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Reinventing Cities, allo Scalo Ravone-Prati un nuovo quartiere residenziale sostenibile e al Palazzo Aiuto Materno uno studentato

Presentati i progetti vincitori della terza edizione del concorso globale di architettura e design urbano sostenibile

Sono stati presentati questa mattina i progetti vincitori della terza edizione di Reinventing Cities, il concorso internazionale lanciato per trasformare aree inutilizzate, collaborare con il privato per sviluppare progetti urbani innovativi sul piano ambientale e adatti alle esigenze delle comunità locali, per uno sviluppo urbano sostenibile ed equo.

Reinventing Cities assieme ai Comuni partecipanti è promosso dai C40, la rete mondiale di quasi 100 città che hanno deciso di impegnarsi concretamente sul fronte della crisi climatica.

Ad oggi hanno partecipato al concorso quasi 30 città a livello globale tra cui Lione, Phoenix, Milano, Montréal, Roma, San Francisco e San Paolo nella terza edizione insieme a Bologna.

A Bologna le due aree candidate sono quella di Ravone-Prati e il Palazzo Aiuto Materno tra le vie Don Minzoni, del Porto e Rosselli. Entrambe rappresentano sfide per il futuro della città, cioè la rigenerazione delle aree dismesse e il recupero dell’edilizia storica.

Un nuovo quartiere residenziale sostenibile allo Scalo Ravone-Prati

Allo Scalo Ravone-Prati sorgerà Green Soul, un nuovo quartiere residenziale ad uso misto completamente sostenibile e a misura di famiglie, studenti e lavoratori. Il progetto è stato presentato da Nhood Services Italy, società internazionale di soluzioni immobiliari specializzata nella rigenerazione urbana, in collaborazione con Arup Italia Srl nel ruolo di architetto-urbanista e Politecnico di Milano nel ruolo di esperto ambientale, Emil Banca come partner finanziario, affiancati da numerosi esperti settoriali.

Lo Scalo Ravone-Prati fa parte di un percorso di rigenerazione grazie a un accordo sottoscritto tra il Comune e il Gruppo FS e la progettazione ha dovuto tenere conto anche della presenza della nuova stazione del Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) di Prati di Caprara, che rappresenterà un importante centro di mobilità in ingresso a Bologna e un importante collegamento urbano ciclabile e pedonale.
L’intervento si propone di ricucire l’area, attualmente tagliata in due dall’infrastruttura ferroviaria, attraverso la realizzazione di un nuovo quartiere ricco di servizi, a soli tre chilometri dal centro e due chilometri dall’aeroporto Marconi, integrandosi nel contesto in continua rigenerazione del quadrante nord-ovest della città attraverso il progetto La Città della Conoscenza.

L’obiettivo di Green Soul è realizzare un’offerta abitativa di qualità a costi accessibili che risponda ai bisogni della città, promuovendo uno stile di vita sostenibile e diventando elemento chiave per la risposta resiliente al cambiamento climatico e leva per la
decarbonizzazione.

Il progetto prevede, nello specifico, immobili a uso misto con circa 31.000 mq a destinazione residenziale, inclusi circa 270 appartamenti accessibili per i giovani e le neo-coppie e circa 110 alloggi ERS.

Green Soul propone un distretto ad energia positiva, dove l’elettricità richiesta sarà interamente soddisfatta tramite l’impianto fotovoltaico con potenza di picco di 1,9 MWp, rendendo da subito negative le emissioni generate durante la fase operativa (- 2.100 tCO2eq/anno) e permettendo la completa decarbonizzazione in 50 anni. Il progetto prevede inoltre 43.000 mq di superficie a verde pubblico, 600 alberi, 30.000 mq di superficie permeabile.

La gestione del comparto per fasi è incentrata sull’attuazione di un processo di Sviluppo di Comunità che prende forma nel Green Soul Hub, il laboratorio per la cittadinanza attiva, il welfare comunitario e la nuova economia.

Il Palazzo Aiuto Materno diventa la residenza universitaria Molo Bolo

Il Palazzo Aiuto Materno tra le vie Don Minzoni, del Porto e Rosselli è un edificio storico dismesso di proprietà pubblica (ASP Città di Bologna) situato in un’area in forte trasformazione legata alla presenza di un polo culturale realizzato negli ultimi anni grazie alla presenza dell’Università, del MAMbo- Museo d’Arte Moderna di Bologna e della Cineteca. Anche questo edificio fa parte del progetto “Città della Conoscenza” che intende promuovere la realizzazione di un grande ecosistema della conoscenza. L’edificio si compone di 5 piani fuori terra oltre ad un interrato e ad un sottotetto, per un totale di circa 10.800 mq di superficie lorda.

Molo Bolo è il progetto vincitore ed è stato presentato da Life NV (Living in Funky Environments NV) in collaborazione con ITER Studio Associato come architetto-urbanista e
Airis srl in qualità di Esperto Ambientale, affiancati da numerosi esperti settoriali.

Molo Bolo rappresenta un approccio diverso alla residenza universitaria, sarà un complesso CPB (Carbon Positive Building), dove patrimonio e innovazione, residenti e comunità locale coesistono all’interno di un palazzo storico. Le attività che animano Molo Bolo sono organizzate intorno a una corte rinaturalizzata, mentre gli spazi pubblici al piano terra arricchiscono la vita del quartiere, contribuendo a una maggiore connessione con la comunità circostante.

Il riutilizzo dei materiali presenti nell’edificio, insieme alla riduzione dei consumi energetici e alla compensazione dell’impronta di carbonio, riflettono un impegno concreto verso la sostenibilità ambientale.

“Fin dall’inizio di questo mandato amministrativo abbiamo cercato di imprimere un’accelerazione nella rigenerazione delle grandi aree dismesse militari o ferroviarie e lo abbiamo fatto cercando di capovolgere un po’ la logica con cui negli ultimi vent’anni, non solo a Bologna, è stata portata avanti la rigenerazione urbana – spiega l’assessore all’Urbanistica Raffaele Laudani -. Il Comune dà delle vocazioni a queste aree, magari innesca la trasformazione con investimenti propri e poi chiama i privati, anche nazionali e internazionali, a scommettere sulla città con investimenti che siano coerenti con le vocazioni che il Comune ha individuato. Questo è il caso dell’ex scalo ferroviario del Ravone e più in generale dei due progetti di rigenerazione urbana che abbiamo candidato al bando Reinventing Cities di C40 che porteranno, grazie all’esito positivo del concorso, a trasformare in maniera significativa il quadrante ovest della città con progetti dalla forte innovazione in termini ambientali e con interventi abitativi con una forte componente di edilizia residenziale e sociale. I due progetti vincitori da questo punto di vista rappresentano un prototipo di come potrà essere condotta in questi anni la rigenerazione urbana. L’esito del concorso C40 è di buon auspicio anche per i progetti futuri, inclusa la trasformazione dell’ex caserma Perotti che attualmente è candidata al nuovo bando Reinventing Cities di C40”.

“C40 è entusiasta di annunciare i progetti vincitori della terza edizione di Reinventing Cities a Bologna, dove siti inutilizzati sono stati reimmaginati in progetti urbani innovativi. Bologna ha partecipato insieme ad altre 11 città alla terza edizione del concorso ed è ora coinvolta nella quarta, lanciata all’inizio di quest’anno. Palazzo Aiuto Materno sarà trasformato in un complesso residenziale per studenti a impatto zero, con spazi collettivi, mentre Ravone Prati riqualificherà un’ex ferrovia in un quartiere energy-positive con alloggi a costi accessibili e servizi. Insieme, questi progetti evidenziano l’impegno di Bologna nel creare ambienti urbani resilienti e sostenibili”, afferma Hélène Chartier, direttore Pianificazione e Design Urbano, C40 Cities .

“Il percorso di rigenerazione delle aree di Ravone – Prati, promosso da FS Sistemi Urbani, ha raggiunto la fase conclusiva con la selezione del team multidisciplinare guidato da Nhood. Il progetto si caratterizza per l’integrazione dei principi di sostenibilità, resilienza e utilità sociale, in linea con gli obiettivi del concorso internazionale C40 Reinventing Cities. Questa iniziativa rappresenta un contributo significativo alla riconnessione del tessuto urbano, con un forte focus su innovazione, rispetto ambientale e benessere collettivo”, sottolinea FS Sistemi Urbani.

“ASP ha deciso di partecipare attivamente a questo importante progetto mettendo a disposizione uno degli immobili più rilevanti del suo intero patrimonio immobiliare, un edificio storico tra i più imponenti e strategici della città – aggiunge Stefano Brugnara, amministratore unico di ASP Città di Bologna -. Il Palazzo Aiuto Materno, con i suoi quasi 11.000 mq su cinque piani, nel cuore di un quartiere come il Porto-Saragozza che è parte fondamentale di un progetto complessivo di riqualificazione e sviluppo del centro storico, ha un valore enorme per la nostra città e per l’idea di futuro che si sta disegnando per essa. Consapevoli di opzioni di valorizzazione dell’immobile che potevano essere più remunerative, abbiamo ritenuto naturale rimanere coerenti con il nostro compito di azienda pubblica che ha lo scopo di promuovere il benessere collettivo. Lo abbiamo fatto dando l’opportunità di trasformare questo bene in un valore pubblico da mettere a sistema, non da ultimo con l’obiettivo di dare una parziale ma significativa risposta al bisogno sempre crescente di abitazioni a condizioni vantaggiose per gli studenti universitari”.

“È la seconda volta che il nome di Nhood si associa ad un progetto bandito da Reinventing Cities, dopo la vittoria per la trasformazione di Piazzale Loreto a Milano, e ne siamo onorati, per almeno due ragioni – è il commento di Carlo Masseroli, amministratore delegato Nhood Services Italy -. La prima, è che crediamo molto nell’approccio culturale introdotto da Reinventing Cities, che vede nella relazione tra pubblico e privato uno strumento di valorizzazione del territorio per tutti quelli che lo vivono. La seconda riguarda il contenuto del progetto. Si tratta di una delle sfide più grandi di fronte a cui si trovano le città finora non risolta, cioè quella dell’alloggio a prezzo accessibile: sappiamo di non essere i primi a misurarci, ma abbiamo l’ambizione di provare a riuscirci”.

“Per Life, gruppo belga con esperienza internazionale, Molo Bolo rappresenta il primo progetto di un studentato in Italia: siamo molto contenti di poter realizzare nella città con l’università più antica del mondo, il primo progetto ma di sicuro non l’ultimo. Quanto offerto non basta, visto la domanda presente: ma insieme ad ASP, la Città e C40 faremo del nostro meglio per realizzarlo nella maniera più efficiente e rapida possibile.
Il progetto prevede la trasformazione del Palazzo di Aiuto Materno in uno studentato ibrido: pensato in primis per gli studenti, Molo Bolo non è concepito né come un dormitorio, né come un albergo di lusso per studenti, ma come una nuova casa per più di 300 studenti, pronto ad accogliere anche altri giovani e meno giovani. Il core business e l’obiettivo di LIFE Italia – dichiara Mario Fancello, Amministratore Delegato– è trasformare seguendo i principi ESG edifici in studentati ibridi, investendo sui valori di inclusione sociale, accessibilità economica per la fascia media della popolazione, di sostenibilità, flessibilità, di condivisione e bellezza. Questo approccio significa andare oltre il livello dell’edificio: i mattoni come mezzo e non come fine, e questo si vuole applicare a Bologna. Molo Bolo sarà la nuova casa lontano da casa: immersa nel verde, nella storia e nella cultura di Bologna. Non vediamo l’ora di iniziare i lavori per accogliervi tutti: rendez des vous nel 2026!”.

Piu informazioni sul bando e sui progetti vincitori disponibili al: https://www.c40reinventingcities.org/en/professionals/winning-projects/

















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