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Sabato a Villa Minozzo si ricorda Domenico Bondi, carabiniere partigiano, martire della Resistenza

“Sono un carabiniere. Da me non saprete altro”: così Domenico Bondi, dopo giorni di maltrattamenti e di torture nel tentativo di estorcergli informazioni sui partigiani, il 26 gennaio 1945 fu portato davanti al plotone d’esecuzione, a Ciano d’Enza. Morì da eroe, al grido di “Viva l’Italia”.

Sarà commemorato sabato mattina, nel suo paese natale di Morsiano, a settantotto anni dalla sua tragica scomparsa. Il ritrovo è previsto alle 10.30 nella piazza a lui intitolata. Dopo i saluti del sindaco, Elio Ivo Sassi, prenderà la parola il consigliere regionale Stefania Bondavalli. Seguiranno l’intervento degli studenti dell’istituto comprensivo e, alle 11, la messa nella chiesa parrocchiale. La celebrazione continuerà con la deposizione di una corona e la benedizione del monumento dedicato al glorioso uomo dell’arma e partigiano, insignito della medaglia d’oro al valor militare, alla memoria, con decreto del 6 marzo 1950.

“L’8 settembre 1943 – ricorda il primo cittadino – era in servizio nella legione carabinieri di Bologna. Aderì tra i primi alla Resistenza, col nome di battaglia di Fioravante. Dopo essersi occupato del rifornimento di armi e di curare i contatti tra le diverse formazioni partigiane, decise di affrontare il nemico sul campo, nel suo Appennino. Partecipò a diverse azioni come caposquadra, finché, nella zona di Secchio, venne catturato dai nazisti. In quell’occasione aveva ricevuto l’ordine di resistere ad oltranza con i suoi uomini, che dopo diverse ore furono però costretti a desistere. Riuscì a metterli in salvo, a costo però della carcerazione e della sua stessa vita”.

A Domenico Bondi, nato il 16 settembre 1908, figlio di Paolo e di Gelsomina Battistelli, sono stati anche intitolati un corso per allievi carabinieri ausiliari, tenutosi a Fossano, in provincia di Cuneo, nel 1993, e la caserma di San Polo d’Enza, inaugurata il 6 maggio 2006.

Nella motivazione con cui fu fregiato del prestigioso riconoscimento, si legge, fra l’altro: “Dopo l’armistizio, scelta la via dell’onore e del dovere, si distinse per redditizia ed indefessa attività organizzativa ed informativa e per doti di combattente, sicuramente provate in difficili e numerose circostanze. Caduto in mano al nemico rivendicò a viso aperto la sua qualifica di carabiniere e di partigiano. Sottoposto a stringenti e tormentosi interrogatori e lungamente torturato, fu fedele al segreto ed incrollabile nella fierezza della sua fede”.

Termina il sindaco Sassi: “Bondi rappresenta uno dei tanti martiri del nostro comune, una terra che ha versato un tributo di sangue altissimo in nome della pace, della libertà e della democrazia. Le sofferenze e il sacrificio degli uomini e delle donne, dei giovani e degli anziani della comunità villaminozzese nelle drammatiche ore della seconda guerra mondiale siano custoditi per sempre nei nostri cuori”.

La manifestazione è organizzata dal Comune in collaborazione con l’Unione montana, le associazioni partigiane Alpi-Apc ed Anpi, l’istituto Istoreco, la locale sezione dell’associazione nazionale carabinieri, gli alpini, la Croce verde e la Pro loco di Morsiano, nella cui sede, a conclusione, si svolgerà un momento conviviale e di intrattenimento con il “vin d’onore”.

















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