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Sanità, mancano gli addetti: domani, martedì 7 marzo, nuova protesta davanti al Policlinico di Modena

Continua la mobilitazione dei sindacati della sanità Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl per la carenza dei professionisti nel servizio sanitario pubblico in Emilia Romagna e per la scarsità delle risorse per valorizzazione del personale, sicurezza e qualità dei servizi e quindi per garantire il diritto alla salute dei cittadini.

Per questo nell’ambito della mobilitazione regionale che ha già visto volantinaggi territoriali lo scorso venerdì 3 marzo (foto), domani martedì 7 marzo è previsto un nuovo presidio presso il Policlinico di Modena (via del Pozzo) dalle ore 10 alle 12.

Saranno presenti numerosi lavoratori – infermieri, amministrativi, tecnici, oss – per far sentire la loro voce. Gli addetti della sanità pubblica si aspettano risposte concrete dall’incontro dell’8 marzo dei sindacati con l’assessore regionale Donini.

“In Emilia-Romagna – spiegano i sindacati in una nota – dovranno essere assunti al più presto oltre 5 mila addetti sanitari: da 1.500 a 2.300 infermieri di comunità, 270 infermieri per le centrali operative territoriali, una settantina di altre figure tra personale sanitario e amministrativo, 640 infermieri, 430 operatori socio-sanitari e 140 fisioterapisti per gli ospedali di comunità, almeno 800 infermieri e 600 oss, ostetriche, autisti di ambulanza, psicologi e altri professionisti per trasformare le case della salute in case di comunità.  Queste persone servono per mettere in pratica quanto previsto dal decreto ministeriale 77/2022 sulla riorganizzazione e sviluppo dell’assistenza sanitaria a livello territoriale.  Nonostante questo fabbisogno, la Regione taglia sul personale, blocca il turn over, non sostituisce chi si dimette o va in pensione, costringe i lavoratori delle aziende sanitarie ad accumulare ore di straordinario e ferie non godute”.

Spesso l’assessorato regionale alla sanità respinge le denunce dei sindacati citando il saldo del personale assunto dal 2018 a oggi: +7.300 unità.  In realtà, chi è stato stabilizzato o assunto negli ultimi anni ha solo “rattoppato gli organici” dopo quindici anni di tagli.  Per i sindacati è impensabile garantire servizi aggiuntivi e funzionalità di strutture finanziate dal Pnrr riducendo gli organici.  Tra l’altro il personale insufficiente sta allungando i tempi di attesa nei pronto soccorso e per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e chirurgiche, mettendo a rischio non solo la rinomata qualità della sanità emiliano-romagnola, ma – concludono i sindacati – soprattutto il diritto alla salute dei cittadini”.

















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