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Ceramica, approvata piattaforma rinnovo contratto nazionale. Cisl: “Fare presto”

Dovrebbe partire a giorni la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dell’industria ceramica, piastrelle e materiali refrattari, ceramica sanitaria e stoviglierie, in scadenza il 30 giugno.

Sono interessati 25 mila addetti in tutta Italia, la maggior parte dei quali (14.716) distribuiti in 74 aziende operanti nel distretto Sassuolo-Scandiano.

L’altro giorno a Bologna l’assemblea unitaria dei delegati dei tre sindacati di categoria (Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Ui) ha approvato la piattaforma rivendicativa, inviata ieri via pec a Confindustria Ceramica con la richiesta di dare il via alla trattativa.

«Il nostro auspicio è che il rinnovo del contratto avvenga nel minor tempo possibile – dichiara il segretario generale della Femca Cisl Emilia Centrale Massimo Muratori –

Le difficoltà economiche delle famiglie causate dall’inflazione e dai rincari energetici richiedono una risposta salariale adeguata e rapida. Chiediamo che si faccia presto».

Per il triennio 1 luglio 2023-30 giugno 2026 i sindacati chiedono un aumento salariale complessivo di 260 euro al livello di inquadramento D.1 Inoltre richiedono l’incremento delle maggiorazioni per il lavoro festivo e notturno.

Per la parte normativa, Filctem Femca Uiltec chiedono la rivisitazione del sistema classificatorio, con l’immediata introduzione di figure professionali già oggi utilizzate nel ciclo produttivo e non previste nelle declaratorie contrattuali.

Sulla formazione i sindacati ritengono fondamentale prevedere ore specifiche – durante l’attività lavorativa –  dedicate a percorsi per acquisire nuove competenze, anche in tema di salute e sicurezza.

Per quanto riguarda i diritti individuali, Cgil Cisl Uil di settore chiedono il miglioramento delle norme relative al congedo per malattie dei figli, permessi parentali e per le vittime di violenza di genere, periodo di comporto per malattie degenerative e invalidanti.

Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil nazionali ritengono, infine, necessario valorizzare il welfare contrattuale, previdenziale e sanitario, in modo da renderlo generale, inclusivo e fruibile da tutti i lavoratori.

















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