venerdì, 22 Novembre 2024
16.1 C
Comune di Sassuolo
HomeCarpiFestivalfilosofia 2023: i mondi della parola





Festivalfilosofia 2023: i mondi della parola

foto Elisabetta Baracchi

Dedicato al tema parola, il festivalfilosofia 2023 è in programma a Modena, Carpi e Sassuolo dal 15 al 17 settembre.
Giunto alla ventitreesima edizione, il format del festival prevede come sempre lezioni
magistrali, mostre, spettacoli, letture, attività per ragazzi e cene filosofiche. Gli appuntamenti saranno quasi 200 e tutti gratuiti.

Piazze e cortili ospiteranno 54 lezioni magistrali in cui grandi personalità del pensiero
filosofico discuteranno la centralità del linguaggio, della lingua e della presa di parola in
un’epoca – caratterizzata dal dominio della comunicazione – che paradossalmente sembra
tuttavia indebolirla. Analizzando la situazione del discorso nella sfera pubblica, emergeranno i punti critici della comunicazione politica contemporanea. Nel campo delle relazioni sociali si mostrerà quanto la parola debba essere costantemente curata per evitare il degrado dei rapporti tra le persone, come nei casi dei linguaggi d’odio e delle problematiche di genere.
Portando a valore i contributi della ricerca scientifica e tecnologica, si discuterà la questione del linguaggio tanto dal punto di vista evoluzionistico, quanto da quello delle sue codificazioni tecnologiche e algoritmiche. Sulla scorta dei principali modelli filosofici e delle loro genealogie, si traccerà anche il quadro del rapporto tra scrittura e immagine, per mostrare i punti di contatto tra piano espressivo e piano figurativo.

Una decina di appuntamenti saranno nel segno della conversazione e del dibattito, sia per
mettere a confronto diverse posizioni filosofiche, sia per generare un incontro fra teorie ed
esperienze artistiche.
L’edizione 2023, mentre conferma lo stretto legame con i maggiori protagonisti del dibattito
filosofico, presenta venticinque voci nuove. Tutte le autrici e gli autori stranieri, con due sole eccezioni, sono al loro debutto al festival.
Tra i protagonisti ricorrenti si ricordano, tra gli altri, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari
(componente del Comitato scientifico del festival), Barbara Carnevali (componente del
Comitato scientifico del festival), Donatella Di Cesare, Roberto Esposito, Maurizio Ferraris
(Lectio “Confindustria Emilia Area Centro”), Umberto Galimberti, Michela Marzano, Stefano
Massini (Lectio “Rotary Club Gruppo Ghirlandina”), Salvatore Natoli, Massimo Recalcati (Lectio “BPER Banca”), Carlo Sini.
Tra chi è al “debutto”: Claudia Bianchi, Alex De Voogt, Silvia Ferrara, Tim Ingold, Sverker
Johansson, David Le Breton, Franco Lo Piparo, Eva Meijer (Lectio “Gruppo Hera”), Cecilia
Robustelli (Lectio “Coop Alleanza 3.0”), Gisèle Sapiro, Françoise Waquet, Maryanne Wolf.

Il programma filosofico del festival propone anche la sezione “la lezione dei classici”: studiose e studiosi autorevoli commenteranno i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema della parola.
Per il pubblico del web, alle ore 18 di ciascun giorno sarà trasmessa in diretta una lezione sui canali del festival, in attesa della pubblicazione dell’intero programma la settimana successiva alla manifestazione.
Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo
(ancora in corso di ultimazione) coinvolgerà performance, musica e spettacoli dal vivo. Mentre diversi appuntamenti espositivi saranno dedicati alla questione del rapporto tra parola e immagine – attraverso un lavoro sulla scrittura o sui prompt linguistici che presiedono alla generazione delle immagini – una serie di esperienze laboratoriali e partecipative metterà in pratica e in scena l’esercizio della presa di parola, coinvolgendo le questioni del multilinguismo, della lingua madre, delle lingue generazionali, delle pratiche affermative di soggettività.
Tra i partecipanti: Alessandro Bergonzoni con le sue sperimentazioni linguistiche e concettuali; Mariangela Gualtieri con un rito della voce poetica; Saverio Raimondo con una lezione spettacolo sull’incerto futuro della satira; Monica Guerritore con una riflessione su estetica e pratiche artistiche.
Oltre trenta le mostre e installazioni proposte in occasione del festival da un’ampia rete di
istituzioni artistiche pubbliche e gallerie private.
L’insieme del programma creativo coinvolge e sintonizza tematicamente una rete di oltre 160 partner culturali.
Il festival è promosso dal “Consorzio per il festivalfilosofia”, di cui sono soci i Comuni di
Modena, Carpi e Sassuolo, la Fondazione Collegio San Carlo di Modena, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e la Fondazione di Modena.

In 54 lezioni magistrali saranno affrontate le varie declinazioni di questo tema, per discutere la centralità del linguaggio, della lingua e della presa di parola in un’epoca – caratterizzata dal dominio della comunicazione – che paradossalmente sembra tuttavia indebolirla. Analizzando la situazione del discorso nella sfera pubblica, emergeranno i punti critici della comunicazione politica contemporanea. Nel campo delle relazioni sociali si mostrerà quanto la parola debba essere costantemente curata per evitare il degrado dei rapporti tra le persone, come nei casi dei linguaggi d’odio e delle problematiche di genere. Portando a valore i contributi della ricerca scientifica e tecnologica, si discuterà la questione del linguaggio tanto dal punto di vista evoluzionistico, quanto da quello delle sue codificazioni tecnologiche e algoritmiche. Sulla scorta dei principali modelli filosofici e delle loro genealogie, si traccerà anche il quadro del rapporto tra scrittura e immagine, per mostrare i punti di contatto tra piano espressivo e piano figurativo.
Strutturato per gruppi di questioni, il programma filosofico porterà pertanto in primo piano un lessico concettuale a più voci nel quale si confronteranno prospettive filosofiche plurali e talora in contrasto, anche attraverso alcuni dibattiti che faranno emergere posizioni differenti.

1. Parola comune: politica e sfera pubblica
Il punto di partenza del programma è la situazione della parola e del linguaggio comune in questa attuale fase delle nostre società. Fondata sull’uso e indispensabile medium per la generazione di significati condivisi, la parola comune per eccellenza è quella della sfera pubblica, là dove emergono i processi di deliberazione sugli affari di tutti, con le complessità e le patologie determinate da una certa impostazione della comunicazione contemporanea. Tre sono i gruppi di interventi che mettono a fuoco altrettanti aspetti della questione.
In una prima sottotraccia si discuteranno le forme della comunicazione politica nelle attuali democrazie esecutive e decidenti, in cui sembra restringersi lo spazio del discorso pubblico. Carlo Galli ricostruirà questi processi, appellandosi al nesso che deve crearsi tra istituzioni rappresentative e costruzione dell’opinione pubblica. Cass Sunstein indicherà viceversa una caratteristica della discussione pubblica nell’epoca digitale, ovvero il meccanismo di polarizzazione che mira a ridurre ogni questione pubblica a termini dualistici. Massimiliano Panarari esaminerà le conseguenze della comunicazione disintermediata – tra vantaggi di accesso e rischi di manipolazione – per capire cosa resta della sfera pubblica in questo scenario. Da una diversa prospettiva, David Le Breton soppeserà le trasformazioni (e per certi versi la scomparsa) della conversazione nella nostra epoca individualizzata, con tutto quello che ciò comporta per la genesi di un foro pubblico. A un linguaggio specializzato – quello scientifico e culturale – è dedicato l’intervento di Françoise Waquet, che mostrerà il ruolo del regime di oralità nella trasmissione del sapere, in una lezione nella quale il concetto stesso di festival culturale – ovvero un evento essenzialmente fatto di parola e opinione – diverrà oggetto d’esame.
Una seconda sottotraccia sarà dedicata alla responsabilità – non solo intellettuale, ma civica – di prendere la parola sulle questioni comuni. Gisèle Sapiro traccerà un campo discorsivo fatto dell’interazione tra legislazione, censura e impegno nella circolazione di opinioni d’autore, mentre Ivano Dionigi proporrà modi per riformulare un lessico civile che dia peso a parole valoriali spesso fraintese o stancamente ripetute.
Una terza sottotraccia indica il ruolo della lingua nella costruzione delle comunità, evidenziando come le politiche linguistiche del potere abbiano spesso ambizioni imperiali. Giuseppe Antonelli prenderà Dante a esempio di una lingua, il volgare, pensata come comune e futura, mentre Vittorio Emanuele Parsi, in tutt’altro contesto, ricostruirà il valore di propaganda delle identità etno-linguistiche, segnatamente nel caso delle comunità russofone ucraine.

2. “Fare cose con le parole”
A un livello più granulare degli usi del linguaggio, si nota come il senso delle parole stia in ciò che tramite esse facciamo, in particolare nei confronti altrui. La parola è un fenomeno pragmatico, perché istituisce relazioni tra persone. Si delinea così il suo significato intersoggettivo e pubblico. Questo carattere performativo e politico verrà esaminato lungo tre assi particolarmente rilevanti per l’esperienza collettiva.
In una lezione architettonica, Salvatore Natoli mostrerà come, entrando nel circuito dello scambio comunicativo, la parola possa perdere l’aura di corrispondenza col mondo e possa divenire semplice fantasma di verità, potente strumento di inganno e mistificazione. Questa perdita di innocenza è la radice ineludibile di ogni patologia della comunicazione. Questo tuttavia non è un destino segnato, perché, come mostrerà Stefano Massini (Lectio “Rotary Club Gruppo Ghirlandina”), le parole sono capaci non solo di invettiva, ma anche di elogio, non solo di odio, ma anche di amore. Gli farà eco Umberto Curi, che mostrerà come l’ascolto sia la prima delle forme di terapia e di cura.
Alla delicatezza e urgenza dei linguaggi performativi, tra odio e rispetto, violenza simbolica e reale, sono dedicati quattro interventi che da differenti prospettive gettano luce sulla questione. In un intervento quadro, Massimo Recalcati discuterà i traumi che la parola può generare nella psiche, anche attraverso quelle “parole-proiettile” che possono lasciare ferite di lunga durata nell’inconscio (Lectio “BPER Banca”). Mentre Claudia Bianchi procederà a una definizione e classificazione dei linguaggi di denigrazione, anche per valutarne le specificità, Francesca Piazza risalirà al prototipo dei duelli omerici per mostrare il carattere antagonistico del linguaggio con i suoi effetti reali. Michela Marzano, viceversa, discuterà delle trappole che si annidano nel linguaggio quando il consenso non è tale, ma è cedimento alla prepotenza e alla violenza.
Ciò conduce a un secondo terreno in cui misurare il valore performativo della lingua, ossia il caso dei linguaggi di genere, di nuovo con tre interventi complementari. Cecilia Robustelli (Lectio “Coop Alleanza 3.0”) discuterà il modo in cui registri linguistici connessi al genere siano un caso esemplare di una comunicazione che si voglia equa, perché fondata sull’uguale rispetto, e sostenibile, cioè capace di costruire un’ecologia non tossica della lingua. Alessandro Carrera, soprattutto a partire da esperienze di codifica linguistica americana, mostrerà certi parossismi delle odierne politiche di correzione linguistica. In un dibattito, format che il festival “sperimenta” in una nuova forma, Anna Maria Lorusso e Giorgia Serughetti faranno il punto sulle politiche linguistiche di genere e la loro relazione con la democrazia, anche evidenziando lo scarto tra innovazioni intenzionali nella morfologia delle parole e processi evolutivi della lingua.
Un terzo terreno nel quale la trasformazione dei codici linguistici e culturali investe l’identità collettiva è quello della cosiddetta “cancel culture”: il progetto di “de-colonizzazione” delle tradizioni culturali è oggetto di una conversazione tra Maurizio Bettini e Simone Verde, che si muoverà tra il canone classico e tradizioni di più recente invenzione, attraversando diverse “piattaforme” come il corpus letterario e l’istituzionalizzazione dei musei.
Una conversazione tra Massimo Cacciari e Natalino Irti discuterà la relazione tra lettera e spirito, testo e contesto, in uno dei codici linguistici maggiormente istitutivi e performativi, ovvero quello del diritto, nel quale gli enunciati prendono valore di norma e hanno forza obbligante.
Alessandro Bergonzoni interverrà in modo pirotecnico, in una messa in opera del carattere sperimentale della lingua, che mostrerà come l’inventiva generi mondi e sguardi.

3. Pensiero, linguaggio, mondo
In un interludio teorico, si discute lo statuto fondativo della parola e del linguaggio in tre mosse. Questa pista ricostruisce dapprima alcune genealogie culturali del rapporto tra parole e mondo, per mostrare i complessi intrecci originari tra pensiero, linguaggio e ragione, nonché le differenti modalità con cui si stabiliscono le corrispondenze tra linguaggio, cose e rappresentazione in civiltà quali la classica, la biblica e la cinese antica.
Tre appuntamenti sono dedicati poi alla questione del linguaggio come facoltà e dispositivo: si discute qui se apparteniamo al linguaggio o se esso sia solo uno strumento, e se ne indica il valore d’uso, come forma di vita dotata di regole. Infine una terza sottotraccia ne presenta il carattere istitutivo, per cui il linguaggio, pur essendo sempre immerso nel mondo storico, genera mondi e quindi processi di cambiamento.
Al valore di “logos” come pensiero, ragione e linguaggio, questione iniziale della filosofia, è dedicata la lezione di Massimo Cacciari, membro del Comitato scientifico del festivalfilosofia. Per dare senso culturale e storico al modo in cui la parola è stata riferita al mondo, si ricostruiranno alcune scene originarie: Enzo Bianchi mostrerà il modo in cui nel Genesi si dà il nome al Creato, mentre Anne Cheng discuterà le corrispondenze tra linguaggio e realtà nel pensiero cinese antico. Al modo in cui il “logos” è anche voce, recuperando la relazione tra ritmo e parola, è dedicato l’intervento di Markus Ophälders.
Una delle questioni più rilevanti della discussione filosofica è quella se noi siamo linguaggio, cioè se pensiero e facoltà del linguaggio siano co-appartenenti, oppure se abbiamo linguaggio, ovvero se la capacità di parola sia qualcosa di non coincidente con la nostra natura, una funzione che possediamo ma che non ci esaurisce. A questi due estremi sono dedicati gli interventi, rispettivamente, di Donatella Di Cesare e Paolo Virno. Viceversa, mettendo a frutto la prospettiva della filosofia di Wittgenstein, Luigi Perissinotto mostrerà l’importanza dell’idea di gioco linguistico, uso e forma di vita nella costruzione di una teoria avanzata del significato.
Roberto Esposito, da una prospettiva che eccede l’approccio analitico della teoria degli atti linguistici, si soffermerà sul carattere istitutivo della parola, sempre già impastata di relazioni storiche ma anche sempre capace di generare il nuovo.
Al senso di spaesamento generato quando le parole non corrispondono più al mondo è dedicato l’intervento di Umberto Galimberti.

4. Evoluzioni e innovazioni
Sempre sul crinale tra natura e artificio, la parola e il linguaggio fanno emergere da un lato questioni di evoluzione biologica e culturale, mentre dall’altro sono immersi in processi di innovazione anche tecnologica che ne mettono alla prova, ma anche ne illuminano, il senso.
Sul piano scientifico, Sverker Johansson mostrerà come la chiave evolutiva del linguaggio sia consistita nella cooperazione, e che il proto-linguaggio di Sapiens sia stato il frutto della correlazione tra fiducia, creatività e apprendimento sociale. Per comprendere alcune caratteristiche dell’apprendimento linguistico di Sapiens è fondamentale porsi la questione della decifrazione delle “grammatiche” animali: lo studio dei linguaggi animali, come mostrerà Eva Meijer (Lectio “Gruppo Hera”), getta luce sul ruolo di gesti, imitazione e pratica nella genesi della comunicazione delle specie e tra le specie. Maryanne Wolf si soffermerà invece su una specializzazione non prevista dall’evoluzione neurobiologica del cervello, ma determinata da fattori culturali, ovvero l’attivazione di circuiti cerebrali specifici che presiedono all’atto della lettura: tale capacità è stata sviluppata dalla nostra specie dopo un lungo percorso di appropriazione simbolica dei segni culminato con la scrittura. Analogamente, Andrea Moro mostrerà come la capacità ricombinatoria del linguaggio sia espressione del cervello, e come questo sia un fattore rilevante per comprendere non solo l’evoluzione, ma la realtà stessa.
Il carattere computazionale delle teorie linguistiche che confinano con le scienze del cervello si salda a frontiere tecnologiche che progrediscono letteralmente di anno in anno in modo esponenziale. Alla questione degli algoritmi generativi, dei prompt che rendono automatica la scrittura e la composizione di testi, con la valutazione dei pro e contra, sono dedicati gli interventi, simpatetici nel primo caso e assai più pessimistici nel secondo, di Maurizio Ferraris (Lectio “Confindustria Emilia Area Centro”) ed Éric Sadin. Viceversa Carlo Penco mostrerà che l’attuale evoluzione tecnologica è un caso particolare di una caratteristica fondamentale del linguaggio, ossia essere un codice formale oltre che una capacità naturale.
In un intervento che sottolineerà la necessità di una continua manutenzione della nostra preziosa capacità di linguaggio, Ines Adornetti discuterà alcune disfunzioni che possono dare luogo a svariati disturbi della comunicazione, rintracciandone i fattori psichici o neurologici.

5. Scrittura e immagine
Un quinto gruppo di lezioni fa il punto sulla scrittura intesa come codice, sistema iconico e dispositivo di trasmissione. È su questo piano, uno dei più fertili nella riflessione filosofica del Novecento, che si rivela un vero e proprio tema-ombra del programma di quest’anno, ossia la complessa relazione tra parola e immagine: tale questione viene affrontata non solo dal punto di vista materiale e grafico, là dove emerge che la scrittura, anche alfabetica, ha sempre un riferimento visuale, ma anche su un piano più concettuale, per mostrare che il linguaggio ha un’incancellabile radice figurativa, com’è evidente nei casi della metafora e del simbolo.
In una lezione quadro, Carlo Sini sosterrà che lo sviluppo della scrittura alfabetica ha comportato una vera rivoluzione, perché ha determinato la possibilità di saperi “de-somatizzati”, cioè puramente concettuali. Si è trattato di uno stadio nella cultura grafica che caratterizza la modalità umana di dare forma concreta alle parole (non esclusivo, e nemmeno finale, come dimostra il proliferare di emoticon, meme, sticker e altre forme pittografiche nella nostra messaggistica, oltre alla persistenza di potenti e diffuse lingue ideografiche). A questa connessione tra linee, disegno e scrittura sarà dedicato l’intervento di Tim Ingold.
Dimentichiamo spesso che la scrittura, intesa come processo di concretizzazione simbolica della nostra capacità di parlare, è un evento contingente e recente. Mentre come specie parliamo da molte decine di migliaia di anni, scriviamo (in un senso tutto da precisare) da non più di 5.000-5.500. Questo significa che le scritture non sono trasparenti e vanno, appunto, decifrate, con la sfida che ne deriva quando si incontrano sistemi di scrittura di cui non conosciamo la decodifica: si occuperà di questi temi Silvia Ferrara. Al carattere polisemico della scrittura, per cui anch’essa, analogamente al linguaggio, funziona come un gioco che rende possibile la trasmissione, sarà viceversa dedicata la lezione di Alex De Voogt. Alle “prestazioni” della scrittura, soprattutto nel passaggio dall’oralità, è rivolto l’intervento di Nicla Vassallo, che prenderà in esame il caso esemplare della testimonianza.
Cerniera tra parola e immagine è il carattere metaforico connaturato non solo alla scrittura, ma al linguaggio in senso generale, come si evince dall’idea stessa che la parola sia parabola, cioè similitudine, perché nessuna parola ha senso senza un riferimento fuori da se stessa. Alla metaforologia come campo fondamentale della filosofia è dedicata la lezione di Francesca Rigotti, mentre Maurizio Ghelardi, in continuità con i temi di Aby Warburg, discuterà del simbolo come punto di contatto tra immagini e parole. La lezione di Barbara Carnevali, componente del Comitato scientifico del festivalfilosofia, sarà invece dedicata a un segno di cui sono pervase la nostra società, la nostra comunicazione e le nostre identità collettive, ossia il logo, di cui emergerà il carattere a un tempo linguistico e iconico.
In una lezione sui mondi di Vermeer, Francisco Jarauta presenterà la “grammatica rappresentativa” del grande pittore olandese.
In un intervento sul modo in cui le parole e la poesia consentono alle ombre di affiorare e prendere consistenza, Monica Guerritore mostrerà che la pratica artistica consiste in una mediazione tra il visibile e l’invisibile.

6. Lezioni dei classici
Completerà come di consueto il programma filosofico la sezione “Lezione dei Classici”: grandi interpreti del pensiero filosofico discutono le opere che hanno maggiormente segnato la riflessione sul tema “parola”.
Franco Lo Piparo presenterà le teorie del linguaggio di Aristotele commentando la sua opera più rilevante da questo punto di vista, ossia il Dell’interpretazione. Manuela Sanna e Gaspare Polizzi si occuperanno di due momenti teorici importanti, rispettivamente Vico e Leopardi, in una storia – quella della questione della lingua italiana – che nel programma riemerge in altri ambiti sia sul piano teorico, che su quello dell’empowerment. Infine Pasquale Frascolla e Giuseppina Strummiello dedicheranno le loro lezioni ai due filosofi che più di ogni altro hanno contribuito a fare del linguaggio e della parola il tema più saliente della riflessione filosofica novecentesca, ovvero Wittgenstein e Heidegger.

Mostre, installazioni, musica e spettacoli: tutte le forme della parola

La parola accompagna ogni forma di attività umana. Anche quest’anno, il programma che affianca le lezioni del festivalfilosofia esplora le diverse declinazioni di una caratteristica fondamentale del nostro animo, un’attività che ci rende umani. All’interno del programma artistico dell’edizione 2023 – costituito da mostre, installazioni, musica e spettacoli – è possibile riconoscere un’articolata risonanza fra i temi affrontati: ciò darà la possibilità agli spettatori di seguire dei percorsi tematici attraverso opere d’arte, incontri, teatro, fotografia, concerti, performance, reading…
I cinque fulcri teorici attorno a cui si sviluppa il programma artistico del festivalfilosofia 2023 sono “Fare cose con le parole”, Scrittura e trasmissione, Parola e immagine, Racconti e storie, Voci e sonosfere.
“Fare cose con le parole” esplora l’effetto principale della parola: il legame con gli altri, tramite l’espressione dei sentimenti o la realizzazione di azioni tramite il performativo. La parola come modo di fissare un contenuto e renderlo fruibile a destinatari, anche attraverso codici informatici, è il leitmotiv di Scrittura e trasmissione. Con Parola e immagine è possibile indagare la parola in quanto segno grafico, nel suo dialogo con le arti e l’iconografia. In Racconti e storie la parola viene analizzata nell’accezione base di strumento per la comunicazione dell’esperienza. Infine, in Voci e sonosfere, la parola torna alle origini, ossia all’articolazione del suono.

I cinque fulcri teorici del programma artistico:

1. “Fare cose con le parole”
È sempre meglio non parlare da soli. La parola richiede e impone un destinatario, quindi serve a costruire ponti, a creare società, a fare delle cose insieme: come suggerisce il celebre titolo dell’opera di John L. Austin, il linguaggio non è solo descrizione del mondo ma soprattutto azione. È questo senso relazionale a venire scandagliato dal primo percorso tematico: quello che fa sì che tramite la parola ci confrontiamo con gli altri. Può accadere in maniera positiva, trovando piattaforme lessicali comuni per il futuro del pianeta, o in maniera negativa, attraverso i discorsi d’odio; può servire a elaborare un lutto, a trovare consolazione, a dare voce ai più deboli. Alla parola affidiamo il compito di esplorare i confini della satira e di creare, tramite la traduzione, un legame con popoli lontani.

1.1 Politica e performativo
Con le parole si fanno cose: è per mezzo delle parole che vengono scritte le leggi e distribuiti titoli, sono le parole a sancire i contratti e a ufficializzare i legami. Le parole hanno effetto: possono ferire chi è vittima di odio e possono venire messe in discussione da chi vuole cancellarle.
Saverio Raimondo, con la conferenza/spettacolo Non si può più dire niente? Limiti della satira e satira senza limiti, si domanda se il cosiddetto “politicamente corretto” abbia influenzato o cambiato il lavoro del comico, interagendo col pubblico in un festoso esercizio di libertà d’espressione, per scoprire in diretta – battuta dopo battuta – a che punto la satira abbia il dovere di fermarsi. E se debba fermarsi davvero (Carpi, Piazza Martiri, sab 16, ore 22.00).
La scuola, luogo in cui si forma la dimensione sociale del linguaggio, è al centro di Come devi immaginarmi. Lingua e pedagogia da don Milani a Pasolini e ritorno: un excursus dialogato fra Valter Malosti e Massimo Recalcati in cui verranno indagate le ossessioni di Pasolini sul tema della pedagogia, concentrandosi in particolar modo sulla sua reazione all’esperimento di don Milani. Questo evento conclude il grande progetto su Pasolini in cui ERT ha portato in scena l’intero corpus dei suoi maggiori testi teatrali (Modena, Teatro Storchi, ven 15, ore 21:30, produzione: Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale).
Alla figura di don Milani è dedicato anche Gianni e Pierino. La scuola di “Lettera di una professoressa”: nel centenario della nascita, questa mostra celebra il suo progetto pedagogico di riduzione delle diseguaglianze sociali e formazione di coscienze critiche, a partire dall’arricchimento del lessico degli alunni (Modena, Centro Accoglienza “Papa Francesco”, a cura di: Gruppo Don Lorenzo Milani Modena – ODV, produzione: Fondazione Don Lorenzo Milani. Presentazione: sab 16, ore 16.00, alla presenza di ex allievi di don Milani).
Dalla scuola parte il progetto teatrale Autogestione. Prendersi la parola per un apprendimento partecipato: uno spettacolo con adolescenti abbandonati a sé stessi che, in attesa dell’arrivo di un insegnante, si fanno lezione da soli attingendo al proprio bagaglio di amarezza e frustrazione. Sul palcoscenico, gli studenti delle scuole modenesi che hanno partecipato ai laboratori del progetto Clip (Modena, Foro Boario, dom 17, ore 16.00 e ore 18.00, a cura di: STED).
Alla forza delle parole in politica è dedicato il reading Un antidoto all’odio. Francesco Luigi Ferrari e David Sassoli: la buona pratica delle parole, che metterà in dialogo il politico modenese di inizio Novecento, vittima di persecuzione fascista, e il Presidente del Parlamento Europeo appena scomparso. Ad accomunarli, la visione di un’Europa non più percorsa da divisioni (Modena, Cinema Astra, sab 16, ore 21.00, a cura di: Ho Avuto Sete – odv e Centro Culturale Francesco Luigi Ferrari).
Nell’installazione Parliamo Europeo. Per riconoscerci cittadini d’Europa, il lessico dell’Europa unità verrà illustrato per riflettere sulle sfide del multilinguismo, sulla solidarietà fra Stati membri e sui pericoli della disinformazione riguardante l’Unione (Modena, Galleria Europa – Centro Europe Direct, a cura di: EUROPE DIRECT Modena).
L’impegno per l’ambiente passa anche dalle parole: da biodiversità ad Antropocene, saranno al centro di Future telling. Lessico per il futuro del pianeta, un workshop partecipativo per consentire di dialogare su problemi, opportunità e necessità di cambiamento (Carpi, Spazio Giovani Mac’è!, sab 16, ore 15.45, a cura di: Tavolo Giovani “Vez”, in collaborazione con: Carpi2030).
Lessici familiari. Stereotipi a ogni latitudine è una mostra di pannelli testuali e iconografici, volta a riflettere sulle discriminazioni veicolate dalle parole, affrontando il lessico della diseguaglianza di genere e della violenza esercitata dagli uomini sulle donne (Carpi, Palazzo dei Pio – Sala Cervi, a cura di: Centro Antiviolenza VivereDonna APS, Unione Terre D’argine. Presentazione: ven 15, ore 17.30).
A rendere performative le parole è anzitutto la legge: su questo si concentra il laboratorio L’ultima parola. Il notaio tra fiducia, diritto e solidarietà, che illustra al pubblico la funzione linguistica dei giuristi, preziosissima per la società e finalizzata a dissipare ogni ambiguità interpretativa (Modena, Complesso San Filippo Neri, sab 16, ore 10.30-12.30 e 15.30-17.30; dom 17, ore 10.00-12.00).
Non c’è linguaggio più performativo di quello espresso dal corpo, in cui contenuto e azione si fondono perfettamente. A esso Alessandra Calò dedica la mostra Pagine d’aria. Il tesoro espressivo del corpo, collegata alla performance di Giuseppe Giuranna e Nicola Della Maggiora, artisti sordi che scriveranno nell’aria coi propri gesti parlanti, rendendo l’arte universale, inclusiva, dinamica e spaziale (Modena, Complesso San Paolo – Sala del Leccio, a cura di: ArteSì, in collaborazione con: Marzio Milioli Azimut. Presentazione: sab 16, ore 17.30, alla presenza degli artisti. È previsto servizio di interpretariato L.I.S. per il pubblico non udente).
Infine, una performance di Laura Tarugi attorno a un’installazione che simboleggia l’intensità o l’assenza della comunicazione tramite due sculture in rete metallica e fili di ferro: I fili del discorso. Un’installazione che crea relazione (Modena, Abbazia di San Pietro. Performance sab 16, ore 19.30 e 21.00, con Maurella Testi, Marinella Venturelli, Adriana Guerrieri, Piera Ferrarini e Daniela Calamia).

1.2 Lingue e popoli
Le lingue separano ma le parole affratellano: per mezzo della traduzione, ma anche delle tradizioni differenti dai diversi lati dei confini, persone e popolazioni si sono confrontate e incontrate in una cultura condivisa e in continua evoluzione.
Ogni città è l’incontro di più culture, che si esprimono in lingue diverse. Lingua madre. Assemblea cittadina plurilinguistica chiama a confrontarsi persone di diverso background geo-culturale, che leggeranno un testo nella propria lingua madre raccontando come ruoti attorno a una parola significativa per la propria esperienza (Modena, Palazzo Comunale – Sala dei Passi Perduti, dom 17, ore 11.00, a cura di: Comune di Modena, Assessorato Politiche sociali, Accoglienza e integrazione, Agenzia casa, Assessorato Istruzione, Formazione professionale, Sport, Pari opportunità, Associazione Casa delle Culture, CPIA – Centro Provinciale Istruzione per gli Adulti, ARCI Milinda, Officina Windsor Park – OWP, Associazione Città&Scuola, Associazione Porta Aperta, Caritas Diocesana – Rete scuole Penny Wirton, Associazione Casa delle Donne per non subire violenza – Semira Adamu, Associazione Casa della Misericordia, Saggezza, Convivenza, Associazione Nuova Generazione, Associazione TEFA Colombia ODV).
Come si dice? Esperienze di pluralismo linguistico è un laboratorio d’arte, di cultura e di inclusione che condurrà il visitatore attraverso foto, video e testi prodotti da studenti di Modena, Carpi e Sassuolo e da minori stranieri non accompagnati (Modena, Complesso San Filippo Neri, sab 16 e dom 17, ore 11.00-13.00 e 17.00-19.00, a cura di: Fondazione San Filippo Neri, in collaborazione con: IC Sassuolo 3 sud, Scuola primaria San Giovanni Bosco – Sassuolo; IIS Selmi – Modena; Liceo Fanti – Carpi; Liceo Muratori San Carlo – Modena; Rete Scuole di Pace – IC Modena. Inaugurazione ven 15, ore 11.00).
Allo stesso modo il laboratorio Fatti di parole. Il linguaggio ci parla di noi offre un’esperienza interattiva per riflettere sulla ricchezza, la potenzialità e il potere delle parole, consentendo ai partecipanti di confrontarsi con l’utilizzo dei termini stranieri in italiano, i dialetti, le parolacce, le formule retoriche sul web (Modena, AGO Fabbriche Culturali – ven 15 e sab 16, ore 16.30-21.30; dom 17, ore 10.30-13.00 e 14.00-16.00, a cura di: Future Education Modena).
A completamento di questo laboratorio, verranno presentati al pubblico alcuni dei dati raccolti grazie agli stessi visitatori che hanno partecipato all’iniziativa, nella conversazione Fatti di parole. Facciamo un bilancio (Modena, Ex Ospedale Estense – cortile, dom 17, ore 16.30, a cura di: Future Education Modena, con: Modena Città creativa Unesco per le Media Arts).
Scambiarsi parole e lingue come le ricette: nel laboratorio interattivo Infrangi il codice. Culture e storie di donne da tutto il mondo, i partecipanti viaggeranno per il mondo insieme a donne provenienti da oltre venti diversi contesti linguistici, accomunate dalla capacità di creare cibi deliziosi e dalla passione per un futuro migliore per tutti (Modena, Roots – Spazio co-working, dom 17, ore 10.00-11.30 e 15.00-16.30, a cura di: Roots e AIW – Associazione per l’Integrazione delle Donne).
Con Dialoghinabissati. Cori di voci migranti, il pubblico assisterà a uno spettacolo che lo metterà a confronto con culture antiche e lontane, che il mare accoglie, trasmette e riporta alla luce (Carpi, Teatro Comunale, ven 15, ore 21.00, coordinamento: Gigi Tapella, Sara Gozzi, a cura di: Teatro Comunale di Carpi, in collaborazione con: Associazione culturale Il Tardigrado).
L’installazione site-specific Parole in viaggio. La geografia fantastica di storie, avventure ed emozioni propone ai bambini dai 3 agli 8 anni un suggestivo percorso di libri, racconti, musiche e opere d’arte per viaggiare con la fantasia dalla savana al Polo (Carpi, Palazzo del Pio, a cura di: Castello dei ragazzi, in collaborazione con: Immaginante).
Suoni e parole nello zaino. Spettacolo musicale con narrazioni si rivolge ad adulti e ragazzi per condurli in un tour musicale e linguistico attraverso l’Europa, in un piccolo concerto interattivo alla scoperta di come le lingue straniere, fondendosi alle note, possano diventare un ponte e non un muro (Carpi, Palazzo dei Pio, sab 16 e dom 17, ore 18.30, a cura di: Il Castello dei ragazzi, in collaborazione con: Immaginante).

1.3 Cura e testimonianza
Le parole servono a prendersi cura: di sé, lenendo il dolore di una perdita; degli altri, consentendo di rispecchiarsi e confrontarsi; dei più deboli, dando voce ai bisognosi e protezione ai più indifesi.
Il coraggio del funambolo e quello di chi attraversa il Mediterraneo per prestare soccorso medico in Africa: su questo equilibrio vive Sul filo del discorso. L’arte del funambolo e la cura come ponte, conversazione fra Andrea Loreni, unico funambolo italiano specializzato in traversate a grandi altezze, e don Dante Carraro, fondatore di Medici con l’Africa CUAMM (Modena, Chiesa San Carlo, dom 17, ore 21.00, a cura di: Medici con l’Africa Cuamm, in collaborazione con: Matilde Piran).
Il laboratorio Comunicazione come testimonianza. Raccontare il mondo con gli occhi di Medici Senza Frontiere è una visita immersiva che racconta, attraverso parole e immagini, l’esperienza degli operatori MSF nei più complicati scenari internazionali (Modena, Complesso San Filippo Neri, a cura di: Medici Senza Frontiere. Presentazione: dom 17, ore 10.30, alla presenza di Monica Minardi, Presidente di Medici Senza Frontiere Italia).
I capisaldi del soccorso verranno trasmessi attraverso il laboratorio Giochi e Parole della Croce Rossa. Alla scoperta dei sette principi fondamentali, grazie a cartelloni e a giochi da tavolo che consentiranno di scoprire le parole chiave su cui si fonda la storica istituzione (Carpi, Giardino della Pieve, sab 16 e dom 17, ore 9.30, a cura di: Croce Rossa Italiana – Comitato di Carpi, in collaborazione con: Associazione Perludo).
Al laboratorio La narrazione come cura. Parole per elaborare il lutto viene affidato il compito di fare sperimentare ai partecipanti come la narrazione di un evento luttuoso possa modificare le emozioni collegate e la maniera in cui lo si rappresenta mentalmente (Modena, Palazzo Carandini, ven 15, ore 15.00 e 16.30; sab 16, ore 10.30 e 12.00, a cura di: Fondazione ANT Italia Onlus).
Nello spettacolo La parola cura. Pronto soccorso letterario, alcuni attori “terapeuti” animeranno gli spazi della biblioteca Loria trasformandoli in accoglienti reparti ospedalieri, dove farsi prendere in cura da medici letterari, con inaspettate incursioni clownesche e musicali (Carpi, Biblioteca multimediale Arturo Loria, sab 16 e dom 17 ore 16.00, 17.00, 18.00, con: Ablaffina Teatro, Elisa Lolli, Filippo Beltrami, Giulio De Santis, Matteo Pacifico, Emanuela Savi, Silvia Scotti, a cura di: Associazione Culturale Aporie e Biblioteca multimediale A. Loria).
We are the word. Siamo fatti di parole è un laboratorio che propone un percorso esperienziale per scoprire e conoscere le forme comunicative differenti dal linguaggio orale, fra cui la comunicazione aumentativa alternativa, il linguaggio dei segni, il sistema Braille (Sassuolo, Via Cesare Battisti, ven 15, sab 16 e dom 17, ore 10.00-12.00, 17.00-19.00, a cura di: Ufficio di Piano – Unione dei Comuni del Distretto Ceramico, in collaborazione con: Gulliver Cooperativa Sociale – SEI Servizio Educativo Inclusivo e Centri socio riabilitativi diurni Aquilone, Fossetta, Lupi Sociali, Non ti scordar di me, Villa Sabbatini, Aism, Anffas, AssSde, Aut Aut, Bloved, Centro Servizi per il Volontariato Terre Estensi, Circolo Agape Braida, Concresco, Croce Rossa Prignano, Croce Rossa Sassuolo, Incontromano, Mete Aperte, Nuovamente, Tutto si muove – Radio Antenna 1 101.300 FM).
Il laboratorio Voci dal silenzio. Raccontare le storie invisibili, attraverso installazioni artistiche e poesie, aiuta a dare concretezza al silenzio di chi popola le nostre strade senza che noi ce ne accorgiamo (Modena, Piazza Matteotti, ven 15 e sab 16, ore 16.00; dom 17, ore 11.00 e ore 15.00, a cura di: Centro Servizi Volontariato Terre Estensi).
Con l’artista Roberto Alfano e i componenti del Consiglio dei ragazzi, i visitatori dagli 8 ai 13 anni scopriranno che Tutti abbiamo un super potere!: in questo laboratorio sceglieranno parole chiave per la città e parteciperanno alla creazione di un’opera che sintetizzi la bellezza della partecipazione democratica (Carpi, Giardino della Pieve, sab 16, ore 16.00, con: Roberto Alfano, a cura di: Consiglio dei Ragazzi, Cooperativa Giravolta).

2. Scrittura e trasmissione
Dalle primissime stanghette vergate con fatica dai bambini, fino alle più sofisticate opere letterarie, si scrive per lasciare traccia di sé. La scrittura trasmette contenuti a destinatari che spesso restano ignoti, difficilmente individuabili in un futuro lontano; e, tramite le testimonianze scritte, oggi noi possiamo ricostruire la vita e il pensiero di chi ci ha preceduto. Questo secondo percorso affronterà la scrittura nelle forme più disparate: enciclopedia e nomenclatura, diario e rivelazione, epistolario e codice informatico. L’attenzione si concentrerà sui termini scientifici e sui neologismi, sul gergo e sull’immaginario, fino al riutilizzo dell’elaborazione scritta altrui per creare contenuti originali e alla scrittura di prompt per apparecchiature tecnologiche, spesso in grado di imparare a scrivere autonomamente.

2.1 Codici e tecnologia
Cos’hanno in comune un catalogo, un ritaglio e ChatGPT? Si basano tutti sulla presenza di un codice, che in entrambi i casi si rivolge a un ricettore in grado di sistematizzarlo e trasformarlo in contenuto di senso compiuto.
Un gioco di ruolo fra una donna e l’intelligenza artificiale per ricostruire la storia di una grande coppia del passato in Parliamoci. Dialogo im-possibile tra Alma e Gustav Mahler, tra un’attrice e ChatGPT. La moglie sarà interpretata da Diana Höbel, mentre a ChatGPT verrà affidato il compito di esprimere le parole del celebre compositore; due scienziati fungeranno da intermediari fra l’umano e la macchina, in questo esperimento creativo che realizzerà in diretta uno spettacolo teatrale semiautomatico (Modena, Fondazione Collegio San Carlo – Teatro, ven 15, ore 21.00, a cura di: Amici della Musica “Mario Pedrazzi”; in collaborazione con: Sissa-Scuola Superiore di Studi Avanzati, consulenza musicale: Claudio Rastelli e Federico Nicoletta, consulenza scientifica: Roberto Trotta, Andrea Gambassi ed Eliel Camargo-Molina).
L’intelligenza artificiale AIIO produrrà l’installazione artistica Rinascimento digitale. Un viaggio nel presente passato futuro, offrendo un’esperienza immersiva in cui scrittori e pittori del passato, trasformati in cyborg, parleranno delle sfide tecnologiche o produrranno opere su richiesta degli spettatori (Modena, Ex albergo diurno, curatore: Michele Ronchetti).
Le parole dell’intelligenza artificiale, che ci vengono quotidianamente proposte come fossero di uso comune, sono spesso dotate di significati poco chiari. Il laboratorio Parole in Codice. Piccolo vocabolario collettivo di intelligenza artificiale propone l’immersione lessicale come attività di AI Literacy, rivolta a tutte le età e ogni livello di conoscenza (Modena, Ammagamma, sab 16 e dom 17, ore 10.00, 11.30, 15.00 e 16.30, a cura di: Ammagamma).
La mostra Dalla A alla Z. Il sapere in ordine alfabetico raccoglie preziosi esempi antichi di vocabolari, dizionari ed enciclopedie, dal Vocabolario della Crusca all’Encyclopédie illuminista, mostrando al pubblico edizioni storiche, celeberrime o rare (Modena, Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti, curatori: Licia Beggi Miani, Donata Ghermandi, Mauro Mandrioli, con la collaborazione di: Giorgio Pighi, Salvatore Puliatti, a cura di: Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena. Presentazione: ven 15 settembre, ore 18.00).
L’ordine alfabetico ordina il nostro sapere anche nel vasto mondo del digitale: Editathon. Maratona di parole per Wikipedia è un laboratorio che consentirà di creare nuovi contenuti ad accesso libero per la comunità internazionale, scoprendo il dietro le quinte della più celebre enciclopedia libera (Modena, Palazzo dei Musei, dom 17, ore 15.00, a cura di: Museo Civico di Modena, in collaborazione con: Wikimedia Italia, Musei Civici di Reggio Emilia, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna – Summer school Digitarch, MeltingPro).
La nomenclatura della mineralogia (ma anche della botanica, della zoologia, della paleontologia…) è il fulcro della mostra Le parole sono pietre, le pietre sono parole. Descrivere il mondo minerale e dei viventi, che consentirà al pubblico di addentrarsi nelle regole ferree della denominazione scientifica di ciò che compone il mondo naturale in cui siamo immersi (Modena, Museo Universitario GEMMA, in collaborazione con: Giovanna Bosi, Riccardo Fantini, Roberta Bombini, Sabrina Gemmi, Giulia Mattei dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Maurizio Scacchetti di Società Reggiana di Scienze Naturali, a cura di: Sistema dei Musei e Orto Botanico, Università di Modena e Reggio Emilia. Presentazione: ven 15, ore 18.30, alla presenza di Maurizio Scacchetti e Riccardo Fantini).
Alla mostra è collegato il laboratorio per ragazzi Parliamo come scienziati. Imparare a descrivere il mondo minerale e dei viventi, che, tramite l’uso di tablet, unendo impegno e divertimento, consentirà di scoprire il nome esatto di piante e insetti del nostro territorio (Modena, Museo Universitario GEMMA, ven 15, ore 16.00-18.00; sab 16, ore 16.00-20.00; dom 17, ore 15.00-18.00, a cura di: Sistema dei Musei e Orto Botanico, Università di Modena e Reggio Emilia).
Ai bambini dai 4 anni è rivolto Passa parola. Alla scoperta della mail art, che consente di comporre messaggi per amici lontani corredandoli artisticamente di francobolli, timbri e decorazioni (Carpi, Palazzo del Pio, sab e dom, ore 16.00, a cura di: Castello dei ragazzi, in collaborazione con: Immaginante).
Dai 3 anni in su è adatto lo spettacolo PAM! Parole a matita. Teatro d’attore e d’ombra per bambini, in cui disegni dal vivo proiettati su grande schermo accompagneranno i bambini dentro le storie che il vocabolario nasconde nelle proprie voci (Modena, Biblioteca civica Antonio Delfini, dom 17, ore 17.30, regia: Carmen Pellegrinelli, con: Federica Molteni, Michele Eynard, disegni dal vivo, Enzo Mologni, scenografie e mostri, produzione Luna e GNAC Teatro, a cura di: Biblioteca Civica Antonio Delfini).

2.2 Senso e significato
Si scrive perché si ha uno spunto da cui partire, che sia un’intuizione improvvisa o una necessità imposta dalle circostanze. Scrivere significa far interagire le parole con il contesto a cui fanno riferimento, sia nelle intenzioni dell’autore, sia nella cultura in cui si trova immerso il lettore.
I grandi monoteismi si fondano sulla parola: con la parola Dio crea il mondo, nella parola si incarna, tramite la parola si rivela ai profeti. La mostra Parole sacre. Tanakh, Bibbia, Corano esporrà numerose edizioni di testi sacri a testimonianza delle molteplici e preziose forme sotto cui la parola di Dio è stata tramandata e diffusa. Torna così in esposizione anche la Bibbia di Borso d’Este, ultimata nel 1461, testimonianza tangibile della politica culturale del duca (Modena, Palazzo dei Musei – Biblioteca Estense Universitaria, a cura di: Gallerie Estensi, Biblioteca Estense Universitaria).
La storia collettiva narrata come storia individuale. L’artista Daniela Comani, in Sono stata io. Diario 1900-1999, riscrive il XX secolo trasformandolo in narrazione in prima persona di eventi che si collocano da un primo gennaio a un trentuno dicembre. Quest’installazione, affiancata dalla cronologia degli eventi raccontati, accompagna il pubblico in un viaggio intimo attraverso il Novecento (Modena, Studio Tape, a cura di: Studio Tape / Outer APS, in collaborazione con: Galleria Studio G7. Presentazione: ven 15, ore 18.00, alla presenza dell’artista).
Fonti diplomatiche, narrative e letterarie provenienti dagli archivi di Casa d’Este sono al centro della mostra Parole, soltanto parole. Lingua, scrittura e modelli di comunicazione nelle carte dell’Archivio di Stato di Modena: un caleidoscopio di diari, epistole, orazioni, formulari, mappe (Modena, Archivio di Stato, curatori: Alberto Attolini, Miles Nerini, Alberto Palladini e Riccardo Pallotti con il coordinamento di Lorenza Iannacci, a cura di: Archivio di Stato di Modena. Presentazione: ven 15, ore 17.00).
A margine della mostra, alcune lettere scelte di Lucrezia Borgia verranno presentate nel reading Parola di Lucrezia: il carteggio costituirà il filo conduttore di una lettura/narrazione che racconterà la sua vita fra mito e realtà (Modena, Archivio di Stato, dom 17 ore 17.00, a cura di: Archivio di Stato di Modena, in collaborazione con: Centro studi ARCE-Archivio Ricerche Carteggi Estensi, Dipartimento di Filologia classica e italianistica dell’Università di Bologna, Centro Interdipartimentale di Ricerca sulle Digital Humanities dell’Università di Modena e Reggio Emilia DHMoRe, Haltadefinizione, introducono: Loredana Chines, Elisabetta Menetti e Maddalena Modesti, commento: Paola Vecchi, interpretazione: Roberta Parrella e Sara Pezzi, regia: Nicola Bonazzi, coordinamento: Lorenza Iannacci).
La mostra Nomina nuda. Rappresentazioni contemporanee di parole instabili, tramite le opere di Giulia Baraldi, Maria Calzolari, Fiorella Rossi e Arianna Maria Leva offrirà uno spazio per indagare sulla molteplicità di significati che si associano alla parola, espressa attraverso rappresentazioni inusuali (Modena, Consorzio Creativo Associazione Culturale, curatrice: Cecilia Gaetarelli, a cura di: Consorzio Creativo. Presentazione: ven 16, ore 19.00, alla presenza delle artiste).
La scrittura creativa delle cronache sportive è all’origine di Zona Cesarini. Storia di un calciatore diventato modo di dire, dedicata a Renato Cesarini, centrocampista offensivo il cui nome è stato reso eterno dalla definizione escogitata per un suo goal decisivo all’ultimo minuto di una partita fra Italia e Ungheria (Modena, Ex Ospedale Estense – cortile, ven 15, ore 21.00, a cura di: Mo’ Better Football, in collaborazione con: STED. Produzione: Mo’ Better Football).
I bambini dai 4 anni in su potranno giocare nel laboratorio ABC… Alfabeti d’artista!, dedicato al lettering creativo. Con forme e colori creeranno un proprio personale alfabeto, personalizzando gli stili grafici, rielaborando i significati o inventando nuovi linguaggi (Modena, Palazzo Santa Margherita, sab 16, ore 15.00-19.00; dom 17, ore 10.00-13.00, a cura di: FMAV – Dipartimento educativo).
Anche i piccolissimi (dagli 1 ai 3 anni) potranno raccontare storie attraverso l’arte, con Gesti narranti. Alfabeti di segni, ghiribizzi, scarabocchi e colori, generando personali alfabeti di segni per arrivare a una grande composizione collettiva (Carpi, Centro di Documentazione Educativa, sab 16, ore 9.30 e 11.00, a cura di: Coordinamento pedagogico servizi 0/6 Unione Terre d’Argine, in collaborazione con: Educatrici del Centro Bambini, Famiglie Scubidù, Servizi educativi 0/6 Unione Terre d’Argine).

3. Parola e immagine
Siamo abituati a fruire delle parole come segni grafici, e come tali le vediamo nel periodo dell’infanzia prima di imparare a leggere. L’interazione fra parola e immagine è al centro di questo terzo percorso: qui la parola viene cancellata e incorniciata, fotografata e resa graffito, si trasforma in figura miniata ed è affidata alla fantasia dei bambini per trovare nuova identità attraverso il colore. Ma la parola è protagonista anche di forme d’arte che la incorporano all’interno dei dipinti, oppure delle intenzioni di committenti che la utilizzano per trasmettere i propri desideri agli artisti.

3.1 Artisti
Da Emilio Isgrò a Mario Sironi, i grandi artisti hanno posto le parole al centro della propria produzione, creando un’interazione virtuosa con le immagini che ha portato a nuove forme d’arte e sorprendenti capolavori.
Emilio Isgrò presenta in Sillogismo del cavallo il variegato e costante rapporto delle sue celeberrime cancellature con la disciplina filosofica, presentando la propria opera come filosofia a sé stante, che spiega più di quanto non dica (Carpi, Musei di Palazzo dei Pio, curatori: Marco Bazzini, Chiara Gatti, a cura di: Musei di Palazzo dei Pio, in collaborazione con: Archivio Emilio Isgrò, Milano).
Lo stesso Emilio Isgrò sarà protagonista della conversazione con Silvano Petrosino, intitolata La cancellatura come traccia. Pratiche artistiche ed esercizi filosofici. Le celebri cancellature dell’artista verranno analizzate dal punto di vista delle teorie della scrittura, in quanto messa in opera del rapporto tra scrittura e potere, traccia e rappresentazione, presenza e assenza (Carpi, Piazza Martiri, ven 15, ore 20.30).
Francesco Jodice racconta il tessuto urbano attraverso frasi celebri del cinema italiano: le parole pronunciate da giganti come Mastroianni e Tognazzi, Olmi e Fellini, campeggiano sugli edifici della periferia di Modena e, fotografate dall’artista, si tramutano in fregi narrativi della storia d’Italia nella mostra Come and see. Una giornata particolare (Modena, AGO Fabbriche Culturali, curatore: Lorenzo Respi, a cura di: AGO Modena Fabbriche Culturali, in collaborazione con: FMAV Fondazione Modena Arti Visive. Presentazione: sab 16, ore 16.00, alla presenza dell’artista).
Per un approfondimento sui temi della mostra, Francesco Jodice e Andrea Pinotti terranno la conversazione Sguardi collettivi. Linguaggio cinematografico e paesaggi urbani, dialogando sullo sguardo e sulla scrittura come strumenti per comprendere la società, consentendoci di mappare il mondo attraverso il coinvolgimento simultaneo di occhio e mente (Modena, Ex Ospedale Estense – cortile, sab 16, ore 17.30, a cura di: AGO Modena Fabbriche Culturali, in collaborazione con: FMAV Fondazione Modena Arti Visive, con: Modena Città creativa Unesco per le Media Arts).
La mostra Il corpo della parola. I libri di Giulia Napoleone ripercorrerà la produzione dell’artista abruzzese, dai libri manoscritti che realizza dal 1963, con disegni a matita, a inchiostro nero e colorato, fino ai libri tipografici resi unici da disegni e tavole incise (Modena, Palazzo dei Musei, Biblioteca civica d’arte e architettura Luigi Poletti, curatore: Paolo Tinti, a cura di: Biblioteca civica d’arte e architettura Luigi Poletti, FICLIT – Università di Bologna, in collaborazione con: Bunker. Presentazione: ven 15, ore 18.00, alla presenza dell’artista).
I graffiti che campeggiano sui muri di tutte le città, ridisegnati da Edoardo Aruta, sono al centro della mostra Il paesaggio urbano ci assomiglia. In dialogo con Franco Vaccari. La traccia documentativa delle scritte anonime lasciate sullo spazio urbano, collettivo e condiviso viene rielaborata da Aruta nella forma personale di un diario visivo; i suoi disegni dialogheranno con la videoinstallazione Nei sotterranei di Vaccari, che propone una documentazione delle tracce pubbliche della poesia anonima dei muri e della strada (Modena, AGO Fabbriche Culturali – Tunnel, curatrice: Chiara Spaggiari, in collaborazione con: URBANER – Culture Urbane Emilia-Romagna. Presentazione: ven 15, ora 17, alla presenza dell’artista).
Attorno alla mostra è costruita la conversazione fra Claudio Musso, Pietro Rivasi, Emanuele Rinaldo Meschini ed Edoardo Aruta, intitolata Paesaggi sociali e tracce sotterranee. Su arte e spazio urbano, in cui verrà tratteggiato un dialogo per riflettere sulla documentazione delle tracce effimere sul territorio pubblico, e sulla loro dimensione collettiva (Modena, Ex Ospedale Estense – Cortile, sab 16, ore 16.00, in collaborazione con: URBANER – Culture Urbane Emilia-Romagna, progetto dell’Assessorato alla Cultura del comune di Modena, con: Modena Città creativa Unesco per le Media Arts).
Baracca. Casa interiore è l’installazione all’aperto con cui Roberto Alfano, nel solco della tradizione della urban art, racconta il vissuto emotivo di parole disegnate e immagini scritte, invitando i visitatori a condividerne il disagio (Modena, Piazza Matteotti, curatore: Davide Sabattini, a cura di: Porta Aperta Modena e Centro Servizi Volontariato Terre Estensi. Presentazione: ven 15, ore 18.00, alla presenza dell’artista).
Un ritorno al nostro primo contatto con la parola scritta è garantito dalla mostra Abecedario. Educazione globale per Marca Corona. L’artista Giuseppe Stampone dedica una tavola a ogni lettera dell’alfabeto, illustrando a penna ventuno parole scelte consultando i dipendenti della ditta ceramica sassolese, tramite un processo artistico partecipativo (Sassuolo, Palazzo Ducale, curatrice: Laura Gaeta, a cura di: Ceramiche Marca Corona e Gallerie Estensi, in collaborazione con: R&P Contemporary Art. Presentazione: sab 16, ore 17.00, con visita guidata insieme all’artista).
Su una storia vera, tratta da Bertolt Brecht, si impernia La crociata dei bambini. Animazione di un testo di Vinicio Capossela: uno stormo di bambini, orfani nella guerra, si allontana dalla città insieme a un cane, al cui collo legano un biglietto con una richiesta di aiuto. Il disegnatore Stefano Ricci e il regista Ahmed Ben Nassib trasformano in una delicata e intensa pellicola d’animazione quest’episodio raccontato dal cantautore nella sua ballata (Modena, Complesso San Paolo – ex Chiesa, Sala delle Monache, a cura di Galleria D406 disegno contemporaneo. Conversazione fra gli artisti e Gian Luca Farinelli: sab 16, ore 19.00).
Mario Sironi ha utilizzato nelle proprie opere pagine di giornale, manifesti, buste con indirizzi, scritte che percorrono le immagini. Alla presenza verbale nella sua arte è dedicata la mostra Solennità e tormento. Immagini e parole del Novecento, che presenta quaranta opere in cui il visitatore potrà inseguire e scoprire l’utilizzo della scrittura da parte del grande artista (Modena, La Galleria BPER Banca, curatrice: Daniela Ferrari, produzione: La Galleria BPER Banca).

3.2 Figure
Le lettere sono nate come stilizzazioni di ciò che l’uomo vedeva. Attorno alle parole, è fiorita la capacità di alcuni artisti di tradurle in immagine, trasformandole in figure e dando loro un nuovo senso grazie al contesto iconografico.
Ci sono opere d’arte che germinano direttamente dalle parole: sono quelle nate dalle richieste di committenti che si sono rivolti ai grandi artisti della corte degli Este, da Guercino a Bernini. Nella mostra Parola d’ordine? Artisti estensi: le lettere, le opere, questi documenti vengono esposti per la prima volta accanto alle opere cui hanno dato vita (Modena, Palazzo dei Musei – Galleria Estense, curatore: Simone Sirocchi con il coordinamento di Martina Bagnoli e Lorenza Iannacci, a cura di: Gallerie Estensi, in collaborazione con: Archivio di Stato di Modena).
La complementarità fra linguaggio verbale e linguaggio iconografico viene esplorata da Logos. Le immagini parlano, una mostra in cui il visitatore potrà osservare immagini e segni grafici anche al buio, grazie alle audiodescrizioni create per il pubblico non vedente e adattate per quello vedente (Modena, FMAV – Palazzo Santa Margherita, curatrice: Chiara Dall’Olio, produzione: Fondazione Modena Arti Visive, in collaborazione con: Museo Omero, Ancona; Radio Papesse, Firenze; Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, sezione di Modena).
Dalla cultura romanico-gotica alla corte degli Este, nella mostra La parola illuminata. Comunicare con le immagini dal Medioevo all’Età moderna il visitatore scoprirà la dimensione icastica in cui si intrecciano da secoli lingua, parola e pensiero (Modena, Archivio storico diocesano, curatrice: Federica Collorafi, con la collaborazione di: Milena Ricci, a cura di: Archivio storico diocesano di Modena Nonantola. Presentazione: ven 15, ore 17.30).
La rassegna di docufilm Immagine/parola. Il cinema come archivio ed evocazione indaga la piena fusione fra i due elementi sul grande schermo, col fotogramma che fa i conti con l’uso della parola e la parola che veicola sia concetti sia immagini (Modena, Sala Truffaut. Proiezioni: ven 15, ore 19.00, Umberto Eco – La biblioteca del mondo di Davide Ferrario; segue conversazione fra Davide Ferrario e Anna Maria Lorusso; ven 15, ore 21.30, Cipria – Il film della vostra vita di Giovanni Piperno; sab 16, ore 20.30, Amate sponde di Egidio Eronico; sab 16, ore 22.15, Tre minuti di Bianca Stigter; dom 17, ore 18.30, Svegliami a mezzanotte di Francesco Patierno; dom 17, ore 20.15, The beat bomb di Ferdinando Vicentini Orgnani; curatore: Alberto Morsiani, a cura di: Associazione Circuito Cinema).
La mostra Paesaggi di parole. Un viaggio in disegni e in versi esporrà i disegni che Nicola Toffolini ha realizzato come privata mappa mentale della propria regione, il Friuli Venezia-Giulia, mettendoli in relazione con le poesie composte da Eva Geatti per la pubblicazione di un volume a quattro mani che esplora strade marginali, deviazioni secondarie, territori meno battuti (Modena, Galleria D406, progetto editoriale: Centro Di, a cura di: Galleria D406 disegno contemporaneo. Presentazione: ven 15, ore 17.00, alla presenza degli artisti, con Claudio Musso).

3.3 Produzioni
È possibile fare arte con le parole? Indubbiamente sì, come dimostrano mostre e laboratori dedicati alla creazione di oggetti d’arte per mezzo di strumenti tradizionalmente dedicati alla produzione di parole, come la litografia o la fotocopia.
La mostra Alfabeti e abbecedari bestiali. Lettere miniate contemporanee presenta i lavori dell’illustratrice e miniaturista Tiziana Gironi: fantasiosi alfabeti illustrati a colori, abitati da mammiferi e volatili ispirati ai bestiari e ai codici medievali, con animali reali che si metamorfizzano nella loro lettera iniziale (Sassuolo, Galleria d’arte Jacopo Cavedoni, curatore: Luca Silingardi, a cura di: Gruppo Pittori Jacopo Cavedoni. Presentazione: venerdì 15 settembre ore 17.30 alla presenza dell’artista).
Con la mostra tutta al femminile Tranchant! Parola, taglio e segno nei collages analogici, le opere di dieci collagiste italiane affiancano la parola all’immagine, trasformandole entrambe e ampliandone le potenzialità comunicative, con l’atto di far uscire la scrittura dalla linearità della riga per riorganizzarla secondo nuove geometrie libere (Modena, Laboratorio Artigianale Artemisia Opere, curatrice: Cristina Faedi. Presentazione: ven 15, ore 19.00, alla presenza delle artiste).
La stessa tecnica artistica è al centro di Straparole. Poesie da leggere e collages illeggibili, mostra in cui per la prima volta verranno esposti simultaneamente le poesie di Alberto Bertoni e i collages di Gianni Valbonesi, in una profonda interazione verbale e artistica a cavallo fra lirica e provocazione (Sassuolo, Villa Giacobazzi – Biblioteca dei ragazzi Leontine, curatore: Enrico Valbonesi, a cura di: Servizio Attività Culturali e Biblioteca dei Ragazzi Leontine – Comune di Sassuolo. Presentazione: sab 16, ore, 16.00, alla presenza degli artisti).
Giuseppe De Mattia si esprime con Il Gran Copiatore. La fotocopia come opera d’arte democratica, performance incentrata su una semplice fotocopiatrice da ufficio. Le numerose copie di un testo verranno poi timbrato dall’artista, così da rendere unico ciascun esemplare, in quanto vettore di sé stesso e di comunicazione globale (Modena, GATE 26/A, curatrice: Antonella Campobasso, a cura di: GATE 26/A. Presentazione: ven 15, ore 18.00).
Chi desidera potrà sperimentare la creazione artistica in prima persona, grazie a Scrivere e stampare la parola. Officina-laboratorio di libri manoscritti e tipografici illustrati. Con china, acquerelli e matite o torchio e caratteri mobili, ciascuno realizzerà un volumetto in tiratura limitatissima: una copia unica autoprodotta (Modena, Palazzo dei Musei, Laboratorio DIDA, sab 16, ore 10.00 e ore 16.00; dom 17, ore 10.00, a cura di: Biblioteca civica d’arte e architettura Luigi Poletti, FICLIT – Università di Bologna, in collaborazione con: Giulia Napoleone, Officina Typo).
Il teatro della comunicazione. Un itinerario fotografico su immagine ed espressione è una mostra fotografica che esplora la valenza comunicativa dell’immagine attraverso il senso dato dall’interpretazione personale dei fotografi Antonio Baretta, Christian Ferraris, Laura Nora, Massimo Ravera, Silvano Righi e Gianni Rossi (Modena, Centro culturale G. Alberone, curatore: Gianni Rossi, a cura di: Fotoclub Colibrì BFI. Presentazione: ven 15, ore 17.00, alla presenza degli artisti).

4. Racconti e storie
In questo quarto percorso tematico la parola si presenta come strumento per comunicare esperienze e si fa narrazione. Avviene per mezzo dei romanzi, del teatro, del cinema, dei diari di viaggio; ma anche con le micronarrazioni contenute nelle lapidi cimiteriali o nelle iscrizioni all’interno di una chiesa, oppure tramite giochi che mettano in fila delle storie.

4.1 Ricordare e tramandare
La parola viene utilizzata per recare testimonianza di esperienze passate, spesso uniche, talvolta utili, di sicuro degne di venire ricordate; è grazie alla scrittura se oggi, avvertendo la presenza del passato, possiamo progettare e costruire il futuro.
Il memoir di un contadino semianalfabeta, diventato bestseller e film d’autore, è al centro di Questa è la bella vita che ho fatto: Terra Matta (1899-1918). Dalle memorie di Vincenzo Rabito, cui darà voce Stefano Panzeri, raccontando l’immane e intimo sforzo di emanciparsi dalla miseria tramite la parola (Modena, Palazzo Santa Margherita – chiostro, ven 15, ore 21, a cura di: Biblioteca civica Antonio Delfini).
La prossima riapertura è l’occasione della mostra A scena aperta. Passato, presente e futuro del Teatro Carani di Sassuolo, che a quasi cent’anni dall’inaugurazione sta per tornare all’attività dopo avere visto esibirsi protagonisti di primo livello, da Luciano Pavarotti a Giorgio Gaber, da Giorgio Strehler a Raina Kabaivanska. Le fotografie di Fabrizio Ceccardi raccontano l’opera in divenire alternandosi a quelle d’archivio (Sassuolo, Paggeria Arte, curatori: Roberto Valentini e Federica Benedetti, a cura di: Fondazione Teatro Carani ETS, in collaborazione con: Comune di Sassuolo e Pro Loco Sassuolo. Presentazione: ven 15, ore 18.30, alla presenza dell’artista).
Parallelamente alla mostra, uno speciale itinerario sarà offerto da Enrico IV, memoria e futuro del Teatro Carani. Performance pirandelliana itinerante: partendo e arrivando dall’ingresso del teatro, i protagonisti del dramma di Pirandello condurranno il pubblico attraverso le parole del copione, in cui la riflessione filosofica si mescola felicemente all’intensità drammatica, con un gioco sottile fra finzione e realtà (Sassuolo, Piazza Garibaldi, sab 16, ore 16.30, 17.30, 18.30; dom 17, ore 10.30, 11.30, regia: Enrico Lombardi, a cura di: Quinta Parete – APS).
Alla storia del teatro sassolese viene infine dedicato il docufilm Ieri, Oggi, Carani: i suoi novant’anni vengono raccontati in cinque brevi puntate della durata complessiva di un’ora, con interviste a Nek, Alberto Bertoli, Leone Magiera, Gloria Aura Bortolini, Raina Kabaivanska e Caterina Caselli (Sassuolo, Crogiolo Marazzi, ven 15, ore 21.00, a cura di: TILT Associazione Giovanile APS).
Carlo Monaco interverrà ne Le parole della guerra. L’Histoire du soldat di Igor Stravinskij. In questo spettacolo, l’esecuzione del capolavoro che il compositore russo aveva portato nelle piazze delle città sconvolte dalla Prima guerra mondiale diventerà lo spunto per una riflessione su come la guerra sconvolga le esigenze poetiche e i linguaggi degli autori che si trovano faccia a faccia con quella tragica esperienza (Carpi, Teatro Comunale, dom 17, ore 21, a cura di: Conservatorio di Musica Vecchi-Tonelli di Modena e Carpi).
Un percorso attraverso il patrimonio epigrafico del Duomo di Modena è lo spunto di Parole di pietra, parole eterne. Itinerario libero con giochi enigmistici sulle iscrizioni della cattedrale: leggendo attentamente le parole lasciate in eredità dai secoli, i visitatori potranno risolvere i quiz presentati all’ingresso (Modena, Sito Unesco – Duomo, ven 15, ore 10.00-18.00; sab 16 e dom 17, ore 10.00-19.00, a cura di: Coordinamento Sito Unesco di Modena – Museo Civico di Modena, Musei del Duomo di Modena, progetto grafico a cura di: Marco Avoletta, idea e testi: Giovanna Caselgrandi, Direttrice Musei del Duomo; Elena Grazia Fè, Museo Civico, Coordinamento Sito Unesco; Francesca Fontana, Musei del Duomo; Francesca Piccinini, Direttrice Museo Civico, Coordinamento Sito Unesco).
Con Epitaffi. Storie in miniatura nel Cimitero monumentale di San Prospero in Sassuolo, al pubblico sarà proposta una visita guidata allo storico sito, alla scoperta delle parole che offrono testimonianza perenne delle azioni e delle virtù dei cittadini, inseguendo le tematiche e gli stilemi ricorrenti di questo peculiare tipo di narrazione (Sassuolo, Cimitero monumentale di San Prospero, sab 16, ore 11.00, 15.00, 16.30, conduce: Luca Silingardi, a cura di: Servizio Attività Culturali e Associazionismo – Comune di Sassuolo).

4.2 Inventare e scoprire
La parola si fa ponte verso l’ignoto e tramite della scoperta, insegnando a chi la riceve qualcosa di nuovo; crea mondi che prima non esistevano, per mezzo dell’inventiva di chi è in grado di raccontare storie che ci portano a sospendere l’incredulità.
A uno dei più grandi autori della letteratura americana, David Foster Wallace, è dedicato Infinite Wallace. La cometa passata rasoterra, uno spettacolo in cui letture dai suoi romanzi e racconti si alternano a musiche dal vivo e a narrazioni biografiche (Modena, Fondazione Collegio San Carlo – Teatro, sab 16, ore 21.00, in scena: Stefania Delia Carnevali, Eleonora De Agostini, Francesco Rossetti, Luca Zirondoli, Claudio Luppi, Daniele Rossi, a cura di: Collettivo squiLibri, in collaborazione con: InTendiamoci).
La rassegna cinematografica Non è l’Ennesimo festivalfilosofia è composta da sei cortometraggi che indagano il linguaggio del cinema dimostrando come l’uso della parola si riveli fondamentale per scoprire il destino umano (Sassuolo, Crogiolo Marazzi, sab 16, ore 21.00. Film in concorso: Fundi di Lucas Tothe; Man to man di Shehroze Khan; Please hold on di Tan Ce Ding; Sandstorm di Seemab Gul; Scale di Joseph Pierce; The Single Horn di Mohammad Kamal Alavi, a cura di: Ennesimo Film Festival).
Cos’è più reale delle parole? Self-service teatrale di aforismi è uno spettacolo/happening che ripercorrerà il modo in cui gli autori di aforismi sono riusciti a diventare maestri di critica morale ma anche di leggerezza e ironia (Modena, Università per la Terza Età di Modena APS, ven 15, ore 21.00, regia: Davide Bulgarelli, a cura di: Università per la Terza Età di Modena APS).
Nulla è più ignoto dell’avvenire, cui è dedicato FutureRap. Prendiamo la parola!. Questo laboratorio chiede agli adolescenti di raccontare le proprie incertezze e le proprie speranze sull’orizzonte del domani attraverso il rap, la trap, il bodypaint e l’handlettering, in un grande gioco narrativo sul libro della vita (Sassuolo, Villa Giacobazzi – Parco Vistarino, sab 16 e dom 17, ore 16.00-19.00, a cura di: Progetto Adolescenza Unione dei Comuni Distretto Ceramico, Centro per le Famiglie Distretto Ceramico – sede di Sassuolo, in collaborazione con: Centro per le Famiglie Distretto Ceramico, Coop.soc. Aliante, Coop. Codici Ricerca Intervento, Coop. Don Bosco & co., Associazione Emilii, Coop. Gulliver e Comunità Tana per tutti).
All’orizzonte. Le parole degli esploratori è un incontro per ragazzi dai 10 anni che farà riscoprire le testimonianze scritte di viaggiatrici e viaggiatori che raccontano di terre sconosciute (Carpi, Palazzo dei Pio, sab 16 e dom 17, ore 17.00, a cura di: Castello dei ragazzi).
Con la performance teatrale partecipata Oggetti parlanti, ai bambini dai 7 anni sarà data occasione di esprimere parole e narrazioni attraverso oggetti dal forte valore simbolico, personale o collettivo (Sassuolo, Villa Giacobazzi – Biblioteca dei ragazzi Leontine, sab 16 e dom 17, ore 11.00 e 15.00, di: Quinta Parete, regia: Enrico Lombardi, a cura di: Biblioteca dei ragazzi Leontine).
Con Sotto il cielo stellato. Visite guidate e animate con narrazioni e musiche dal vivo, i bambini dai 3 agli 8 anni potranno ricostruire e vivere la straordinaria atmosfera di un accampamento, ascoltando storie e canzoni (Carpi, Palazzo dei Pio, sab 16 e dom 17, ore 15.30, 16.30, 17.30, a cura di: Castello dei ragazzi, in collaborazione con: Immaginante).
I bambini dai 4 ai 6 anni potranno lanciare dadi e sprigionare storie, ritrovandosi e giocando insieme in Una piazza di parole. Gioco dell’oca in caselle di vita (Carpi, Centro di Documentazione Educativa, sab 16, ore 9.30 e 11.00, con: Teatro dell’Orsa, a cura di: Coordinamento Pedagogico Servizi 0/6 Unione Terre d’Argine).

5. Voci e sonosfere
Originariamente, la parola nasce come suono, che nel corso del tempo si articola in modulazioni sempre più sofisticate. Questo quinto percorso indaga la relazione fra la parola e la sua origine sonora, anche per mezzo di esperimenti tecnologici che permettono di remixare il parlato collettivo, oppure di registrare secoli di interazione istituzionale. Ma la parola viene inseguita anche attraverso la musica, dal canto gregoriano al rap, dalle hit della canzone italiana alle nenie per l’infanzia, dalla musica colta alla sonorizzazione dei film muti.

5.1 Percepire e comunicare
Ricevere suoni attraverso le orecchie, emettere suoni attraverso la bocca: il succo della comunicazione è questo. Ma questi suoni possono diventare oggetto di riflessione e catalogazione, venire raccolti in database, costituire una voce collettiva che ci parla di noi.
Paesaggio di voci. Esperimento collettivo sulla percezione degli spazi del festivalfilosofia è un laboratorio che, attraverso l’omonima web app open source, raccoglierà le tracce digitali, testuali e audio sulla percezione degli spazi attraversati dal pubblico e le rielaborerà in una mappa interattiva. Tutti possono partecipare e contribuire (Modena, Centro storico, geolocalizzazione online, a cura di: AFOr – Archivio delle Fonti Orali).
A completamento di quest’iniziativa, si terrà La parola come racconto collettivo. Conversazione sulla sperimentazione “Paesaggio di voci”, indagando la relazione tra la parola e il luogo, inteso come corpo, mente e ambiente (Modena, Ex Ospedale Estense – Cortile, dom 17, ore 16.30, con: Stefano Capezzuto, a cura di: AFOr – Archivio delle Fonti Orali, con: Modena Città creativa Unesco per le Media Arts).
Il Comune di Modena mette in mostra sé stesso con Parola in Comune: un lessico istituzionale e agonistico, attraverso i testi dei dibattiti custoditi nel suo Archivio Storico, ordinati e presentati secondo parole chiave (Modena, Palazzo dei Musei, curatrice: Grazia Biondi, con: Giuseppe Bertoni, a cura di: Archivio Storico del Comune di Modena. Presentazione: ven 15, ore 17:30).
Successivamente, in Words. Parole che suonano, con due performance live che armonizzano tecniche di computer science e grammatica musicale tradizionale, verrà realizzata un’installazione sonora che rimodula secoli di interventi nei dibattiti al Comune di Modena (Modena, Palazzo dei Musei, ven 15, ore 11.00 e ore 15.00; sab 16 e dom 17, ore 11.00, 15.00 e 17.30, con: Giuseppe Cordaro e Corrado Nuccini, a cura di: Archivio Storico del Comune di Modena e Centro Musica – Assessorato alla Cultura del Comune di Modena, Modena City of Media Arts. Performance live: ven 15, ore 19.00 e 21.30).
Una combinazione di proiezioni e dj set fino a tarda notte caratterizza Afasia. Parole, parole, parole, una performance dal vivo che verte sulla riflessione attorno al linguaggio e sulla forza plastico/creatrice della parola. Nella circostanza, verranno proiettati A shade of what remains unsaid (2017-2018) di Enrico Boccioletti, Miss Italia (2022) di Beatrice Favaretto e La Discoteca (2021) di Jacopo Miliani, prima dell’intervento dell’attivista Diletta Bellotti (Modena, Snoopy, ven 15, ore 21.00, a cura di: Sacke & Sugar: Chiara Ascari, Marina Marques, Livia Nervi, Francesco Ninno, Isabella Picchi).

5.2 Recitare e ripetere
La musicalità della parola passa anche attraverso la struttura di ritmi e riti: i primi (ad esempio nella poesia) si costruiscono attorno alla struttura verbale, i secondi (ad esempio nella preghiera) danno una struttura alle parole.
Il compito della poesia è infondere vita nella parola: nel reading Cattura del soffio. Rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri con la guida di Cesare Ronconi, la poetessa darà voce ai propri versi per far vivere la poesia in pienezza acustica, fino ad arrivare a quello che Amelia Rosselli chiamava “incanto fonico” (Sassuolo, Piazzale della Rosa, ven 15, ore 22.00, produzione: Teatro Valdoca, con il contributo di: Regione Emilia-Romagna, Comune di Cesena, cura: Lorella Barlaam).
Jean Robaey e Raffaella Terribile, nel reading Le sette spade della poesia. Epiche e figurazioni a partire da Apollinaire, presentano al pubblico i testi tramite cui il grande poeta francese ha tratto dalla mitologia il senso della parola come fine ultimo dell’espressione (Modena, Laboratorio di poesia, ven 15, ore 16.00, conduce: Carlo Alberto Sitta, produzione: Laboratorio di poesia).
Dare voce al cinema muto è l’intento di Incantesimi musicati. Sonorizzazione dal vivo di Le avventure del Principe Achmed, film diretto dalla regista tedesca Lotte Reigner nel 1926: una vera e propria narrazione magica in cui la parola diventa formula, rito e incantesimo (Modena, Palazzo Santa Margherita – chiostro, sab 16, ore 21.00, nell’ambito di: Soundtracks – Musica da Film, special guest: Karim Qqru, direzione artistica: Corrado Nuccini, a cura di: Centro Musica Comune di Modena).
La mostra Parlare con Dio. La parola che si fa liturgia e preghiera presenterà al pubblico messali, libri liturgici e oggetti devozionali tramite cui l’uomo ha fissato la ritualità e l’espressione della devozione (Carpi, Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola – Museo diocesano di arte sacra, curatori: Andrea Beltrami e Mauro Giubertoni, a cura di: Diocesi di Carpi, Museo diocesano “Cardinale Rodolfo Pio di Savoia”).
Il laboratorio teatrale Slang, per ragazzi dagli 11 ai 14 anni, partirà dalle parole e dai modi di dire che loro usano ogni giorno, proponendosi di ricreare situazioni e contesti in cui giocare attivamente con il linguaggio (Sassuolo, Villa Giacobazzi – Biblioteca dei ragazzi Leontine, sab 16 e dom 17, ore 17.00, di: Quinta Parete, regia: Enrico Lombardi, a cura di: Biblioteca dei ragazzi Leontine).
L’eredità di parole che ciascuno riceve da piccolo nella propria famiglia è al centro di Tre civette sul comò… e questo bimbo a chi lo do?, laboratorio per famiglie, bambini e ragazzi (dagli 0 ai 14 anni), in cui ci si divertirà col lessico utilizzandolo come strumento per ricreare ricordi ed emozioni che avvicinano le generazioni (Sassuolo, Villa Giacobazzi – Parco Vistarino, sab 16 e dom 17, ore 9.30-12.30 e 15.00-19.00, a cura di: Centro per le Famiglie Distretto Ceramico – sede di Sassuolo, in collaborazione con: Il Melograno, Librarsi, La comune del parco di Braida, Gruppo pittori J. Cavedoni, MeteAperte, Sophratica, TuttosiMuove, Gruppo Giovani parrocchia SS. Consolata, “Lo Spino” coop sociale, Gruppo famiglie adottive ed affidatarie, progetto Reti di Famiglie e volontari amici del Centro per le Famiglie).

5.3 Parlare e cantare
Musica e parole sono legate da un rapporto ancestrale, che nei secoli si è evoluto in infinite forme, ora con parole inventate per suonare bene sullo spartito, ora con musica concepita per dare maggiore forza alle parole, ora con testi di estrema musicalità, ora con suoni che cercano di comunicare contenuti.
Murubutu racconterà del potere della parola nella musica rap in Scelgo le mie parole con cura. Dialoghi e musica, prima di regalare una prova cantata e suonata della propria maestria narrativa, accompagnato da Dia, Gabriele Polimeni e DJ Dima (Carpi, Biblioteca multimediale Arturo Loria, sab 16 ore 21.00, conduce: Pierfrancesco Pacoda, a cura di: Biblioteca multimediale A. Loria, produzione: Django Music).
Il concerto Note al testo. Come la musica trasforma le parole proporrà una riflessione su come la musica sappia connotare i testi di cui si fa portavoce, alternando l’esibizione dell’Orchestra del Conservatorio Vecchi-Tonelli di Modena e Carpi, diretta dal maestro Fabio Sperandio, e del soprano Aida Pascu al racconto di Stefano Cappelletto (Modena, Teatro Comunale Pavarotti-Freni, ven 15, ore 21.00, a cura di: Modena Città del bel canto e Conservatorio di Musica Vecchi-Tonelli di Modena e Carpi).
Nel concerto su strumenti antichi In rime sparse il suono. Comprendere, intonare, comunicare l’ascoltatore verrà accompagnato attraverso le varie fasi del lungo dibattito sulla comprensione delle parole in musica, con la prima esecuzione assoluta di un estratto dai libri corali manoscritti conservati a Carpi (Carpi, Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola – Museo diocesano di arte sacra, sab 16, ore 21.00, con: Coro della Cappella Musicale San Francesco da Paola, Fonte Armonica Ensemble, a cura di: Servizio eventi e promozione economica).
In Smisuranza. Lessico sonoro seicentesco la musica per arpa, violino e viola tenore offrirà interessanti suggestioni nell’evidenziare l’intimo legame fra gli spartiti e il suono naturale della voce umana (Modena, Chiesa di Sant’Agostino, ven 15, ore 21.00, con: Anaïs Chen, violino e viola tenore; Chiara Granata, arpa doppia, a cura di: Grandezze & Meraviglie – Festival Musicale Estense).
La raffinata selezione di Lieder d’Europa consente di apprezzare la semplice ma suggestiva forma musicale che combina pianoforte e voce solista, in un connubio perfetto in cui la parola poetica si fa ancora più intensa fondendosi con le note (Modena, Fondazione Collegio San Carlo – Teatro, dom 17, ore 20.30, con: Maria Francesca Rossi, soprano; Daniele Bisi, pianoforte; Carlida Steffan, conduzione, a cura di: MusicaCantoParola, Gioventù musicale d’Italia – Modena, Coro Luigi Gazzotti, Tempo di Musica).
La Divina Commedia e il canto gregoriano. Lectura Dantis alternata a brani del repertorio gregoriano ripercorre le citazioni dirette o le velate allusioni all’antico repertorio musicali presenti nell’opera del poeta (Modena, Chiesa del Voto, ven 15, ore 20.30, con Andrea Ferrari e Schola Gregoriana, a cura di: Modena Musica Sacra APS).
La conferenza-concerto Ovunque proteggi la grazia del mio cuore. Dalla parola di Dio ai testi della canzone italiana esplorerà il rapporto fra Bibbia e la nostra musica pop, dagli anni Sessanta ai giorni nostri (Carpi, Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola – Museo diocesano di arte sacra, ven 15, ore 21.00, con: Tiziano Bellelli e Marika Benatti, chitarre e canto, a cura di: Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini).
Il programma musicale dell’ensemble inclusivo di Ologramma… e più forte ti scriverò metterà in scena la perdita della parola meditata, sussurrata e intima, a favore di un’ossessiva ricerca del rispecchiamento sociale (Modena, Chiesa San Carlo, sab 16, ore 21.00, direttrice: Roberta Frison, testi e regia: Carlo Stanzani, a cura di: CEMU-OLOGRAMMA-APS Polo Espressivo Inclusivo, Istituto MEME Modena – Università Popolare “Gregory Bateson”).

 

















Ultime notizie