“Apprendiamo con grande stupore la decisione della giunta Menani del comune di Sassuolo di uscire dall’associazione Nazionale Avviso Pubblico, che promuove la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile mettendo in campo azioni preventive contro le mafie e la corruzione” – afferma Cesare Pizzolla coordinatore Cgil distretto Sassuolo.
“A questa associazione hanno aderito tanti enti locali e dal 2014 anche Sassuolo. In un momento in cui bisognerebbe aumentare le azioni di prevenzione contro l’illegalità e le mafie in quanto anche i nostri comuni dovranno decidere come spendere i milioni di euro in infrastrutture derivanti dagli stanziamenti europei del Pnrr, in un territorio dove la presenza di infiltrazioni malavitose è ampia e ne è testimonianza il processo Aemilia svolto a Reggio Emilia che ha coinvolto anche la provincia di Modena, la sentenza del processo Grimilde della scorsa settimana dove oltre alle condanne agli imputati è stato riconosciuta la costituzione di parte civile ad Avviso Pubblico oppure i tanti beni confiscati alle mafie nel distretto Ceramico, il Comune di Sassuolo invece decide di dare un segnale in controtendenza, facendo un passo indietro togliendo la propria adesione ad Avviso pubblico.
E’ inammissibile “non avere tempo”, così come motivato dallo stesso Comune di Sassuolo, per partecipare ai lavori dell’associazione che lavora su temi così importanti e purtroppo presenti anche nella società e nel mondo del lavoro di Sassuolo”.
“Per la Cgil – continua Pizzolla – il tema della legalità e la lotta alle mafie e alla corruzione è una delle priorità che tutti i soggetti, Istituzioni Locali, Associazioni di Impresa e Sindacati devono avere in agenda e per questo che abbiamo bisogno di un patto Distrettuale dove al centro ci deve essere un impegno di tutti a definire azioni volte a togliere spazi anche nel tessuto economico e sociale alle associazioni malavitose ed alle aziende non serie, aiutando invece chi fa impresa utilizzando modalità legali ( e fortunatamente sono tanti gli imprenditori seri nel nostro distretto) senza dare spazi a scorciatoie a partire dalla regolamentazione della filiera degli appalti e subappalti dove in modo più o meno occulto il malaffare trova campo fertile anche attraverso lo sfruttamento del lavoro.
Chi non si approccia a questo tema in questo modo non fa altro che fare il gioco degli imprenditori che operano in malafede penalizzando invece gli imprenditori seri. Per queste ragione chiediamo a Sassuolo di rivedere la Loro decisione continuando ad interagire con i lavori di Avviso Pubblico”, conclude il coordinatore Cgil distretto Sassuolo.