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Ripresa economica, al “Tavolo” della Città metropolitana il punto della situazione con Unioncamere e gli stakeholder di Appennino, Pianura e imolese

Nel 2023 l’area bolognese cresce trainata da export, turismo e servizi In aumento anche gli occupati

Per il secondo anno consecutivo il Tavolo di Ripresa della Città metropolitana di Bologna riunisce i Comuni e gli stakeholder locali per restituire analisi e raccolte dati dedicate ad approfondire le dinamiche economiche e sociali dei diversi territori.

Si sono svolti il 10 e l’11 gennaio scorso gli incontri di presentazione dei dati relativi ai comuni e alle Unioni dell’Appennino e quelli relativi ai comuni e alle Unioni della Pianura, presieduti rispettivamente da Maurizio Fabbri, consigliere delegato alle Politiche per l’Appennino bolognese e Sara Accorsi, consigliera delegata alle Politiche per la Pianura bolognese. Previsto per fine gennaio invece l’incontro con i territori del Nuovo Circondario Imolese.

Negli incontri, Guido Caselli di Unioncamere, coordinatore del gruppo di lavoro Dati e Statistiche, ha presentato un’analisi delle dinamiche economiche e sociali dei diversi territori e del trend di sviluppo futuro, basata su dati Unioncamere e Camera di Commercio di Bologna. Ai partecipanti sono stati forniti anche i report delle analisi riportate nell’Atlante statistico di Città metropolitana.

Il Tavolo di Ripresa è infatti il “luogo” di dialogo in cui la Città metropolitana e gli altri Enti territoriali, la Camera di Commercio, le Associazioni di categoria, i sindacati e altri stakeholder si confrontano per agire in una logica preventiva e strategica, per definire linee di supporto e per elaborare, in prospettiva territoriale metropolitana, possibili proposte di rafforzamento del tessuto produttivo e sociale.

“La ricerca ci mostra che l’economia bolognese è in buona salute. Conoscere le dinamiche dei fenomeni economico-sociali che ci caratterizzano è il primo tassello per azioni volte al rafforzamento dei nostri ambiti locali. – ha commentato Sergio Lo Giudice, Capo di Gabinetto del sindaco metropolitano e delegato al Lavoro – Il Tavolo di Ripresa della Città metropolitana ha questo ruolo: essere di supporto per le scelte politiche e le azioni amministrative. Per questo riproponiamo l’iniziativa, dopo il successo dello scorso anno, a fianco delle altrettanto preziose attività di informazione dell’Ufficio statistico di Città metropolitana. Ringrazio il dottor Guido Caselli di Unioncamere che si è reso disponibile agli approfondimenti”.

 

Il contesto 

Nel 2023 la situazione economica nell’area metropolitana bolognese vede una prospettiva di crescita nonostante il difficile contesto internazionale e nazionale. Rispetto al 2022 nei primi sei mesi del 2023 l’occupazione ha registrato un +1,9% e a settembre 2023 il numero di unità locali e imprese era aumentato dello 0,5%. L’export si conferma una leva importante per l’intero territorio di Bologna, registrando un +5,3% nei primi nove mesi del 2023 rispetto al 2022. Bene anche il turismo, il cui peso nel valore aggiunto sull’economia locale vale complessivamente il 10,6% per la Città metropolitana (dati 2022). Gli arrivi turistici nei primi 10 mesi del 2023 crescono del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Soffre invece il settore manifatturiero. Sull’intero territorio della Città metropolitana si registra una variazione negativa del fatturato già nell’ultimo trimestre del 2023 (-1,7% rispetto allo stesso trimestre del 2022), con particolare flessione dell’artigianato (-5,4%) e della meccanica (-2,9%), mentre crescono alimentare (+4,5%) e packaging (+ 4%). Anche le costruzioni cominciano a dare segnali di variazioni negative, legati alla fine degli incentivi statali, soprattutto per quanto riguarda il volume d’affari delle imprese dell’artigianato (-1,6% nel terzo trimestre del 2023 rispetto al 2022) e di quelle con meno di 10 dipendenti (-1%).

Per il 2024 si prevede una ripresa del valore aggiunto dell’industria (+0,8%), una continua crescita del valore aggiunto dei servizi (+1%) e dell’export (+1,3%) e un’importante flessione del valore aggiunto delle costruzioni (-4%).

















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