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Morto a 95 anni Ferruccio Laffi, uno degli ultimi sopravvissuti della strage nazista di Marzabotto

“Una vita per la memoria e la testimonianza. Così vogliamo ricordare Ferruccio Laffi, uno dei testimoni e ultimi sopravvissuti della strage nazista di Marzabotto”. Queste le parole del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, alla notizia della scomparsa di Ferruccio Laffi, morto oggi a 95 anni. Il 30 settembre 1944 la famiglia di Laffi, 14 tra genitori, fratelli e sorelle, fu trucidata per mano nazista nella strage sull’Appennino bolognese che tra fine settembre e inizio ottobre di quell’anno costò la vita a 770 persone.

“Ferruccio ha dedicato la sua vita ai giovani incontrandoli fino a poco tempo fa per raccontare loro l’orrore del nazifascismo, per testimoniare come la memoria possa essere uno strumento di pace. La sua- sottolinea Bonaccini- è stata una vita all’insegna dell’impegno civile e a noi spetta il compito di raccogliere la sua testimonianza, la sua tenacia perché libertà e democrazia continuino ad essere i valori del nostro Paese”.

“Esprimo, a nome mio, del Comune e della Città metropolitana di Bologna, le più sentite condoglianze alla famiglia di Ferruccio Laffi e a tutta la comunità di Marzabotto.
Con lui se ne va uno degli ultimi superstiti degli eccidi di Monte Sole. Dopo aver visto trucidare la sua famiglia, il 30 settembre 1944, decise di fare della propria vita un lungo percorso di testimonianza e memoria accompagnando in particolare le giovani generazioni a conoscere quei tragici fatti che segnarono per sempre la comunità di quelle zone del nostro Appennino e tutto il nostro territorio. Per questo lo ringrazio, lo ricorderemo con grande affetto” dichiara il Sindaco di Bologna Matteo Lepore.

Anche l’Arcivescovo Card. Matteo Zuppi e la Chiesa di Bologna, appena appresa la notizia della morte di Ferruccio Laffi, testimone sopravvissuto alla strage di Monte Sole, hanno espresso vicinanza nella preghiera, cordoglio e partecipazione al dolore della famiglia. L’Arcivescovo lo aveva incontrato in più occasioni e con lui aveva condiviso alcune riflessioni, ascoltando i suoi ricordi su quella terribile vicenda bellica che sconvolse la vita delle terre del nostro Appennino a partire dal settembre del 1944.

 

















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