La Regione è riuscita a cadere per 2 anni consecutivi nella medesima trappola: il calendario venatorio, ancora una volta proposto senza l’adeguato sostegno tecnico (da svolgersi con l’ausilio delle squadre di caccia) è diventato nuovamente ostaggio delle associazioni animaliste che, attraverso il gioco di sponda offerto dal Tar, ancora una volta sono riuscire a “ingessare” il settore della caccia. Sia chiaro, non siamo sorpresi in quanto avevamo previsto questo esito, tanto che ripetutamente avevamo insistito sulla necessità che la Regione intervenisse a sostegno del calendario venatorio per renderlo inattaccabile, cosa che è stata fatta solo parzialmente, costringendoci, tanto che, per il secondo anno consecutivo, tutto il settore è stato costretto a fare un passo indietro”.
Lo dice il consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi, a proposito delle azioni messe in campo della Giunta regionale, annunciate dall’Assessore all’agricoltura ed alla caccia Alessio Mammi, per contrastare la sentenza del Tar di Bologna che ha posticipato al 1° ottobre l’apertura della caccia alla piccola selvaggina stanziale e a tutte le specie ornitiche”.
“Quello che è accaduto con la sospensione imposta per via giudiziaria quest’anno è purtroppo anche il frutto di una mancata adeguata difesa della caccia, quale attività fondamentale per la tutela ed il controllo del patrimonio ambientale e faunistico, da parte di istituzioni pubbliche” – attacca Bargi. “Accade infatti che la Regione Emilia-Romagna ancora una volta ha attribuito troppa credibilità alle posizioni puramente ideologiche degli ambientalisti più estremisti: occorre cambiare decisamente atteggiamento nei confronti dei cacciatori. Un primo passo sarebbe quello di attuare misure compensatorie alle penalizzazioni che i cacciatori hanno subito in questi ultimi anni, in particolare l’allungamento della stagione venatoria e la riduzione della tassa regionale sulla caccia. Si tratta di proposte avanzate anche dal medesimo assessore Mammi, proposte che per la Lega vanno assolutamente tradotte dalle intenzioni ai fatti” conclude Bargi.