pubblico di Castelfranco Emilia, sia per dare spazio alla realizzazione di produzioni originali di ERT. La lente d’ingrandimento è rivolta verso la promozione del teatro nazionale d’arte e di tradizione, ma anche del teatro di innovazione, con un’attenzione particolare alle realtà regionali.

La collaborazione con questo ente di Teatro Nazionale è preziosa perché ERT è prima di tutto un centro di produzione teatrale con all’attivo la creazione di oltre 200 spettacoli che sviluppa le proprie politiche teatrali in due direzioni fondamentali: la collaborazione con gli artisti da un lato e, dall’altro, la ricerca di tipologie spettacolari e spaziali alternative alla grande sala, all’insegna di un incontro con il pubblico diversificato e complesso.

La convenzione prevede la gestione da parte di ERT dei cartelloni delle prossime stagioni teatrali con spettacoli di prosa, inclusa qualche incursione nel mondo del teatro musicale, una ricca rassegna dedicata al teatro ragazzi con proposte per le scuole primarie e secondarie del territorio e infine l’utilizzo del teatro per 40 giornate all’anno a disposizione dell’Amministrazione comunale per dare spazio alla creatività e alla voglia di esibirsi delle associazioni del territorio e delle compagnie amatoriali.

Secondo Leonardo Pastore, Assessore alla Cultura di Castelfranco Emilia, si tratta di un passo avanti fondamentale: «Grazie a questa convenzione il Teatro Dadà, oggetto di una importante riqualificazione che terminerà nelle prossime settimane, tornerà ad essere un luogo centrale dell’offerta culturale della nostra città».

«Con il fondamentale contributo di ERT, infatti, sarà offerta alle nostre cittadine e ai nostri cittadini una programmazione teatrale di notevole livello e sarà data alle associazioni del territorio che ne faranno richiesta la possibilità di usare gratuitamente gli spazi del teatro per svolgere i loro eventi e le loro iniziative. Un ulteriore, importantissimo, elemento di questa convenzione – continua Leonardo Pastore – è rappresentato dall’offerta alle ragazze e ai ragazzi delle scuole della nostra città della possibilità di assistere a spettacoli e rappresentazioni teatrali appositamente organizzati per loro grazie alla strettissima collaborazione tra ERT, amministrazione comunale e i docenti dei vari istituti scolastici. Per la nostra comunità è un investimento importantissimo, anche in termini economici, che dimostra il ruolo centrale che la cultura, l’arte e il teatro rappresentano per la crescita e il futuro della nostra città».

Un obiettivo raggiunto anche per Emilia Romagna Teatro Fondazione che ha lavorato al progetto insieme all’Amministrazione comunale: «I teatri aperti – dichiarano il presidente Giuliano Barbolini e il direttore Valter Malosti di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale – sono uno dei fondamentali segnali di vitalità di una comunità: è a teatro che si incontrano persone e storie, ed è qui che si possono ascoltare voci che offrono punti di vista sempre inediti sull’attualità e sulla società. È così che si sviluppano riflessioni e idee indispensabili per il nostro vivere democratico. Siamo quindi molto felici di aver rinnovato la convenzione e ringraziamo il Comune di Castelfranco Emilia per la fiducia che ancora una volta ci ha riservato, affidandoci la programmazione del Teatro Dadà per un tempo più ampio fino alla stagione 2027/28. Proseguono il dialogo e il lavoro – mai interrotto anche in questi mesi di chiusura – con l’Amministrazione comunale e le sue realtà culturali, per dare vita a una stagione multiforme che possa incontrare una platea il più possibile allargata e per far sì che il teatro continui a essere un luogo non solo al servizio dei cittadini ma anche “generatore di comunità”».

 

 

 

















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