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L’assemblea modenese della MaB Unesco

Dall’Europa all’Appennino, un nuovo sviluppo è possibile nella Riserva di Biosfera Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano

L’Assemblea della Riserva di Biosfera (MaB) Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano “Donne, uomini e saperi d’Appennino” svoltasi a Pavullo nel Frignano (MO) ha rappresentato un momento di confronto e di condivisione di idee tra diversi attori coinvolti nella tutela e nello sviluppo sostenibile del territorio. Numerosi sono stati i partecipanti all’Assemblea, tra cui rappresentanti istituzionali e del mondo socio-economico, esperti del settore e membri della comunità locale.

L’intervento conclusivo è stato affidato a Patrizio Bianchi, già ministro dell’istruzione nel governo Draghi e attuale titolare di Cattedra Unesco “Education, Growth and Equality” a Ferrara, che ha così aperto il suo intervento: “Il progetto europeo nel contesto difficile internazionale si è sfilacciato. L’Europa ha perso identità e ora deve ragionare di una nuova dimensione fatta di qualità della vita e diritti del lavoro. Gli effetti di questo li osserviamo dagli Appennini alla pianura, come qui a Modena”.

 

SCUOLA E COMUNITA’ PER VIVERE IN MONTAGNA

“Donne e uomini possono vivere in montagna, ma devono avere a disposizione due strumenti – ha detto ancora Bianchi -. Il primo è la scuola e la formazione: studiare e poi lavorare e mentre si lavora studiare ancora. Si chiama “long life learning” e sarà il nuovo paradigma della formazione in Italia e che nel mondo è già realtà. Non si può pensare di andare all’università, laurearsi, e aver finito di studiare. Il secondo strumento è la capacità di costruire comunità locali creative; generando lavoro a distanza, coniugando le nuove tecnologie con il rispetto e la custodia dell’ambiente di questi luoghi meravigliosi e con contesti di relazione più ampi. I governi su questo fanno poco. Invece, sistema Unesco, anche con le Riserve di Biosfera, ha lavorato molto e sarà al fianco dei territori. Nel mondo su questi argomenti c’è grande attenzione: la tutela del bene comune natura parte proprio dalla montagna”.

 

UN NUOVO MODELLO INDUSTRIALE E LAVORI DA REMOTO

Intanto le città crescono. “Ma questo – ha osservato il professor Bianchi – è un fenomeno che avviene un po’ in tutto il mondo, di cui è indice la dispersione scolastica. Non si spopolano solo le montagne, ma anche le aree periferiche in pianura. Il legame città montagna è labile: va ricostruito con rapporti di lavoro che possano dare continuità al vivere in Appennino. Questo può avvenire non solo nell’agroindustria (in settori forti come quello del Parmigiano Reggiano), ma anche attività di servizio da remoto. In Appennino si può fare tutto. Il Covid ci ha dimostrato che è possibile cambiare il modello del lavoro, anche nei settori industriali, a beneficio della qualità delle produzioni e di nuove forme di produzione”.

“La nostra Riserva di Biosfera, dove vivono 380.000 persone, è parte di un network di 700 Riserve mondiali e 20 italiane – gli ha fatto eco Fausto Giovanelli coordinatore della stessa –. Qui si può vivere e lavorare all’insegna della sostenibilità e della qualità della vita. In campo mettiamo la formazione, con progetti dedicati, una proposta di turismo sostenibile, strumenti per contrastare il cambiamento climatico, dalle foreste all’agricoltura a servizio delle imprese. La MAB Unesco è un esempio concreto, su questi fronti, del coinvolgimento di persone, enti e imprese”.

“Il capitale umano è il cuore della Riserva MaB Unesco – ha detto Luciana Serri, presidente dell’Ente Parchi Emilia Centrale, organizzatore dell’assemblea -. Stiamo discutendo di competenze, formazione e tutto quanto serve per favorire l’attrattività dei giovani. La Mab Unesco può sviluppare un processo culturale e formativo, l’economia e l’ambiente. Un nuovo turismo nel segno della sostenibilità è possibile e guarda alla città dove, come ci insegna la cronaca di questi giorni, la situazione ambientale è assai diversa. Abbiamo ricchezze di cui oggi siamo consapevoli che possono contribuire a far crescere l’economia locale assieme all’ambiente. Se il nostro problema è trattenere i giovani ed evitare lo spopolamento, è bene che essi siano protagonisti della crescita del territorio e delle comunità”.

















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