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Analisi Lapam: a Modena calzolai, lavoratori del legno e orafi sono mestieri a “rischio estinzione”

«L’artigianato e le sue maestranze rappresentano un’eredità di conoscenze e saper fare che caratterizza la nostra cultura e l’idea di qualità italiana nel mondo, oltre a rappresentare in molte aree un presidio economico e di coesione sociale». Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, si esprime così su un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato sui mestieri cosiddetti in via d’estinzione, cioè che non stanno assistendo a un ricambio generazionale.

Come evidenzia la ricerca, al primo trimestre 2023, dato più aggiornato, sono 19.600 le imprese artigiane attive in provincia di Modena, pari a un terzo (precisamente il 30,7%) delle quasi 64mila imprese totali. Alcuni mestieri, tradizionalmente identificati con l’artigianato, stanno tuttavia scomparendo. Come evidenzia l’analisi, tra i mestieri cosiddetti in via d’estinzione c’è il calzolaio: in provincia di Modena sono rimaste soltanto 6 imprese che fabbricano calzature (erano 9 a marzo 2013), e 38 si occupano della riparazione di calzature e articoli da viaggio (erano 55 dieci anni fa). Analogamente sono in calo le imprese che lavorano legno, sughero, paglia e materiali da intreccio: oggi sono 45 (tra cui 19 laboratori di corniciai) mentre erano 9 unità in più a marzo 2013. Stesso discorso vale anche, ad esempio, per le gioiellerie, che ad oggi sono 47 rispetto alle 53 che erano un decennio fa, e le botteghe specializzate in riparazione di orologi e gioielli (30 delle 43 che si contavano a inizio 2013). «Complessivamente – conclude Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato –, i settori considerati hanno visto chiudere un’impresa su cinque in un decennio, con un calo del 22,4% in provincia di Modena. La riduzione più severa si registra nell’artigianato (-25,5% a Modena rispetto al -20,4% regionale) che in questi settori rappresenta l’82,5% delle imprese modenesi. Contestualmente al calo di queste imprese, si ha una diminuzione della domanda di figure specializzate in questi ambiti. A livello regionale, nel 2022 le imprese hanno previsto 310 figure professionali da inserire in azienda tra artigiani specializzati delle calzature, in lavorazioni artistiche del legno, orafi e addetti alla riparazione di orologi, in calo del 46,6% rispetto alle 580 figure professionali cercate nel 2017. La difficoltà di reperimento di figure con caratteristiche e formazione così specifiche è cresciuta di 38,3 punti, interessando oggi il 45,2% delle entrate previste dei profili in esame. Sono tutte maestranze che rischiano di sparire, per le quali serve preservare un’antica arte, un’abilità artigianale che rischia di estinguersi. Un insieme di competenze in grado anche di recuperare, riparare e rivalorizzare, dando una seconda vita agli oggetti in un’ottica moderna di economia circolare e sostenibilità».

 

















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