L’Università di Bologna e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL hanno siglato un nuovo Protocollo in materia di appalti pubblici, nato dall’obiettivo comune di garantire la legalità, la concorrenza e la tutela dei lavoratori. Numerose le innovazioni, che promuoveranno condizioni di lavoro più eque.
L’accordo arriva al termine di un importante percorso che si è svolto in un clima di costruttivo confronto. Sono stati approfonditi in particolare alcuni temi sensibili in materia di appalti pubblici, come quelli legati ai cosiddetti “servizi ad elevata intensità di manodopera”, tra cui servizi di front office, di pulizia, di assistenza sociosanitaria, servizi informatici e servizi di front office nelle biblioteche.
In base al nuovo Protocollo, oltre ad assicurare l’applicazione dei contratti collettivi di riferimento, per l’aggiudicazione delle gare l’Università di Bologna si impegna ad adottare criteri che privilegino gli aspetti qualitativi anziché quelli economici.
È un risultato che l’Università di Bologna saluta con grande soddisfazione, e si inserisce in una prassi contrattuale virtuosa già sperimentata in Regione Emilia-Romagna e nella Città Metropolitana di Bologna. Con accordi come questo le istituzioni pubbliche e le organizzazioni sindacali riaffermano la centralità del valore del lavoro, della tutela dei lavoratori e della qualità dei servizi.
Il Protocollo contiene inoltre una clausola sociale di riassorbimento della manodopera, in modo da garantire gli stessi livelli occupazionali e le stesse, o migliori, condizioni economiche e normative, nel caso di passaggio a nuovi aggiudicatari. Oltre a questo, l’Alma Mater e le organizzazioni sindacali hanno concordato sull’opportunità di monitorare il fenomeno del subappalto, garantendo il principio di parità di trattamento tra dipendenti dell’appaltatore e del sub appaltatore.
Per favorire il monitoraggio delle parti sindacali sulle condizioni di lavoro negli appalti, il Protocollo prevede un’informazione periodica sullo stato di avanzamento dei contratti e l’introduzione di un sistema sanzionatorio in caso di mancato rispetto degli obblighi verso il personale: questo sistema garantisce l’effettiva regolarità sia contributiva sia retributiva della ditta aggiudicataria.
L’accordo permette inoltre ai soggetti sindacali legittimati di indire assemblee su materie di interesse sindacale favorendo la partecipazione dei lavoratori delle imprese appaltatrici. E favorisce la presenza delle RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) delle aziende coinvolte presso i luoghi di lavoro dell’Ateneo.
«Si tratta di un accordo al quale abbiamo intensamente lavorato e che ho personalmente sostenuto con grande convinzione», dichiara il Rettore Giovanni Molari. «L’Alma Mater ha a cuore la tutela dei diritti in ogni campo della sua attività. Questo accordo mira a incrementare i diritti e le tutele di quei lavoratori che, pur non dipendendo dall’Ateneo, sono colleghe e colleghi con i quali condividiamo tante attività quotidiane». «Ci tengo a ringraziare», aggiunge il Rettore, «tutti coloro che hanno reso possibile, con responsabilità e apertura a un franco dialogo, un accordo così innovativo».