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Dopo la sentenza di luglio 2023 della Corte Costituzionale, a rischio il trasporto disabili con i mezzi finanziati dalla pubblicità

La circolare del Ministero degli Interni del Febbraio 2020 aveva già chiarito che anche i
mezzi delle associazioni di volontariato sociale che trasportano cittadini con difficoltà
motorie, non possono circolare se sulla superficie dei veicoli sono applicati spazi pubblicitari
di attività terze. In tal caso, infatti, si viola l’articolo 57 del regolamento attuativo dell’Art. 24 del Codice della Strada. Il Codice della Strada prevede deroghe unicamente per i taxi, per gli automezzi che effettuano servizio pubblico di linea e per le carrozzelle trainate da cavalli.

Un problema enorme per le associazioni e per gli Enti pubblici che contano su questi mezzi,
generalmente concessi in comodato gratuito da società di lucro che raccolgono spazi
pubblicitari apposti sulla carrozzeria, per erogare servizi alla cittadinanza.

“L’Associazione Report di Roma – riferisce Annunciata Mottini in qualità di presidente
della stessa – aveva sottoposto il caso già ad inizio anno al fine di ripristinare la legalità,
considerando indispensabile un’azione rivolta al Governo e al Parlamento affinché si agisse
con urgenza. La Legge 210 del 2010, infatti, permetterebbe alle associazioni no profit di
usufruire di importanti deroghe. Tuttavia, i decreti attuativi di tale Legge, a distanza di 13
anni, non sono ancora stati emanati!”

Nel frattempo, il Tribunale ordinario di Roma aveva sottoposto alla Corte Costituzionale
questioni di legittimità costituzionale della norma che regola tale divieto. Qualora la Corte si
fosse espressa con una sentenza di illegittimità, sarebbe in breve cambiato il quadro legislativo, dovendosi prevedere una nuova regolamentazione dell’Art.24 del Codice della
Strada.

Ma niente di fatto: la Corte Costituzionale, con Sentenza n. 174 del 6-27 Luglio 2023
(Gazzetta Ufficiale, prima serie speciale Corte Costituzionale n. 31 del 2 Agosto 2023) si è
espressa dichiarando inammissibili le questioni sottoposte: https://www.gazzettaufficiale.it/atto/corte_costituzionale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2023-08-02&atto.codiceRedazionale=T-230174

Pertanto, dopo tale sentenza estiva, si conferma l’efficacia legislativa delle norme
attualmente in vigore e rimane irrisolto il problema che attanaglia le associazioni e gli
Enti pubblici che si sono dotati di mezzi, che non possono circolare, ottenendoli in
comodato gratuito grazie a spazi pubblicitari di terzi applicati alla superficie dei veicoli.
Questi mezzi vengono man mano fermati, multati e rimangono fermi nel parcheggio delle
associazioni. L’impossibilità di erogare i servizi destinati alle fasce deboli della cittadinanza
trasformano questo problema in un rilevante tema sociale e si innescano parallelamente
problemi d’immagine e di relazioni tra le associazioni, gli Enti pubblici, i cittadini e le attività
del territorio che, con spirito di partecipazione, hanno acquistato le superfici pubblicitarie
dalle società che forniscono in comodato gratuito questi mezzi alle associazioni: migliaia di
aziende, artigiani, negozi e professionisti aderiscono ogni anno, inconsapevoli che i mezzi
che dovrebbero portare in giro le loro pubblicità, in realtà non possono farlo. Questa tipologia di contratti pubblicitari è, tra l’altro, nulla in quanto il servizio proposto viola una norma imperativa di legge.
La politica, nel frattempo, malgrado lo stato di emergenza sociale, non è sembrata in grado
di porre rimedio ad una situazione che sta già colpendo le fasce più deboli della popolazione.

Report Associazione APS

















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