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Sulla prestigiosa rivista The Lancet un articolo del Prof. Dominici sul nuovo sistema di denominazione OMS per i farmaci a base di cellule e geni

Il Prof. Massimo Dominici, docente di Oncologia Medica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia e, dal prossimo 1° novembre, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell’Adulto, ha recentemente pubblicato un articolo sulla prestigiosa rivista The Lancet riguardante il processo di semplificazione delle denominazioni internazionali non proprietarie dell’OMS per i farmaci a base di cellule e geni.

L’articolo intitolato “New WHO INN for cell-based and gene-based substances: timing, usage, and simplicity” è un importante contributo alla discussione globale sulla sicurezza e accessibilità dei nuovi farmaci biotecnologici. Il prof. Dominici, insieme ai suoi colleghi Tony Manderson (Agenzia Regolatoria Australiana), Ursula Loizides (OMS) e Raffaella Balocco (Coordinatrice del gruppo INN in OMS), e James S. Robertson (Virologo-Immunologo, Regno Unito), ha elaborato un nuovo approccio alla denominazione di queste sostanze. L’obiettivo principale è semplificare i nomi, preservando al contempo l’esattezza scientifica necessaria per identificare i principi attivi.

Questa pubblicazione si concentra sulla necessità di una collaborazione più stretta tra l’OMS e le aziende farmaceutiche nella fase di sviluppo dei nuovi farmaci, affinché le denominazioni vengano definite quando i prodotti hanno raggiunto una fase di maturità clinica sufficiente. Il nome dei farmaci, infatti, deve riflettere con precisione il meccanismo d’azione e le caratteristiche del prodotto, ma deve essere anche facilmente utilizzabile da parte di medici e farmacisti in tutto il mondo.

Il Prof. Dominici dal 2020 fa parte del Comitato internazionale INN dell’OMS che si occupa di definire le denominazioni per i nuovi farmaci. In particolare, il suo campo di specializzazione riguarda i prodotti di terapia cellulare e genica, una delle frontiere più avanzate della ricerca oncologica e non solo. Grazie alla sua esperienza, ha contribuito alla revisione delle linee guida per la denominazione di farmaci complessi, come quelli basati sulla modificazione genetica.

Questa attività di denominazione dei farmaci non è solo un esercizio linguistico, ma ha importanti implicazioni pratiche: un nome chiaro e preciso facilita l’uso corretto del farmaco, riduce gli errori medici e assicura una migliore sorveglianza farmacologica. Il processo di semplificazione messo a punto dal comitato dell’OMS permette di migliorare la sicurezza e l’efficienza nell’uso dei farmaci, soprattutto per trattamenti complessi come quelli oncologici, che richiedono una somministrazione accurata e una vigilanza continua.

“E’ un privilegio riuscire ad impattare in maniera significativa nel meglio definire i farmaci biotecnologici del futuro”, sottolinea il Prof. Massimo Dominici. “In latino si diceva “nomen omen”, ovvero nel nome l’essenza dell’uomo, la cosa vale anche per i prodotti di terapia cellulare e genica che, carichi di aspettative curative, devono avere nomi in grado di riflettere il loro vero potenziale terapeutico mantenendone una semplicità d’uso per più profondo e sicuro impatto clinico”. 

















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