L’Emilia-Romagna dispone di un patrimonio olivicolo importante dal punto di vista economico, storico, sociale e paesaggistico. La disponibilità di una ricca piattaforma varietale, le particolari condizioni microclimatiche che caratterizzano alcuni areali della regione e la sinergia tra ricerca e filiera produttiva, hanno contribuito alla valorizzazione e al miglioramento delle produzioni di olio extra vergine di oliva.
Il mercato dell’olio extra vergine di oliva di produzione locale per crescere e consolidarsi, richiede, quindi, lo sviluppo e il consolidamento di forme di aggregazione fra i produttori e la disponibilità di sufficienti quantitativi di olio di elevata e uniforme qualità. Solo con questi presupposti si può sperare di avviare una razionale ed efficace strategia commerciale.
La coltivazione dell’olivo sul territorio regionale ha anche una importante valenza sociale e occupazionale per le aziende interessate alla coltura, poiché richiede impiego di manodopera soprattutto in fase di raccolta e potatura. L’importanza sociale ed economica della coltura in Regione può essere, quindi, ricondotta a tre aspetti fondamentali:
- Integrazione del reddito agricolo
- Integrazione al reddito non agricolo
- Valenza ambientale e paesaggistica
Quando si parla di sviluppo e crescita del comparto olivicolo, si può anche parlare di olioturismo.
L’olioturismo rappresenta una nuova e grande possibilità di crescita per le imprese della filiera olivicola e per lo sviluppo dei territori. L’olivicoltura è tradizione, cultura, paesaggio, indissolubilmente legata ai territori dove si sviluppa.
Tramite il recente decreto che ha definito le linee guida e i requisiti per l’esercizio delle attività olioturistiche, prima, e le successive leggi regionali di attuazione, si può finalmente creare un meccanismo virtuoso tra nuove opportunità di business per le aziende, promozione e valorizzazione dell’olio extra vergine e aumento di posti di lavoro legato alla nuova offerta turistica. Inoltre, l’olioturismo, così come l’enoturismo, può attrarre consumatori più attenti ai temi della sostenibilità aziendale, favorire un turismo di prossimità, destagionalizzare i flussi turistici, rappresentare un elemento di valorizzazione per gli innumerevoli borghi e piccoli comuni, dove i nostri olivicoltori e viticoltori, con tenacia, passione ed innovazione, hanno garantito il presidio di filiere produttive che sono un’eccellenza del nostro patrimonio agroalimentare. Non da ultimo, si può andare verso la direzione di un turismo «esperienziale», con la possibilità di valorizzare questo prodotto straordinario – l’olio Extra Vergine di Oliva-, arrivando direttamente ai consumatori attraverso il racconto di storie, legami, ed emozioni dei produttori.
L’Olioturismo è quindi un atto importante, che consente di generare benefici economici, sociali e culturali nel breve e lungo periodo. I produttori avranno la possibilità di aprirsi al turismo, differenziando così la propria attività e ottenendo un reddito aggiuntivo. Potranno inoltre contribuire a sensibilizzare il grande pubblico sulle caratteristiche delle proprie produzioni, incentivandone poi il consumo anche nei luoghi di residenza dei viaggiatori. Il turismo diventa quindi una leva di marketing, poiché permette di far conoscere il prodotto e incrementarne le vendite.
Il convegno vedrà la partecipazione di diverse personalità del mondo Istituzionale, Accademico, della realtà scolastica e di quella imprenditoriale.
Dopo i saluti istituzionali interverranno: Franco Spada – Presidente Onorario del Consorzio Olio Brisighella D.O.P., la Prof.ssa Tullia Gallina Toschi – Ordinaria all’Università di Bologna, il Prof. Ganino Tommaso – Università di Parma Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco, Claudio Montanari Agronomo ed esperto di varietà olivicole, le Dott.sse Lucia Morrone e Elena Cudazzo – CNR, Roberto Zalambani Presidente Unarga Fnsi, ODG Davide Postiglione – AIS, direttore corsi Sommelier dell’olio, il Prof. Luca Congi e gli studenti IIS Lazzaro Spallanzani di Vignola e Roberta Fantoni – Presidente COER.